AIDS, LA PESTE DEL DUEMILA MAI SCONFITTA

A TRENT’ANNI DAI PRIMI CASI, IL VIRUS E’ ANCORA CONTRATTO DA MIGLIAIA DI GIOVANI AL GIORNO

Sono passati trent’anni da quel 5 giugno 1981, quando a Los Angeles a cinque uomini gay fu riscontrata una strana patologia, che gli aveva distrutto interamente il sistema immunitario. Da allora circa 34 milioni di persone vivono con l’Hiv (e la metà di essi non sa neanche di averlo), e quasi 30 milioni di persone sono morte. Sono circa 7mila le persone infettate ogni giorno. Il continente maggiormente flagellato dal virus è quello africano.


I DATI DELL’ONU – Secondo un Rapporto pubblicato dalle Nazioni Unite, a fronte di quei numeri drammatici, i fondi per debellare il virus sono stati addirittura ridotti. «Alla fine del 2010, 6,6 milioni di persone in paesi a basso e medio reddito hanno avuto accesso alle cure (…) questo ha significato un aumento di spesa di 1,4 milioni di euro sul 2009, e un aumento di 22 volte rispetto al 2001». La diffusione è leggermente diminuita tra i giovani in genere, le giovani donne e le ragazze adolescenti si trovano di fronte a un rischio particolarmente elevato di infezione, a causa sia della loro vulnerabilità a livello biologico sia della disuguaglianza e dell’esclusione che patiscono a livello sociale.
Secondo il rapporto, nel 2009 i giovani dai 15 ai 24 anni incidevano per il 41% dei nuovi contagi tra gli adulti sopra i 15 anni. Si stima che, in tutto il mondo, 5 milioni (da 4,3 milioni a 5,9 milioni) di giovani in quel gruppo di età fossero sieropositivi nel 2009. Nel gruppo di età compresa tra i 10 e i 19 anni, nuove stime parlano di 2 milioni (da 1,8 milioni a 2,4 milioni) di adolescenti sieropositivi. Questi adolescenti vivono per la maggior parte nell’Africa sub-sahariana e sono perlopiù di sesso femminile e inconsapevoli della loro condizione di sieropositività. livello globale, le giovani donne costituiscono più del 60% di tutti i giovani che convivono con l’Hiv. Nell’Africa sub-sahariana, questa percentuale sale addirittura al 72%.

LA SITUAZIONE IN ITALIA – In Italia grazie ai farmaci e alla prevenzione, la diffusione dell’Hiv ha subito negli anni un drastico ridimensionamento, ma il pericolo principale deriva dalla bassa percezione del rischio delle persone. Quindi, sebbene dalla metà degli anni 90 l’incidenza della malattia sia diminuita, ci troviamo oggi in una fase di stallo con 3-4 mila nuove infezioni annue, al di sotto delle quali è difficile scendere.

Dunque, non bisogna abbassare la guardia, e la comunità internazionale deve impegnarsi affinché il numero dei contagi in Africa cali drasticamente. L’uso del preservativo, checché ne dica la Chiesa o i bigotti dell’ultima ora, serve e come. Ancor più assurdi appaiono quanti predicano la castità tra i giovani.


(Fonte: La Stampa)

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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