AKIRA KUROSAWA, L’IMPERATORE DEL CINEMA GIAPPONESE

LA SUA E’ STATA UNA CARRIERA LUNGA E PLURIPREMIATA. NEI SUOI FILM RACCONTO’ IL GIAPPONE DEL PERIODO IMPERIALE E QUELLO DEL DOPOGUERRA. ISPIRO’ VARI FILM E TRASSE ISPIRAZIONE ANCHE DALLA LETTERATURA RUSSA
Il cinema giapponese era visto come qualcosa di lontano e sconosciuto da quello occidentale. Fin quando sulla scena non irruppe Rashomon, film di un certo Akira Kurosawa, che ottenne nel 1952 il Premio Oscar per il Migliore film straniero e anche una nomination  per la Migliore scenografia. Il film s’ispirava a un racconto del 1915 e ispirò a sua volta una versione hollywoodiana, in chiave western, L’oltraggio, diretta da Martin Ritt, interpretata da Paul Newman e Edward G. Robinson. Da allora fu una lunga carriera proficua e in ascesa, fatta di altri film che lasciarono il segno e che ispirarono altre pellicole soprattutto western. Con i suoi film –  dallo stile semplice ma estremamente spettacolare, che alterna toni lievi e grotteschi ad altri gravi e tragici – ha fatto conoscere al mondo la gloria e i limiti dell’Impero giapponese (XIII secolo – XVII secolo circa), nonché il Giappone pre e post Seconda Guerra mondiale.

BIOGRAFIA – Nacque a Ota il  23 marzo 1910. Discendente di una nobile famiglia di samurai, ultimogenito di Isamu e Shima, la sua famiglia era composta da tre fratelli e quattro sorelle. Akira non ebbe mai modo di conoscere uno dei suoi fratelli, che morì prima della sua nascita, e una delle sue sorelle fu uccisa da una malattia quando lui aveva dieci anni.
Nel periodo scolastico, iniziò ad interessarsi al disegno, alla pittura e al teatro, ma divenne anche un esperto di kendo ed un appassionato di golf. Fu per merito del fratello Heigo, esperto ed appassionato di cinema, che Akira inizierà ad avvicinarsi a quello che sarebbe stato il suo campo. Il fratello, suicidatosi poi nel 1930, fece nascere in lui la passione per la letteratura e in particolar modo per William Shakespeare.
Nel frattempo, Kurosawa intraprende l’attività di ‘benshi’, commentatore di film musicali, che gli permette di conoscere le produzioni dei registi dell’epoca. Nel 1936, viene assunto da una casa di produzione cinematografica come assistente regista. Dopo un periodo di collaborazione con Kajirō Yamamoto, sotto la cui direzione gli viene affidata, per la prima volta, la sceneggiatura de “Il cavallo”, intraprese una propria carriera da cineasta.
Il suo primo film fu Sugata Sanshiro, che uscì nelle sale nel 1943. Il suo ultimo arrivò ben 50 anni dopo: Madadayo – Il compleanno, del 1993. Morì all’età di 88 anni a Setagaya, il 6 settembre 1998.
FILMOGRAFIA –  I più famosi film di Kurosawa sono ambientati nel periodo feudale dell’impero del Giappone (circa XIII secolo – XVII secolo). Alcune della trame delle sue pellicole sono adattamenti (più o meno fedeli) di opere di Shakespeare, come Ran (1985), basata sul Re Lear, e Il trono di sangue, basato sul Macbeth. La fortezza nascosta, la storia di una principessa, un generale, e due contadini ignoranti ed avidi, ha avuto una notevole influenza su George Lucas per la creazione della saga di Star Wars. Gli altri film più conosciuti di Kurosawa, sempre improntati sulle figure mitiche ed epiche dei Samurai, sono Rashōmon, I sette samurai, più tardi “rielaborato” nel western I magnifici sette, e La sfida del Samurai, che fornì la base per il primo “spaghetti-western” di Sergio Leone con Clint Eastwood, Per un pugno di dollari. Yojimbo vide anche un sequel, Sanjuro.
Kurosawa diresse anche molti adattamenti di classici della letteratura russa, incluso L’idiota, tratto dal romanzo omonimo di Fëdor Michajlovič Dostoevskij, e I bassifondi, tratto dal romanzo omonimo di Maksim Gorkij, ma anche di autori quali Arsenev Nel profondo Ussuri e Dersu Uzala per girare il film omonimo. Anatomia di un rapimento è invece basato su Due colpi in uno dello scrittore statunitense Ed McBain. Sedici dei suoi film, realizzati tra il 1948 ed il 1964, sono interpretati da alcuni attori ricorrenti, tra i quali spicca Toshiro Mifune, la cui collaborazione con il regista cominciò nel 1948 con L’angelo ubriaco e terminò nel 1965 con Barbarossa.
Dopo questo film, Kurosawa passò dal bianco e nero al colore, cambiando anche lo stile, che precedentemente era caratterizzato da una tendenza costante all’epico. Il suo film seguente Dodes’ka-den, film a episodi incentrati sui disadattati e gli emarginati prodotti dalla società giapponese, non si rivelò un successo. Kurosawa cominciò allora a lavorare su un progetto di Hollywood, Tora! Tora! Tora!; ma la 20th Century Fox lo rimpiazzò con Kinji Fukasaku prima che il film fosse completato.
Dopo questo smacco, Kurosawa, in linea con lo spirito giapponese che aveva dipinto nei suoi film, tentò il suicidio, sopravvivendo. Girò allora numerosi altri film: Dersu Uzala, girato in Unione Sovietica ed ambientato in Siberia nei primi anni del XX secolo, vinse un premio Oscar per il “miglior film straniero”; Kagemusha (coprodotto da Francis Ford Coppola e George Lucas) che si aggiudicò invece la Palma d’oro ex-aequo con All That Jazz – Lo spettacolo continua, la storia di un uomo che è il sosia di un nobile medievale e che prenderà possesso della sua identità; Ran, prodotto questa volta con la Francia, divenne un vero e proprio successo internazionale, ed è da molti considerato il massimo raggiungimento artistico della carriera di Kurosawa. Gli ultimi film del regista comprendono Sogni, Rapsodia in agosto e Madadayo – Il compleanno.
PREMI E RICONOSCIMENTI – Oltre al succitato premio Oscar, Kurosawa ne vinse altri 2: al miglior film straniero 1976 (Dersu Uzala) e alla carriera 1990. Ebbe anche la Palma d’oro al Festival di Cannes nel 1980, il Leone d’oro alla carriera alla mostra del cinema di Venezia nel 1982 e un Premio Imperiale nel 1992. Dall’Italia ha ricevuto altresì due riconoscimenti come Cavaliere e uno come Grande Ufficiale.

(Fonte: Wikipedia
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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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