CHIUDE IL MUSEO DEDICATO AD ALDA MERINI

APERTO A MILANO NON LONTANO DA QUELLA CHE ERA LA SUA RESIDENZA IL 21 MARZO 2011, GIORNO DELLA SUA NASCITA, GODEVA DI FONDI ESIGUI E REGISTRAVA POCHE VISITE
Alda Merini, poetessa del dolore, è scomparsa quasi quattro anni fa, il primo novembre 2009. Il Comune di Milano le aveva dedicato un Museo, aperto il 21 marzo 2011, lo stesso giorno in cui l’autrice era nata nel 1931, al posto di un’ex tabaccheria, non lontano dalla sua storica residenza sui Navigli. Ma il sogno, un atto dovuto a una donna meravigliosamente profonda e sensibile, si è subito infranto contro la mancanza di fondi e i pochi visitatori che ogni giorno vi accorrevano.

POCHI SOLDI A DISPOSIZIONE – “Un sogno, un dovere e un piacere”, aveva affermato Massimiliano Finazzer Flory l’allora assessore alla cultura nel presentare lo spazio progettato non soltanto come un semplice museo bensì come casa per la promozione di giovani scrittori e poeti. Al piano terra si trova infatti l’Atelier della Parola, una sorta di laboratorio con corsi di scrittura creativa e iniziative promozionali;
“Oggi  restituiamo qualcosa ad Alda, sperando di fare quello che lei avrebbe voluto” diceva Letizia Moratti, allora Sindaco di Milano di lì a poco avvicendata da Pisapia, il giorno dell’inaugurazione. Purtroppo però il sogno sembra essere già finito, appena due anni dopo il suo inizio: dallo scorso 2 settembre le porte della casa-museo Alda Merini di via Magolfa sono state chiuse a causa della crisi economica e degli inevitabili tagli al personale. Era il Comune che riusciva a garantire l’apertura per tre ore al giorno, cinque giorni alla settimana, di quegli spazi, il lavoro straordinario di personale distaccato dalle biblioteche era indispensabile, ma ora gli straordinari sono stati tagliati, tutte le forze concentrate, anche se è sempre possibile visitare su prenotazione la casa.
I fondi erano troppi pochi per l’esiguo numero di visitatori che il museo aveva, ovvero una media di quattro alla settimana.
L’IMPEGNO AFFINCHE’ RIAPRA – Fortunatamente però sono già partiti gli appelli al ministro dei Beni culturali dalla senatrice Pd Anna Finocchiaro e dal presidente democratico della commissione Cultura a Palazzo Madama, Andrea Marcucci e non è mancato anche l’interessamento dello stesso Massimo Bray.
Tutti si stanno muovendo in direzione di una riapertura e l’attuale assessore alla Cultura Filippo Del Corno assicura: “Stiamo già scrivendo, insieme alla Zona, un bando che uscirà entro l’anno: l’obiettivo è quello di assegnare gli spazi a una associazione o a una rete di associazioni che tengano viva la memoria di Merini aprendo il museo e svolgendo, nelle altre stanze, attività culturali, corsi e seminari”.
Speriamo che riapra presto e che soprattutto, attiri quanti più visitatori possibili. Quelli che merita una donna che ci ha regalato versi stupendi ispirati da una profonda sofferenza.  

(Fonte: Italia24Ore)
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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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