CHIUDE LOMBARDI A SANTA CHIARA, STORICA PIZZERIA DI NAPOLI

I MOTIVI SONO LEGATI ALL’ASSENZA DI EREDI DEL SIGNOR LUIGI

Fuori c’è scritto “Chiuso per lavori”, ma è solo un cartello di circostanza, un velo malinconico che cela una triste verità. La storica Pizzeria Lombardi sita in via Benedetto croce n.59, nei pressi del Monastero di Santa Chiara (denominata per questo “Pizzeria Lombardi a Santa Chiara”) è ormai prossima alla chiusura. L’attività è di fatti già sospesa da qualche mese.
 


I MOTIVI – Dietro la triste decisione del proprietario, nonché grande pizzaiolo, Luigi Lombardi, non ci sono i soliti motivi dettati dalla crisi economica o da un’attività che non rende, bensì vi è il fatto che il signor Luigi è ormai stanco e anziano e i figli hanno attività ben avviate in altri settori. Dunque non sono interessati a continuare una pur grande tradizione plurisecolare nel campo della ristorazione.
Ma il signor Luigi, tramite le pagine de Il Corriere del mezzogiorno assicura la fedele clientela: «Laddove ‘Lombardi a Santa Chiara’ dovesse cessare di operare, i locali sarebbero concessi, per analoga attività, ad operatori della medesima rilevanza ed esperienza del signor Lombardi, al fine di conservare in quei luoghi un punto di riferimento sicuro ed affidabile per tutti i cittadini nel campo della ristorazione e della pizza napoletana».

LA STORIA PLURISECOLARE – Prima parlavo di grande tradizione plurisecolare. E’ trascorso più di un secolo da quando la dinastia dei pizzaioli Lombardi ebbe inizio. Enrico Lombardi aiutato dalla moglie Concetta nel lontano 1892 allietava i passanti vendendo pizze fritte in strada, appena fuori della soglia di casa per sbarcare il lunario. La loro attività ambulante si svolgeva in un vicolo di un angolo del centro storico che a Napoli è chiamato “alla Pietrasanta”, dall’omonima chiesa basilicale dedicata alla Vergine. Un bel giorno, visto che ormai aveva quattro figli e i soldi non erano sufficienti, ebbe l’idea di prendere focone (il pentolone per la frittura) e spillone (il bastoncino, uno spiedo, che i friggitori usano per girare la pizza fritta) e imbarcarsi sulle navi che facevano la tratta da e per le gli Stati Uniti. Dopo un certo numero di viaggi, un bel giorno, non tornò più (se non, 15 anni dopo, per congedarsi definitivamente dai suoi cari). Preso atto dell’abbandono del padre, il-primo-enrico-lomabrdi-con-il-figlio-luigi-alla-pietrasanta-1903-foto-m-p-220x300Luigi, ancora bimbo, si mise a lavorare. Ogni giorno faceva il pieno di pizze e, caricatosi la stufa (il contenitore di metallo con il quale si tenevano un tempo al caldo le pizze da asporto) sulle spalle, le vendeva dando la voce per strada, tra la Ferrovia e Spaccanapoli. In uno dei suoi giri, un giorno, fece un incontro straordinario e determinante con un uomo che, ascoltata la sua storia, ne rimase colpito e gli promise di aiutarlo. Quell’uomo era Benedetto Croce. Il gran pensatore si attivò perché al ragazzo, seppur minorenne, potesse essere accordata l’emancipata maggiore età e intercedette perché gli fosse assegnato un locale nel campanaro della chiesa di Santa Chiara dove poter esercitare il suo mestiere di pizzaiolo. Nacque, così lo storico Lombardi, locale divenuto di fama internazionale, nel quale lo hanno, poi, seguito la moglie, Giovanna Tucci, e tre dei suoi cinque figli: Enrico, Luigi e Alfonso.
Così, insieme, fino a che Enrico, un po’ per trovare una sua dimensione e un po’ per le incomprensioni sorte con i fratelli, non decise di creare il suo locale a Via Foria nel 1947. I due rami della famiglia presero ciascuna la propria strada: la pizzeria di Santa Chiara ha continuato, morto il padre, con Luigi e Alfonso (quest’ultimo a sua volta scomparso da circa sette anni), mentre quella a Via Foria con i figli di Enrico, Luigi e Nando, che ne hanno preso la guida dal 1970.

LE SQUISITEZZE CHE RIMPIANGEREMO O CHE VI SIETE PERSI – Chiamarla Pizzeria – per quanto ottima fosse la tradizionale pietanza prodotta nella sede in Via Santa Chiara – è però un po’ riduttivo. Lombardi infatti offriva (ormai ci rassegnamo a parlare al passato) un’ampia gamma di squisite pietanze; antipasti, primi, secondi, contorni, dolci.
Ecco qualche esempio: linguine Santa Chiara, scialatielli o le pappardelle allo scoglio, pasta e piselli, pasta e patate con provola, pasta e ceci, mozzarella di bufala “in carrozza” (impanata e fritta), fritto di paranza, frittura di calamari e gamberi. Poi ovviamente tante pizze, riproponendo in tempi recenti alcune pizze che faceva il padre Luigi, con la sugna al posto dell’olio: la margherita con la sugna oppure la margherita con i cigoli (che chiamava Ciaciona), e la Lombardi con i cigoli.
Ottimo poi il babà e il limoncello, per chiudere in bellezza un meraviglioso pasto.
Segreto di Lombardi era, oltre che la saggia bravura manuale, anche gli ingredienti: la provola di Agerola, i pomodorini siciliani, i salumi del Sannio e le mozzarelle del Caseificio Starace di Vico Equense.

La Pizzeria Lombardi a Santa Chiara è destinata dunque a diventare  anch’essa solo un piacevole ricordo per turisti o napoletani clienti affezionati. Mentre le nuove generazioni, abituate alle pizze gommose dei fast food, si sono persi un altro pezzo di storia di Napoli.

(Intervista, testimonianze, Lucianopignataro.it)

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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