DA PROMESSA DEL PCI A COMPARE DEL PDL, LA PARABOLA DI ANTONIO BASSOLINO

QUALCHE GIORNO FA HA PARTECIPATO INSIEME A LETTIERI E NITTO PALMA ALLA PRESENTAZIONE DI UN LIBRO CONTRO DE MAGISTRIS, CONDIVIDENDO MOLTI PUNTI CON COLORO CHE FINO A POCO FA LO DIPINGEVANO IL MALE ASSOLUTO DELLA CAMPANIA
Un tempo lo definivano “Presidente monnezza” con tanto di manifesti che tappezzavano Napoli. Lo bollavano come il male assoluto, colui che in 17 anni come Sindaco della città e come Governatore della Campania, aveva fatto solo danni e disastri. Ora la destra napoletana riabilita Antonio Bassolino in chiave anti-de Magistris. Gli offre perfino una tessera del Pdl. Come cambiano le cose. Ma d’altronde in un politica italiana notoriamente voltagabbana e dalla memoria corta, c’è poco da meravigliarsi.
Questo strano connubio è nato alla presentazione del pamphlet di Alessandro Iovino «Demagogistris», a cui hanno partecipato il coordinatore del Pdl campano Nitto Palma, il capo dell’opposizione al consiglio comunale di Napoli Gianni Lettieri (che come noto sfidò de Magistris alle elezioni) e appunto Antonio Bassolino. Insieme a loro una serie di personaggi vicini a Bassolino: l’ex direttore del Madre, Eduardo Cicelyn (passato alla storia per i tanti salassi alle casse del museo); l’ex assessore alla mobilità, Gennaro Mola; l’ex vicesindaco, Tino Santangelo e l’ex assessore Nicola Oddati. Inoltre, il socialista Fausto Corace; la direttrice dell’Eav, Valeria Casizzone; il capogruppo del Pdl in consiglio comunale, Marco Mansueto; l’ex calciatore del Napoli, Gianni Improta; il filosofo Ernesto Paolozzi.

LE LEZIONI DI BASSOLINO SU RIFIUTI PROGETTUALITA’ – Quello che il centrodestra, attraverso il moderatore del dibattito, Tiberio Brunetti, ricordava come «l’uomo nero» («al massimo — ha corretto Bassolino — l’uomo rosso») si è rivelato una sorta di incursore, per conto del Pdl, nel campo minato della sinistra radicale. «Io sono e resto nella collocazione politica dove da sempre ho militato — ha precisato l’ex presidente della Campania — ma so quanto sia duro amministrare una città come Napoli. Perciò occorre lo stile giusto. Invece, Egogistris è più ego che demagogia. Mi impressiona la sua autocelebrazione. Neanche a favore della sua giunta. Anzi: dispensa bacchettate e critiche a chi lavora con lui. Quasi come se essere eletti direttamente dai cittadini, e a me toccò per ben quattro volte, conferisca la capacità di essere l’unica voce del popolo. Io non so quanto giovino queste smisurate maggioranze. Spesso si rivelano nocive per chi governa e per i territori».
Il tema sensibile dei rifiuti ha toccato direttamente Bassolino: «È positivo che non vi siano per strada. Poi, non importa se noi li spedivamo in Germania e tutti, allora, fuoco amico o nemico, sparavano contro di me; mentre oggi nessuno dice nulla se la spazzatura va in Olanda, benché qualche contestatore sia pure diventato amministratore». Ma dove non transige «è sul passo indietro» che tocca all’impegno sul fronte culturale: «A partire dal Madre depauperato, benché alla Tate e a Basilea si facciano mostre che a Napoli sono state organizzate anni fa. Se io fossi sindaco avrei fatto il pazzo contro la Regione». Quindi, il pensiero che più turba Bassolino: «Il silenzio della città per la chiusura del consolato inglese. Si interrompe un rapporto che dura dal ‘700. All’epoca, quando fu paventata la chiusura del consolato tedesco, scrissi al cancelliere Kohl e scongiurammo il rischio di perdere gli uffici diplomatici».
Tra l’altro, ha ricordato l’ex presidente della Regione, «non v’è progettualità, non v’è un’idea di città e si continua a discutere sulle idee del ’93. Io non sono vittima di ossessioni — ha poi chiarito — e se il sindaco fa cose buone, ne sono felice. Ma la smetta con l’arroganza, la smetta di fare lo sbruffoncello. Napoli, da sola, non ce la fa. Ha bisogno dell’aiuto e di confrontarsi con le altre istituzioni». Un attacco che ha indotto Nitto Palma a condividere totalmente l’analisi dell’ex governatore e a passare alle critiche sull’America’s Cup: «Chi amministra ha l’obbligo di porsi delle priorità. E quale necessità ha fatto preferire poche regate per tanti milioni di euro, quando poi l’Unesco è stata costretta a richiamare all’ordine il sindaco di Napoli per lo stato di abbandono in cui versa il centro storico? Invitare Obama a Napoli o inviare un video ad Al Pacino, col quale abbiamo appreso vi è ora un contratto, a chi è utile — si è chiesto Palma —: alla visibilità personale del sindaco o al bene di Napoli?».
E LETTIERI SPALLEGGIA – Lettieri ha, da parte sua, elencato una serie di tweet di de Magistris e di dichiarazioni, nel tempo contraddittorie, pronunciate dal sindaco di Napoli. Per scoccare una frecciatina velenosa anche all’attuale presidente di Regione, Stefano Caldoro: «Lui dice che mantiene rapporti con de Magistris per ragioni istituzionali. E perché non mantiene lo stesso rapporto con il sindaco di Salerno, città nella quale si registra il massimo incremento del Pil in Campania?». Infine, l’industriale ha dichiarato di approvare la decisione di sforare il patto di stabilità: «Lo facemmo, all’epoca, sostenendo la decisione di Bassolino, dato che con lo sblocco di 900 mila euro furono salvati migliaia di lavoratori. Ma ora temo che de Magistris non possa farlo, non ha soldi, e per Napoli si prefigura il peggio».
BASSOLINO ASTRO NASCENTE DEL PCI– Quella di Bassolino può essere descritta come un’autentica parabola politica. A 17 anni entrò nella Federazione dei Giovani comunisti italiani, e nel 1970 divenne membro del Consiglio regionale per il Partito Comunista Italiano (PCI), e, l’anno successivo, segretario della sezione di partito in Avellino. Ha ricoperto la posizione di quest’ultimo fino al 1975, quando è diventato segretario regionale del PCI. Dal 1972 è stato membro del comitato nazionale del partito. Nel 1987, fu eletto alla Camera dei deputati italiana nel collegio di Catanzaro,
Con la scissione del Pci aderisce al Pds e nel 1992, fu rieletto alla Camera, e, nel 1993, fu mandato a Napoli per riformare la sezione locale del PDS – che era stato coinvolto nella Tangentopoli scandalo corruzione. Fu lì che ha guadagnato la fama di “Hardman”, una reputazione emersa durante l’elezione successiva a sindaco, nella quale ha sconfitto Alessandra Mussolini.
SINDACO E GOVERNATORE – Gli anni di Bassolino come sindaco di Napoli sono generalmente visti come un periodo di rinascita civile, economica e sociale per la città. Nel 1997 è stato rieletto con il 72,9% dei voti. Nell’ottobre 1998, l’allora Premier Massimo D’Alema lo ha nominato ministro del Welfare. Tuttavia, dopo l’assassinio del suo consigliere Massimo D’Antona nel mese di ottobre 1999, Bassolino ha dato le dimissioni al fine di concentrare le sue attività su Napoli e probabilmente, non lasciarci le penne pure lui.
Nel 2000 è stato eletto con il 54,3% dei voti Presidente della Regione Campania, e, nelle elezioni dell’aprile 2005, con il 61,6%.
I DANNI CHE HA PROVOCATO – Sotto la sua amministrazione, il debito regionale è raddoppiato. Inoltre, e soprattutto, Bassolino ha una quota considerevole di responsabilità nel disastro ambientale nella regione Campania a causa delle carenze della raccolta rifiuti e dei sistemi di trattamento.
In effetti Bassolino è una delle 29 persone rinviate a giudizio con l’accusa di coinvolgimento in corso, truffa aggravata in danno allo Stato e la frode in materia di lavori pubblici. Il crollo dei servizi che avrebbero dovuto raccogliere e trattare i rifiuti, ha portato l’accumulo o la spazzatura nelle strade dei principali centri urbani, fino al punto che le scuole e altri luoghi pubblici hanno dovuto chiudere per alcuni giorni, e il turismo è diminuito in modo sostanziale nel 2008.
È stato criticato perché la Regione Campania ha effettuato operazioni economiche ritenute svantaggiose con la Banca UBS, presso cui lavora il figlio Gaetano Bassolino, all’interno del settore che si occupa degli investimenti delle pubbliche amministrazioni. Il consulente finanziario della trasmissione Report (trasmessa il 14 ottobre 2007) ha affermato che l’operazione è costata alla Regione Campania 28 milioni di euro di costi impliciti, trasferendo però questo debito sulle gestioni future.
Chi lo ha succeduto come Sindaco di Napoli, ossia Rosa Russo Iervolino, ha lasciato Napoli nell’abbandono totale per ben 10 anni.
A pensarci bene però, questo amore tra Bassolino e Lettieri non è poi una novità. Il secondo, da imprenditore, ha goduto di un bel po’ di finanziamenti pubblici durante gli anni di presidenza alla regione Campania del primo. Non a caso de Magistris lo ha definito scherzosamente “prenditore”. Con Bassolino, nella prima metà anni ’90, Napoli ha respirato una promettente rinascita civile e culturale. Poi si sa, il potere genera mostri.
Fortuna che si è candidato l’ex Pm. Senza di lui, con un Pd allo sfascio, oggi avremmo Lettieri Sindaco. Ossia un mix tra: continuità era Bassolino-Iervolino, il Pdl targato Cosentino-Cesaro e Casapound.
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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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