FINISCE L’ERA DI MASSIMO MORATTI ALL’INTER: 18 ANNI TRA ALTI E BASSI

DECISIVO L’INCONTRO DEL 19 SETTEMBRE A PARIGI CON L’INDONESIANO Erik Thohir, CHE RILEVERA’ IL 70% DELLA SOCIETA’. PER MORATTI IN QUESTI ANNI TANTI I TROFEI VINTI, MA ANCHE LE DELUSIONI E I SOLDI SPESI
Per la famiglia Moratti sta per concludersi un secondo ciclo alla presidenza della società calcistica Internazionale. Dopo i fasti di papà Angelo, anche il figlio Massimo sta per cedere la mano, ma per la prima volta non a un imprenditore italiano, bensì indonesiano: il magnate Erik Thohir. Una scelta dolorosa imposta dal calcio moderno, in cui a farla da padroni sono i magnate stranieri. Per Moratti sono stati 18 anni da montagne russe, fatti di periodi di grandi vittorie ma anche lunghi periodi di delusioni.

LA TRATTATIVA CON THOHIR – In un vertice a Parigi, secondo quanto si apprende, sarebbero stati sciolti gli ultimi nodi legati alla lunga trattativa. Il 65-70% del club nerazzurro sarebbe dunque ceduto al magnate indonesiano. Un accordo non c’è ancora ma nei colloqui a Parigi sono stati fatti notevoli passi avanti nella trattativa che potrebbe, in tempi relativamente brevi, portare alla firma dell’accordo.
La fumata bianca è arrivata questa mattina. Thohir ha raggiunto Parigi, dove già da due giorni discutevano i vari consulenti legali e finanziari delle due parti. Il summit decisivo si è svolto nella sede parigina della banca d’affari Lazard. È stato sciolto l’ultimo nodo giuridico legale sulle garanzie con Thohir che vuole Moratti accanto a sé per un progetto ambizioso. Tuttavia l’intesa non è ancora chiusa.
Secondo quanto risulta a Radiocor, nel giro dei prossimi due-tre anni la quota di Moratti dovrebbe diluirsi progressivamente fino all’uscita dall’azionariato. Questo stabilirebbe il percorso tracciato dal memorandum of understanding firmato dall’attuale presidente del club nerazzurro e dal magnate indonesiano, assistito da Ernst & Young per la parte due diligence e valutazione.
Un iter stabilito dai patti parasociali che verranno definitivamente siglati, insieme con i contratti, all’inizio della prossima settimana, mentre per la girata vera e propria delle azioni, che vedrà il passaggio del 70% della società a Thohir (in base a un enterprise value tra 200 e 300 milioni), bisognerà aspettare qualche mese.
Moratti non sottoscriverà gli aumenti di capitale che eventualmente si renderanno necessari nei prossimi due-tre anni. In questo modo si diluirà progressivamente nel capitale fino a uscire. Quanto al ruolo che ricoprirà l’attuale patron nerazzurro, sembra sia prevista – almeno inizialmente – una presidenza di rappresentanza, anche se oggi, interpellato su questo tema, Moratti ha risposto: «Non so, non credo».
Le trattative sono iniziate il 21 maggio con vari incontri e piccoli passi. Poi si è fermata il 26 luglio, per poi subire una brusca accelerata, come detto, il 19 settembre.
I PRIMI ANNI COMPLICATI – Il 25 febbraio 1995 Moratti acquista ufficialmente l’Inter, che era già stata di proprietà del padre Angelo dal 1955 al 1968.
I primi anni di presidenza Moratti sono i più difficili. Ingenti infatti sono gli sforzi economici, senza risultati soddisfacenti, a parte la Coppa UEFA 1997-1998. La somma di denaro investita nell’Inter ammontava nei primi sette anni di presidenza pressappoco a 500 milioni di euro.
Complessivamente nei primi 15 anni dell’era Moratti (1995-2010) l’Inter ha accumulato perdite per 1,2 miliardi di euro e debiti per oltre 460 milioni di euro. In tale periodo il presidente Moratti ha dovuto provvedere personalmente a circa 735 milioni di euro di iniezioni di capitale, cifra molto vicina ai 750 milioni di euro incassati con il collocamento in borsa dell’azienda di famiglia Saras avvenuta nel 2006.
Le difficoltà sono anche confermate dalle due dimissioni da presidente della squadra nerazzurra. La prima avviene il 6 maggio 1999, dopo le pesanti critiche ricevute per la sua scelta di affidare la squadra all’allenatore Roy Hodgson. Nel gennaio 2004 si dimette una seconda volta dalla carica di presidente della squadra, pur conservandone la proprietà, insieme a quattro componenti del consiglio di amministrazione. A subentrargli è l’ex giocatore e bandiera nerazzurra Giacinto Facchetti, che resterà in carica fino alla sua scomparsa, avvenuta nel settembre 2006. A seguito del triste evento, il 6 settembre dello stesso anno, Massimo Moratti riprende il ruolo di presidente del club.
LE VITTORIE COL DUO MANCINI-MOURINHO– Nel 2004, l’arrivo in panchina di Roberto Mancini apre un ciclo di vittorie. Risalgono al tecnico di Jesi la conquista di tre scudetti, due Coppe Italia e due Supercoppe italiane. La striscia di successi prosegue con il tecnico portoghese José Mourinho, il quale è capace di portare nella bacheca nerazzurra, dal 2008 al 2010, altri due scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa italiana ma soprattutto la Champions League, a 45 anni di distanza dal precedente successo. L’Inter di Massimo diviene così la prima squadra italiana, sesta in Europa, a centrare il cosiddetto triplete (scudetto, Coppa Italia e Champions League) nell’arco di una sola stagione. Le successive gestioni Benítez e Leonardo arricchiranno la presidenza Moratti di altri tre successi: la Supercoppa italiana, la Coppa del Mondo per club (conquistati dallo spagnolo) e la Coppa Italia (vinta dal brasiliano).
BACK TO BLACK – Le difficoltà però ritornano a partire dalla stagione 2011-2012: l’Inter non vince alcun trofeo e i risultati deludenti costringeranno i tifosi a nuove contestazioni al presidente. Nella stagione 2012-2013 la squadra non vince nulla e finisce nona in campionato. Dalla presente riparte dal tecnico Walter Mazzarri, che molto bene ha fatto col Napoli.
Moratti ha speso per l’Inter complessivamente quasi 1,5 miliardi di euro nel corso della sua presidenza.
CHI E’ THOHIR – Nel 1993 ha iniziato la sua attività nel campo dei media, creando il Mahaka Group. Nel 2011 è diventato il proprietario del quotidiano indonesiano Republika, oltreché della televisione JakTV.
Il padre di Erick Thohir, Teddy, è al comando di Astra International, holding a capo di una miriade di aziende nei più svariati settori. Nel 2012 Astra International ha fatturato 15,6 miliardi di dollari (quasi 12 miliardi di euro, fonte Bloomberg News) e ha dato lavoro a 123.919 persone.
Erick ha studiato negli Stati Uniti per 5 anni conseguendo la laurea in economia. Nel 1993 crea il Mahaka Group, attivo nell’editoria e nelle telecomunicazioni. Possiede ad oggi svariate emittenti radiofoniche, televisioni e giornali. Mahaka Group, non essendo quotato in Borsa, rende difficile ottenere delle stime attendibili sulla sua consistenza.
Negli USA nasce la sua passione per il basket. È uno dei proprietari dei Philadelphia 76ers, squadra della Nba, ed è presidente della Federbasket indonesiana e della federazione pallacanestro del Sud-Est asiatico, nonché di un paio di club d’Indonesia.
Per quanto riguarda il calcio, è il proprietario dei D.C. United, la squadra più titolata della MLS, fondata nel 1995.
Dunque, dopo la Roma passata agli americani, un’altra grande squadra italiana si appresta a diventare proprietà di un magnate straniero. E’ il calcio di oggi, volenti o nolenti. E io, da interista, non posso che ringraziare Moratti per l’amore e i soldi che ha investito in questi 18 anni per il club, e augurarmi che la nuova proprietà faccia le cose giuste.

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

0 Risposte a “FINISCE L’ERA DI MASSIMO MORATTI ALL’INTER: 18 ANNI TRA ALTI E BASSI”

  1. Un Gentiluomo??????????? Condivido soltanto il ringraziamento per Ronaldo, un grandissimo…. sul resto abbiamo una visione diversa…

  2. Ma se vuoi Ronaldo t'pò emozionà pure mò…abbast ca o fai mettere vicin a nu tavolo verde per apparare i debiti….Cio veco a jucà o Tressett co bicchieriell e vin russ di accompagnamento….

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