GASPARRI E CO. SI SCOPRONO DIFENSORI DELLA SATIRA, MA AL GOVERNO ERANO I PRIMI A CENSURARLA

NELL’EDITORIALE DELL’ULTIMA PUNTATA DI SERVIZIO PUBBLICO, MARCO TRAVAGLIO RICORDA I TANTI CASI DI CENSURA, SOPRATTUTTO DEL CENTRODESTRA
Parigi sta vivendo dei giorni terribili con il caso Charlie Hebdo. In Italia si sprecano commenti e punti di vista sull’accaduto e tutti si scoprono sostenitori della satira e della libertà d’espressione. Anche chi, quando era al Governo, fu il primo a tacciare chi faceva satira, ma anche quanti facevano semplicemente informazione. Gente come Gasparri ad esempio, dal 2001 al 2006 Ministro delle Comunicazioni, il quale in una puntata di Quelli che il calcio addirittura telefonò in studio per indignarsi su una battuta di Gene Gnocchi. Nella puntata di Servizio Pubblico andata in onda lo scorso giovedì, Marco Travaglio ha ricordato i vari casi di censura e querele contro satirici e vignettisti. Quasi tutti riguardanti esponenti di centro-destra, anche se non manca la querela di D’Alema al vignettista Forattini o il recente caso di alcuni parlamentari del Pd contro il recente docufilm della Guzzanti. Non dimentichiamo poi i vari tentativi “bipartisan” di restringere la libertà dei blog.

UN ESTRATTO –  Ecco un estratto dell’editoriale di Travaglio: “Da ieri, in Italia, c’è un sacco di gente – politici, giornalisti, commentatori – che ha scoperto all’improvviso la libertà di satira. Charlie Hebdo ha tutto il diritto di sbeffeggiare l’Islam come tutte le religioni. Perché la satira non ha limiti. Qualunque limite sarebbe una censura, e noi siamo contrari alla censura. Nessuno s’è mai sognato di censurarla, perché noi la satira l’abbiamo eliminata“.
E passa in rassegna le tante censure che si sono susseguiti negli ultimi 14 anni: “Nel 2001 Gene Gnocchi a ‘Quelli che il calcio’ fa una battuta su una stagista raccomandata perché è la nipote di Gasparri. Questo, anziché farsi una risata, chiama in diretta per replicare. Simona Ventura tenta di spiegargli qualche semplice concetto, tipo democrazia, libertà e satira politica. Lui però non capisce. Gasparri Akbar. Nel 2002″ – continua –“la Rai caccia Biagi, Santoro e Luttazzi per ordine di un tizio che parla dall’estero,ma non ha nè barba nè turbante. Però la Rai dice: non è censura, è un problema di orario. Biagi dice: ok,andrò in onda alle 24, l’ora del porno. Gli rispondono: guadagni troppo. Non è censura, è risparmio. Lui dice: ok, vado in onda gratis. Gasparri risponde che ruba spazio ai giovani: non è censura, è svecchiamento. Silvio Akbar

Il video completo lo trovate sul sito de Il Fatto quotidiano
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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

0 Risposte a “GASPARRI E CO. SI SCOPRONO DIFENSORI DELLA SATIRA, MA AL GOVERNO ERANO I PRIMI A CENSURARLA”

  1. Un individuo del genere può avere un seguito solo nel servilismo che ha sempre dimostrato di avere, non tanto verso un punto, ma più verso l'occasione, non per niente giro le spalle a Fini per seguire il berlu!

  2. Ancora una volta si dimostra che i nostri politicanti (non mi viene altro termine) sono degli "AZZECCAGARBUGLI PARASSITI E SCANSAFATICHE" con l' hobby della lingua lunga sempre pronta a leccare il potente di turno per assicurarsi una comoda poltrona e uno stipendio ricco alla faccia dei poveri fessi che pagano le tasse.Non credo di aver detto molto, ma a sufficienza per definire la casta che ci governa.

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