Ius sòla: la distanza del Pd dai problemi degli italiani

No, non voglio rispolverare un vecchio motto tanto caro alla destra italiana: “prima gli italiani”. Ma è indubbio che il nostro sia un Paese pieno di contraddizioni, anche e soprattutto in tema di diritti. Il Pil non cresce, la disoccupazione alta è ormai cronica, migliaia di giovani emigrano anche con una laurea (e spesso trovano la morte), i terremotati devono fare a sorteggio per avere una casetta, tanti italiani dormono nelle auto, i furti in casa si sono fatti più cruenti, le donne non vengono tutelate, i Comuni fanno fatica anche a rattoppare le buche, terra e mare in molte zone sono inquinati, il territorio è in buona parte a rischio idrogeologico, ecc. ecc. E il Partito democratico, da 5 anni continui al governo senza mai essere direttamente eletto, cosa fa? Propone lo Ius soli temperato. Perché, in una fase in cui l’immigrazione dai Paesi africani ha raggiunto cifre apocalittiche, giustamente bisogna facilitare l’acquisizione del diritto di cittadinanza agli stranieri.

Qualche ben pensante ribatterà: e cosa tolgono a te se gli concedono la cittadinanza? Bé io come cittadino italiano già non beneficio di niente. Risulto inoccupato e in quanto tale non ricevo sussidi né esenzioni (in questi giorni ho speso quasi 80 euro per un paio di visite). Ma potrei ulteriormente vedere allontanarmi quel poco di speranza futura di avere un Welfare. Perché non dobbiamo essere ipocriti: più si amplia la platea dei cittadini e più aumenta la concorrenza. Per quella che è la classica guerra tra poveri. Peraltro, questo Ius soli temperato, o “pezzotto”, come chiamiamo a Napoli qualcosa tarocco, è anche economicamente discriminante.

Come funziona lo Ius soli temperato

Come spiega l’Internazionale, il nuovo disegno di legge non prevede lo ius soli, cioè il diritto ad acquisire la cittadinanza automatica per tutti quelli che nascono sul territorio italiano. Come ad esempio avviene negli Stati Uniti. La proposta di legge introduce invece uno ius soli temperato, prevede cioè che possano ottenere la cittadinanza italiana i bambini stranieri nati in Italia che abbiano almeno un genitore in possesso del permesso di soggiorno permanente o del permesso di soggiorno europeo di lungo periodo. L’acquisizione della cittadinanza non sarà automatica, ma ci sarà bisogno di farne richiesta. Per ottenere la cittadinanza servirà una dichiarazione di volontà espressa da un genitore o da chi esercita la responsabilità genitoriale all’ufficiale dello stato civile del comune di residenza del minore, entro il compimento della maggiore età. Chi non presenta questa dichiarazione, potrà fare richiesta della cittadinanza entro due anni dal raggiungimento della maggiore età. In ogni caso, per chiunque nasce e risiede in Italia legalmente e senza interruzioni fino a 18 anni, il termine per la richiesta della cittadinanza passerà da uno a due anni dal compimento della maggiore età.

Lo Ius culturae

ius soliIn base alla riforma, potrà ottenere la cittadinanza anche il minore straniero nato in Italia o arrivato qui prima di compiere dodici anni che abbia frequentato regolarmente la scuola per almeno cinque anni o che abbia seguito percorsi di istruzione e formazione professionale triennali o quadriennali idonei a ottenere una qualifica professionale. Se ha frequentato la scuola primaria, deve avere completato il ciclo con successo. La richiesta della cittadinanza deve essere presentata da un genitore, che deve avere la residenza legale in Italia, oppure dalla persona interessata entro due anni dal raggiungimento della maggiore età.

Quanti nuovi cittadini italiani ci ritroveremo

Secondo le stime della Fondazione Leone Moressa, sono circa 600mila i figli di immigrati nati in Italia dal 1998 a oggi (quindi ancora minorenni) che rientrerebbero nello Ius soli temperato. Invece, per lo Ius culturae, sarebbero 178mila bambini nati all’estero e che hanno già completato cinque anni di scuola in Italia. In totale, sempre secondo la fondazione, considerando che i nati stranieri in Italia negli ultimi anni si sono attestati tra i 70mila e gli 80mila, è possibile calcolare un numero di 45-50mila potenziali nuovi italiani ogni anno per ius soli temperato e di 10-12 mila bambini nati all’estero e iscritti a scuola.

Ius sòla per gli italiani

Prima parlavo di discriminante economica. Alla Camera è arrivata la modifica che ha posto la condizione del permesso di soggiorno di lungo periodo per i genitori dei minori che vogliano richiedere la cittadinanza. Il permesso di lungo periodo, infatti, è rilasciato ai cittadini stranieri di paesi non appartenenti all’Unione europea solo a certe condizioni: devono essere in possesso da almeno cinque anni di un permesso di soggiorno valido; devono avere un reddito non inferiore all’importo annuale dell’assegno sociale; devono avere la disponibilità di un alloggio considerato idoneo dalla legge; devono superare un test di conoscenza della lingua italiana. Quindi i diseredati continueranno a restare fantasmi. A chi giova quindi? E’ una balla anche la storia dell’integrazione per sconfiggere il terrorismo. Visto che paesi con un’alta percentuale di cittadini stranieri come Belgio (che peraltro ha lo Ius soli puro), Francia e Gran Bretagna, sono colpiti proprio da immigrati di seconda generazione.

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Anche sul tema della cittadinanza, l’Unione europea è venuta meno. Non esiste una legge univoca, eppure dovrebbe essere così giacché acquisire la cittadinanza di uno degli stati in seno all’Ue, dà diritti anche negli altri Stati (anche se l’Ue rischierebbe di danneggiarci ulteriormente). La posizione dell’Italia, proprio per i continui sbarchi, è ancora più delicata. E facilitare la cittadinanza sarebbe un ulteriore incentivo ad approdare sulle nostre coste. Altri morti in mare che i vari governi Pd di questi anni avrebbero sulla loro coscienza. Ammesso che ne abbiano uno.

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