Il cinema ‘necessario’ di Ken Loach, cantore degli ultimi

REGISTA INGLESE LA CUI FILMOGRAFIA E’ STATA SEMPRE CARATTERIZZATA DA UN TAGLIO SOCIALE
Il suo cinema è stato definito ”necessario”. E a ben vedere. Ken Loach ha speso una vita nel raccontare storie di ultimi, diseredati, emarginati. Nel criticare le politiche sociali messe in piedi nel Regno Unito, fredde e severe, poco funzionali ai bisogni dei cittadini meno abbienti. Nel mettere alla berlina il pensiero borghese e conservatore british. Ha criticato anche il modo col quale la Gran Bretagna ha tentato in ogni modo di assoggettare l’Irlanda, diventata invece fieramente indipendente.

LE CARATTERISTICHE DEI SUOI FILM– Senza mai cedere alle lusinghe di Hollywood, oltre a conservare un taglio sociale, i suoi film hanno conservato anche una tecnica semplice, essenziale, senza servirsi di attori patinati. E ciò li ha resi quanto più realisti possibile, mai banali o ruffiani. Arrivano subito al punto, colpiscono lo spettatore scuotendo il suo animo. Lasciano un segno profondo, che ora suscita un desiderio di riscatto, ora deprime e sconforta; lasciando pensare che il Mondo andrà sempre così.
LA CARRIERA – A pesare sul suo modo di fare cinema senza dubbio la provenienza da una famiglia operaia. Dopo aver studiato al St. Peter’s College e poi ad Oxford (giurisprudenza), si appassiona al teatro e firma la regia di tutto il repertorio della compagnia teatrale scolastica e universitaria. Mostrando già un notevole talento.
Nel 1971, lo stesso anno in cui morirà una dei suoi cinque figli in un incidente stradale, entra nel mondo del network BBC, dove cura la serie Z Cars. Tre anni più tardi, dall’incontro con il produttore riformista Tony Garrett, realizza dieci puntate di Wednesday Play, docudrammi con un forte contenuto politico che raccontano storie di degrado sociale, alcolismo, disoccupazione e che fanno dimenticare la visione multicolorata e happy della “swinging London”. È la prima impronta del suo cinema.
Il debutto cinematografico avviene nel 1967 con Poor Cow, che racconta la storia di una donna il cui marito che la maltratta finisce in carcere. Avrà altri amori, tutti sfortunati, fino al ritorno del marito che la maltratta nuovamente.
Ultimo film in ordine di tempo è stato invece Jimmy’s Hall – una storia d’amore e libertà, del 2014, sulla guerra civile esplosa in Irlanda ad inizio ‘900 in seguito al trattato con gli inglesi.

Il suo cinema è sopravvissuto anche alla, da lui, tanto odiata Margaret Tatcher. Per fortuna, aggiungerei. 
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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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