LA VERGOGNA DEL NOBEL NON ASSEGNATO A MALALA

LA GIOVANISSIMA PAKISTANA RIBELLATASI AI TALEBANI RISCHIANDO LA VITA. IL PREMIO PER LA PACE E’ ANDATO ALL’OPAC. MA IN PASSATO CI SONO STATE TANTE ALTRE SVISTE
Ha commosso tutti la storia di Malala Yousafzai, studentessa e attivista pakistana, che il 9 ottobre 2012 è stata gravemente ferita alla testa e al collo da uomini armati saliti a bordo del pullman scolastico su cui lei tornava a casa da scuola. Perché? Perché Malala, già all’età di 13 anni, è diventata celebre per il blog, da lei curato per la BBC, nel quale documentava il regime dei talebani pakistani, contrari ai diritti delle donne, e la loro occupazione militare del distretto dello Swat. Il 1 febbraio 2013 il partito laburista norvegese ha promosso ufficialmente la sua candidatura al Premio Nobel per la Pace 2013. Ma poi a Oslo hanno scelto altro, assegnandolo con la stessa ratio “ben auspicante” con la quale è stato conferito a Obama nel 2009. Ma di mancanti premi e di scelte criticabili ne è piena la storia.

PREMIO ANDATO ALL’OPAC – L’Opac, l’Organizzazione per la Proibizione della Armi chimiche, è nata il 29 aprile del ’97 e collabora con l’Onu, gruppo meritorio che lavora duro, per «verificare l’adesione alla convenzione sulle armi chimiche».
La motivazione del Nobel è legata al fatto che l’organizzazione ha 27 ispettori in Siria per smantellare l’arsenale chimico di Assad e distruggere circa mille tonnellate di gas nervino in una situazione di guerra molto pericolosa. Per ora il team, certo fatto di gente coraggiosa, ha ispezionato tre siti e deve visitarne una ventina. La collaborazione con gli uomini di Assad può però condurre su false piste, la guerra può fermare o rallentare l’operazione in maniera definitiva, il trasbordo di armi chimiche compiuto da Assad in Iraq e in Libano può rivelarsi lesivo della possibilità di togliere di mezzo i pericoli peggiori, i ribelli possono boicottare un’impresa che sta giovando a Assad. 
I PRECEDENTI CRITICABILI – L’Unione europea, nel 2012, è stata premiata al picco del malessere economico che tutti i suoi abitanti soffrono; l’elogio della pace che avrebbe portato, è contraddetto dalla situazione di serbi, kosovari, croati, azeri, armeni, curdi, turchi, ciprioti, ceceni, osseti, albanesi, macedoni. In Medio Oriente l’Europa è un danno, il suo atteggiamento verso il conflitto israelo palestinese tendenzioso, il suo tocco sulle «primavere arabe» è stato esornativo e subalterno.
Nel 2009 il bizzarro premio a Obama appena eletto gli fu assegnato solo perché non era George Bush, senza nessuna garanzia. Infatti il seguito ha dimostrato che quel premio lo ha issato, sin dal discorso del Cairo su una nuvola di universalità che hanno gettato il mondo nella più grande confusione. E poi Carter è stato mallevadore dell’accordo israelo egiziano, ma ha lasciato che l’Iran fosse inghiottito nella deriva islamista; El Baradei, mentre era il capo dell’Agenzia Internazionale per l’energia atomica che avrebbe dovuto denunciare le strutture atomiche iraniane, di fatto e forse anche di diritto ha aiutato gli ayatollah nel loro scopo; Yasser Arafat ha rifiutato la migliore delle paci con Israele, mentre era senz’altro stato l’inventore di gran parte del terrorismo internazionale. Poi ci sono i pressappochismi puri e semplici, come il premio a Rigoberta Manchu, sulla base di informazioni poi risultate false.
Volendo poi andare molto indietro nel tempo ci fu un Nobel mai assegnato, neppure simbolicamente dopo la sua morte: quello a Gandhi.
Ma tornando a Malala, Ihsanullah Ihsan, portavoce dei talebani pakistani, ha rivendicato la responsabilità dell’attentato, sostenendo che la ragazza “è il simbolo degli infedeli e dell’oscenità”. Il leader terrorista ha poi minacciato che, qualora sopravvissuta, sarebbe stata nuovamente oggetto di attentati. Se non è un Nobel per la pace lei…

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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