LO STATO SIAMO NOI?

DATA ULTIMO AGGIORNAMENTO: 2 Ottobre 2017

IL LIBRO CHE RACCOGLIE SETTE CASI TRA NAPOLI E CASERTA CHE SCONFESSANO QUESTO ASSUNTO

La presente opera propone sette casi di soprusi o inefficienza dello Stato consumatisi tra Napoli e Caserta, le quali offrono esempi lampanti di come i diritti del cittadino sono sovente calpestati o snobbati. Vale la pena chiedersi: lo Stato siamo davvero noi?

DA DOVE NASCE IL LIBRO – La celebre espressione “L’état, c’est moi” (“Lo Stato sono io”) viene attribuita a Luigi XIV, famoso Re di Francia che instaurò una monarchia assoluta accentrando i poteri dello Stato nella propria persona. La frase determina la tipologia di regime politico instaurata dal sovrano, cioè quella di stato personale, nel quale si assiste ad una identificazione tra la persona del monarca e lo Stato.
Con l’arrivo delle democrazie, l’espressione è stata pluralizzata, trasformata di fatto ne “Lo Stato siamo noi”. Un assunto che si è perpetuato negli anni per invogliare il popolo a sentirsi parte integrante della vita politica dello Stato-nazione di cui fa parte, e quindi metterlo di fronte alle proprie responsabilità e doveri. Legittimare insomma la subordinazione di un individuo alle regole che la comunità, di cui è parte integrante, si è data.
Nel nostro Paese tale assunto è scaduto nella retorica; si è svuotato di quella forza simbolica che il suo presunto “padre”, il Re sole, gli ha attribuito in origine. Come si è giunti a tanto? La risposta può essere facilmente individuata focalizzando l’attenzione verso chi le regole comunitarie le produce, e che dovrebbe dirci “lo Stato siamo noi”; ovvero “contribuite anche voi attivamente alla vita politica e dunque alle scelte da prendere”. Non è difficile però rendersi conto di quanto ciò in Italia non avvenga. Basta leggere o ascoltare di cosa discutono i nostri politici sia a livello nazionale che locale,  per capire quanto siano affannati a prendere decisioni autoreferenziali e riguardanti la Casta di cui fanno parte. Ma c’è di peggio. Le (poche) decisioni che riescono a partorire finiscono spesso pure per danneggiarci, andare contro i nostri stessi interessi. Arrivando a danneggiare l’ambiente a noi circostante e/o mettendo a rischio la nostra stessa incolumità fisica. Gli esempi nella nostra Italia sono innumerevoli, e vanno da Nord a Sud, da Est a Ovest.

L’OPERA “LO STATO SIAMO NOI?” – In quest’opera ho esposto sette casi verificatisi tra Napoli e Caserta; i quali, sebbene per fortuna non abbiano (ancora) causato ingenti disastri ambientali, possono comunque essere tranquillamente annoverati tra i casi di soprusi a danno dei cittadini e dei loro diritti in quanto tali.
La mia scelta è caduta su di essi, sia per la loro prossimità al luogo in cui vivo, sia per lo scarso o nullo interesse mediatico che hanno suscitato. Sei riguardano Napoli e provincia, e uno San felice a Cancello, un Comune di Caserta. Nella fattispecie, per Stato intendo ovviamente anche gli enti locali e varie strutture pubbliche protagoniste delle singole vicende.

Il primo riguarda lo stato del mare che bagna le coste di Napoli e il casertano, con particolare attenzione all’anno 2009, quando allo stato effettivamente disastroso del mare si aggiunsero dicerie assurde di oscura provenienza.

Il secondo caso riguarda un centro abitato sito a Melito di Napoli, il cui passaggio di mezzi pesanti su una strada che taglia in due il quartiere fa vibrare le abitazioni, dando tutti i giorni a chi ivi abita la sensazione che sia in corso un terremoto.
Il terzo caso è quello di un’opera nelle intenzioni dei suoi ideatori avveniristica e ultramoderna, nonché funzionale: la costruzione del Centro direzionale di Napoli, rivelatasi poi nei fatti un’opera costruita sulla foce di un fiume con tutti i disagi strutturali che ciò col tempo ha comportato; per non parlare dello stato di decadenza e trascuratezza comportato dalla scarsa manutenzione.
Il quarto caso è dedicato al complesso cimiteriale appartenente a tre comuni a Nord di Napoli: Casoria-Casavatore-Arzano. Un cimitero che, per la sua disorganizzazione interna e per la collocazione urbanistica in cui si ritrova, crea disagi al cittadino. Sia da vivo…che da morto. Quinto caso, quello del Lago Patria. Una paradisiaca oasi naturale da anni alla mercé dei politici e degli imprenditori locali, oltre che ovviamente della criminalità organizzata; i quali hanno messo in piedi un sistema illecito che ha distrutto e degradato l’intera area. Il sesto riguarda il Comune di Casoria, con l’amministrazione locale che in occasione delle festività natalizie del 2010 ha addobbato oltremodo la città, non curandosi allo stesso modo di un manto stradale a dir poco penoso.
Ultimo caso – l’unico esclusivamente del casertano – riguarda una famiglia la cui terra di proprietà da ormai un secolo, è stata “stuprata” negli ultimi vent’anni dallo Stato per opere mai concluse. Il tutto in cambio di un misero compenso previsto dall’esproprio.

Per chi fosse interessato ad acquistare il libro, lascio di seguito il link diretto: http://www.lulu.com/product/a-copertina-morbida/lo-stato-siamo-noi/15691197

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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