MORTE DI VALENZI…UN PRESAGIO PER LA SINISTRA NAPOLETANA?

Si è spento mercoledì scorso, all’età di 99 anni (ne avrebbe compiuti 100 il prossimo 16 novembre),  l’ex senatore e dirigente del PCI, Maurizio Valenzi. Si è spento nella clinica “Villa dei Fiori” a Napoli, dove era stato trasferito da circa un mese per un aggravamento delle sue condizioni.
E’ stato Sindaco di Napoli dal 1975 al 1983, in una Napoli non ancora falcidiata palesemente dalla Camorra o dalla disoccupazione, ma sicuramente interessata, come il resto d’Italia, dal terrorismo dell’estremismo politico degli “anni di piombo”. Rappresentante, aggiungo, di una classe politica non ancora spudoratamente avvinghiata sui beni pubblici per propri calcoli politici.

Nato a Tunisi da una famiglia di origine livornese, Valenzi aveva cominciato l’attività come pittore a Roma e Parigi. Poi l’adesione al partito comunista da giovane, con le inevitabili persecuzioni e il processo che c’ho comportò (nel novembre ’41, per “attentato alla sicurezza dello Stato”). Dopo la guerra divenne dirigente della federazione del PCI, e divenne senatore dal 1958 al 1968 (3 legislature), fino a diventare, come detto, Sindaco di Napoli nel 1975. Era molto amico di Napolitano (ovviamente soprattutto per l’avventura politica condivisa insieme).
Proprio qualche mese fa, è stata pubblicata una sua biografia curata da una dei due figli di Valenzi, Lucia, dal titolo “Italiani e antifascisti in Tunisia negli anni Trenta”.
Molti politici e giornalisti di “vecchio corso” lo ricordano come un uomo tutto d’un pezzo, coerente con le proprie idee ma al contempo leale con gli avversari. Insomma con Valenzi se ne va un pezzo di storia del PCI, quel PCI antifascista e democratico che ha di fatto, collaborato per la stesura della nostra attuale Costituzione. E se ne va, a livello locale, una sinistra molto lontana da quella che ci governa oggi, con personaggi talmente radicati alle poltrone da non essere rimossi nemmeno da scandali giudiziari che li riguardano direttamente, o che comunque riguardano uomini delle Giunte di cui loro sono i principali rappresentanti. I quali però, sono irrimediabilmente bocciati alle elezioni, consegnando di volta in volta, la gestione del territorio alla controparte di centro-destra (ogni riferimento a Bassolino e Jervolino è puramente voluto).
Chissà quanti uomini politici, quelli della mia generazione, ricorderanno con rammarico e stima quando questi verranno a mancare, magari per essersi distinti per qualcosa. La vedo veramente dura.
Arrivederci Valenzi; e chissà che la sua fine non sia un presagio per la sinistra napoletana e campana.
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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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