Napoli dopo Maradona poteva sognare ancora: quel rifiuto che cambiò la sua storia

La squadra partenopea non è più riuscita a raggiungere quei successi ottenuti con l’argentino
Per i tifosi del Napoli l’affetto per Diego Armando Maradona è rimasto invariato, indelebile. E viceversa. I primi gli hanno dedicato murales, libri, film, perfino una cappella a Spaccanapoli. Il secondo continua a lanciare messaggi d’amore per la città che lo ha amato tanto, e, di recente, anche di odio nei confronti della Juventus. Rivale di sempre. Del resto, come potrebbe essere altrimenti. Con Maradona il Napoli ha vinto quasi tutto. Il primo scudetto soprattutto, atteso da sempre, che rievocò anche il film di un altro grande di Napoli, Massimo Troisi: Scusate il ritardo. Poi però le strade si divisero, bruscamente. L’incompatibilità tra Diego e Ferlaino divenne insostenibile. Il vizio della droga del primo fece terminare in malo modo la sua carriera. Sebbene regalò negli anni successivi ancora qualche perla (si pensi al gol con la sua Argentina ai mondiali Usa ’94, prima della squalifica). Gli anni post-Maradona sono stati difficili per il club partenopeo, tra retrocessioni, fallimenti, recenti illusioni. Di altri numeri dieci ne sono arrivati, ma nessuno è riuscito almeno un minimo a far dimenticare El Pibe de Oro: Zola, Di Canio, Benito Carbone. Eppure un fuoriclasse poteva arrivare e regalare altre emozioni ai napoletani. Ma le cose andarono diversamente. Scopriamo chi è e cosa andò storto.

Al Napoli poteva arrivare il rumeno George HagiIl dopo Maradona poteva chiamarsi George Hagi, fuoriclasse rumeno che proprio nella prima metà degli anni ’90 era nel pieno della sua carriera. In un’intervista a La Gazzetta, rivela che il dopo-Maradona doveva essere lui: ”Sono però ancora arrabbiato coi dirigenti del Brescia di allora (…) avevo ricevuto un’offerta dal Napoli, per essere l’erede di Maradona. L’argentino era andato via e io sarei diventato il nuovo Diego, ma a Brescia non accettarono l’offerta”. Col Brescia Hagi andò prima in Serie B dopo uno spareggio contro l’Udinese, poi risalì l’anno dopo e andò al Mondiale Usa ’94. Hagi, non a caso, veniva soprannominato ‘Il Maradona dei Carpazi’, perché, come Diego, era brevilineo, dotato di un ottimo dribbling e un grande sinistro. E non fu neanche un caso che dopo il Mondiale americano fu chiamato dal Barcellona allenato da un altro grande: Crujff. Poi finì anche al Real Madrid.
Insomma, Napoli poteva vivere qualche altro anno da protagonista. Certo, Diego non è paragonabile ad alcuno. Ma George avrebbe potuto rendere meno amaro il suo addio…

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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