NEW TOWN DELL’AQUILA: PERICOLANTI, COSTOSE E DEPRIMENTI

I QUARTIERI DECANTANTI DAL DUO BERLUSCONI-BERTOLASO SI CONFERMANO UN BLUFF E UN DANNO SU TUTTI I FRONTI
“Speriamo che l’anno prossimo potremo parlare di un’Aquila in ripresa, che sta ritornando lentamente quel borgo pullulante di arte, cultura, storia e vita giovanile che era prima di quel dannato 6 aprile 2009. Una città distrutta più che dal terremoto, dall’egoismo insaziabile dell’uomo; in particolare di politici e ingegneri, che hanno speculato miseramente su un dramma che ha ucciso centinaia di persone, rovinando la vita a migliaia”.
Con queste parole concludevo un post dello scorso aprile dedicato al triste anniversario del terremoto all’Aquila e dintorni. A 7 mesi di distanza, si scoprono in realta’ nuovi altarini inquietanti, che fanno solo intuire come sia davvero stata fatta la ricostruzione nel capoluogo abruzzese, al di la’ del fumo negli occhi che il duo Berlusconi-Bertolaso propagò in una ormai tristemente famosa puntata di Porta a porta. Le famigerate New town si sono rivelate un danno economico per la scarsa chiarezza con cui si sono eseguite le gare d’appalto; un danno psicologico per chi ci vive dentro, sradicato dal proprio passato e isolato dalla propria comunita’; un danno ambientale, poiché il sistema “a molla” con cui sono stati costruiti gli edifici nella realta’ non funziona. Ciò vuol dire che una nuova scossa dai 4 gradi in su li farebbe crollare.

IL BLUFF DELLE CASE A MOLLA – Almeno duecento degli isolatori sismici a pendolo montati sui pilastri che sostengono i 185 edifici del progetto “C. a. s. e.” (Complessi antisismici eco-compatibili) sono destinati a sbriciolarsi se mai la terra dovesse tornare a tremare come quel 6 aprile di sei anni fa. E quel che è peggio, nessuno è in grado di dire oggi – nemmeno la ditta che li ha prodotti e montati, la società “Alga” – quali strutture esattamente appoggino su quei pezzi fallati. Meglio, costruiti “in frode” alle specifiche che erano state indicate dal bando di gara per l’assegnazione dell’appalto. Una commessa da 7 milioni di euro che vide vincitrici la società Alga (4.900 gli isolatori forniti) e la Fip (2.400).
Il lavoro di un anno dei docenti di ingegneria Alessandro De Stefano e Bruno Chiaia – i due periti di ufficio incaricati di verificare se, appunto, i “pendoli” sistemati sotto i 185 edifici antisismici rispondessero effettivamente ai requisiti fissati dal bando di gara e, soprattutto, se fossero efficienti – usa la certezza dell’indicativo. Se è vero infatti – scrivono i periti – che “la totalità degli isolatori forniti dalla Fip sono risultati funzionanti e perfettamente idonei allo scopo per il quale sono stati installati”, non altrettanto può essere detto per quelli dell’Alga. Almeno 200 dei 4.900 pezzi prodotti da questa società “non solo presentano disomogeneità rispetto a quanto dichiarato nella fornitura, non solo non sono stati sottoposti a prove di qualificazione e accettazione da un laboratorio terzo e ufficiale, ma uno di essi, testato presso il laboratorio di Ingegneria strutturale dell’Università di san Diego, in California, non ha superato le prove, rompendosi macroscopicamente durante una di esse”.
Cedono di schianto, dunque. E la ragione – provando a semplificare la complessità degli argomenti tecnici illustrati dalla perizia – è appunto nella frode utilizzata per assemblarli. Gli isolatori sismici a pendolo sono sostanzialmente costituiti da 3 elementi d’acciaio sovrapposti: una base concava; una rotula centrale, convessa; un terzo elemento che si accoppia con la rotula, consentendo le rotazioni. Ebbene, per controllare l’attrito negli isolatori vengono utilizzati opportuni materiali termoplastici. E la loro qualità è decisiva per consentire che l’edificio, durante un evento sismico, dondoli più dolcemente rispetto al movimento del terreno. All’Aquila, gli isolatori dovevano essere di materiale termoplastico omogeneo, detto Hotslide, riconoscibile per il suo colore verde. Al contrario, nei 200 pezzi “anomali” prodotti dall’Alga quel materiale omogeneo non è, risultando una combinazione di Hotslide e Xlide (il colore in questo caso è nero).
Ora, come è stato possibile che nessuno in fase di realizzazione si sia accorto della frode? È un fatto, accertato dalle indagini della Procura, che l’azienda figurasse tra gli sponsor dell’Eucentre di Pavia, il centro di ricerca antisismica diretto dal professor Gianmichele Calvi, uomo di Bertolaso, padre del progetto C. a. s. e., condannato lo scorso 22 ottobre quale componente della Commissione nazionale grandi rischi e, ora, indagato con Agostino Marioni, proprietario dell’Alga, per frode.
Ma è pur vero che all’Eucentre l’Alga fece testare esemplari di isolatori che non presentavano quella disomogeneità di materiali. È un fatto che nessuno, né Marioni, né Calvi sappiano oggi non solo quanti isolatori anomali siano stati montati, né sotto quali edifici. E che i periti scrivano come “ai fini della sicurezza globale degli edifici sia necessario intervenire per la sostituzione degli isolatori anomali”.
LA SCARSA CHIAREZZA DEGLI APPALTI– I dati forniti dalla Protezione civile nel 2010 documentano che la realizzazione dei 4 mila e 500 appartamenti del Progetto è costata complessivamente 803 milioni e 857 mila euro. Comprendendo in questa cifra, non solo le spese di fondazione ed edificazione, ma anche il costo degli allestimenti, degli arredi, delle opere di urbanizzazione e di sistemazione del verde. Mentre un calcolo standard dei costi di semplice costruzione  –  almeno a voler stare alle indicazioni fornite in questi mesi in Parlamento e alla Regione Abruzzo dall’Idv di Antonio Di Pietro – indica il prezzo a metro quadro degli appartamenti più o meno in 2 mila e 600 euro. Vale a dire, quattro volte quello delle casette in legno prefabbricate. Comunque più del doppio del costo medio di mercato che oscilla intorno ai mille e cento euro a metro quadro. A rendere importanti i costi, come sempre, una rigogliosa fioritura di subappalti (sono state 931 le imprese che hanno lavorato nei cantieri a fronte delle 121 che si sono aggiudicate le gare), i cui criteri restano nella piena discrezionalità delle imprese. E la singolare esosità di alcuni voci di spesa. Come i 14 milioni e mezzo per la sistemazione del verde, la posa di aiuole e alberi. O i 66 milioni di euro pagati per la fornitura, il trasporto e il montaggio degli arredi. Più o meno 15 mila euro ad appartamento (una fortuna, se si pensa che un arredamento completo da “Ikea” per una casa di circa 50 metri quadri può arrivare a 7-8 mila euro).
Gian Michele Calvi, direttore dell’Eucentre di Pavia, braccio operativo di Bertolaso a L’Aquila e, soprattutto, padre e direttore dei lavori del Progetto “C. a. s. e”, non più tardi di qualche settimana fa ha chiesto 2 milioni di euro di risarcimento danni per diffamazione all’Idv (che la questione ha sollevato per prima), obiettando che i costi del Progetto sono “assolutamente in linea con i prezzi di mercato”. Non 2 mila e 600 euro a metro quadro, dunque, ma 1.300, perché nel calcolo della superficie di riferimento andrebbero considerati non solo i 1.800 metri quadri mediamente sviluppati dagli appartamenti di ciascun edificio, ma gli ulteriori 500 metri quadri sviluppati dai parcheggi auto, dagli spazi comuni, dai ballatoi e dalle scale.
È un fatto, però, che ad assediare il giovane ingegnere di Pavia oggi ci sia anche dell’altro. E parliamo del mistero che avvolge i 7.300 isolatori sismici “a pendolo scorrevole” su cui sono poggiate le piastre degli edifici. Le “molle” che li dovrebbero rendere impermeabili a una futura catastrofe, assorbendo le oscillazioni della terra. Insomma, l’anima del Progetto. Quella che ne ha giustificato la realizzazione (una prima volta nel nostro Paese).
La fornitura degli isolatori è costata 13 milioni e mezzo di euro. E ad aggiudicarsi la gara sono state la società “Alga” di Milano (per i due terzi dei pezzi necessari) e la “Fip industriale” di Selvazzano Dentro (Padova). Ebbene, il materiale fornito dalle due società ha conosciuto storie diverse. Si scopre infatti  –  e ne chiede conto già nel gennaio scorso un’interrogazione parlamentare del senatore del gruppo misto Giuseppe Astore, che resterà senza alcuna risposta  –  che mentre un campione degli isolatori della “Fip” è stato sottoposto a simulazioni avanzate in laboratori qualificati quali quelli dell’Università della California di San Diego (gli addetti chiamano queste prove “eccitazioni bidirezionali”), con costi modesti (20 mila euro), tempi celeri ed esiti positivi, non altrettanto è avvenuto per quelli dell'”Alga”. Questi isolatori hanno infatti superato un unico test. Quello previsto dalla nostra normativa antisismica (è il test definito di “eccitazione monodirezionale”). E per giunta nei laboratori di quello stesso Eucentre diretto da Calvi che, oltre ad essere padre del progetto C. a. s. e è stato anche, nel 2003, tra i padri della nostra nuova legge antisismica.
I DANNI PSICOLOGICI – Il terremoto de L’Aquila non è stato solo fisico, ma anche psicologico e sociale. Qualcuno si è lasciato morire. Tra gli anziani l’aumento dei decessi è un dato statistico, fa notare Pierluigi Biondi, sindaco di Villa Sant’Angelo, il secondo comune più colpito. Qualcuno ha cercato una soluzione al di fuori di sé. Tra i giovani, racconta Biondi, è cresciuto il consumo di droghe, alcol, psicofarmaci. Altri hanno semplicemente ricominciato a fumare. Chi ha paura a entrare in un luogo chiuso, chi non prende più l’ascensore. Sono cresciuti anche gli incidenti stradali: prima metà degli aquilani giravano solo a piedi, in un centro storico tra i più vasti d’Italia; ora girano solo in macchina.
Immaginate una città rimasta senza Cattedrale e senza Comune, senza liceo, università, biblioteca, Poste, teatro, senza ristoranti, bar, caffè, pub, pizzerie. E immaginate che tutto questo sia stato duplicato, in forme ovviamente meno belle e più scomode, sul «frontestrada» come si usa dire, in un dedalo di rotonde che da queste parti non si erano ancora viste.
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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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