Paolo Villaggio, il lato cinico oltre Fantozzi: cosa pensava di neri, omosessuali e disabili

Come ormai sapete tutti, l’attore e scrittore genovese Paolo Villaggio ci ha lasciato lunedì scorso. Sul web sono piovute a raffica dediche da parte di colleghi, Vip di ogni settore e persone comuni, che riprendevano frasi, spezzoni e immagini riguardanti la saga del suo personaggio più noto: lo sfigato Ragionier Ugo Fantozzi. Ultima maschera partorita dal Nord, che tramite le sue disavventure, ha dipinto i difetti degli italiani. Dal lecchino Calboni, al collega approfittante Filini, dalla figura metafisica del Mega direttore galattico, alla collega inarrivabile Silvani, fino alla famiglia composta da una moglie per nulla attraente e da una figlia orripilante.

I più riusciti Fantozzi sono senza dubbio i primi tre, poi divennero sempre più commerciali e volgari. Pur comunque rispecchiando sempre fedelmente l’Italia del periodo. Fantozzi ha affrontato tutti i mali dell’Italia: il tifo violento, i colleghi pugnalatori alle spalle, i capi cinici, i ladri di pensioni, la Mafia, le tragiche ferie agostane, le insopportabili riunioni condominiali, i viaggi organizzati dall’Inps, i brogli ai concorsi, la malasanità, il terrorismo, e così via. Li ha affrontati a viso aperto, sebbene rimesso per chi è abituato a subire. Ma con quell’ottimismo di chi è sempre pronto ad affrontare una nuova giornata, per quanto pesante sia. Ma Paolo Villaggio è stato anche un grande attore di teatro, lavorando fino a quando il fisico glielo ha permesso. Nonché geniale cabarettista, inventore di personaggi tanto pittoreschi quanto riusciti. Ma Paolo Villaggio è stato anche un cinico pensatore, senza ipocrisia e peli sulla lingua. Ecco il suo pensiero su africani, omosessuali e disabili. Che il web non riporta.

Il pensiero di Paolo Villaggio sui neri africani

Una carrellata sul cinico Villaggio pensiero ce la offre Il fatto quotidiano. Col blog di Ivo Mej che attinge da varie fonti. Cominciamo da cosa pensava Paolo Villaggio sui neri africani:

“La Kyenge io la chiamo negra. Altrimenti come vuoi chiamarli? Non è oltraggioso, è la solita ipocrisia. Non ha nemmeno il passaporto italiano (…) 38 fratelli? Colpa del padre e della sua attività sfrenata. Da quelle parti è l’unico divertimento, altrimenti sarebbe un pazzo, un maniaco sessuale. Per carità”.

E ancora:

“La nostra cultura non ha ancora accettato una cultura inferiore come quella che viene dall’Africa (…) noi buonisti, noi europei, noi sacerdoti, noi santi: tutti abbiamo sempre finto di essere più buoni di quello che in realtà siamo (…) I rapporti con la gente di colore oggi, tranne forse con Obama, sono ancora improntati a una leggera ipocrisia”.

Cosa pensava Paolo Villaggio degli omosessuali

“E’ un’anomalia genetica che va compresa fino in fondo (…) E’ un incidente, se si ha veramente amore per il prossimo bisogna avere comprensione per una deviazione che non è desiderata”.

E ancora:

“Da ragazzi – raccontando dell’amicizia con Fabrizio De Andrè ndr –  tormentavamo due omosessuali, uno dichiarato e l’altro no. Li prendevamo a pietrate, solo per il gusto di farlo”.

Cosa pensava Paolo Villaggio delle paraolimpiadi

“Le Paralimpiadi di Londra fanno molta tristezza, non sono entusiasmanti, sono la rappresentazione di alcune disgrazie e non si dovrebbero fare perché sembra una specie di riconoscenza o di esaltazione della disgrazia. La mia non è crudeltà, ma è crudele esaltare una finta pietà. Questo è ipocrita. Sembrano Olimpiadi organizzate da De Amicis con dei ‘personaggini‘. Non fa ridere una partita di pallacanestro di gente seduta in sedia a rotelle, io non le guardo, fa tristezza vedere gente che si trascina sulla sedia con arti artificiali. Mi sembra un po’ fastidioso, non è divertente”.

paolo villaggioAnche questo era Paolo Villaggio, che non a caso sfogava il suo cinismo contro il povero Fantozzi. Vittima e carnefice nello stesso personaggio, come lo abbiamo visto anche nei film Dottor Jekyll e gentile signora, o Fracchia la belva umana. Averceli oggi personaggi simili. Appiattiti come siamo diventati nel condividere pensieri e foto solo per moda.

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3 Risposte a “Paolo Villaggio, il lato cinico oltre Fantozzi: cosa pensava di neri, omosessuali e disabili”

  1. Come spesso accade si tende a confondere il personaggio interpretato con l’uomo, è una cosa che avviene molto spesso anche quando musicisti o artisti tendono ad esprimere pareri controversi ed i fan continuano a giudicarli in base alla loro produzione.

  2. Buongiorno Luca, ti seguo volentieri sebbene in molti casi io abbia opinioni diverse dalle tue, comunque ti interessi di problemi sociali, politici e con spunti interessanti che mi piace leggere.
    Paolo Villaggio era e resta un personaggio a me caro, mi ricorda gli anni in cui mio figlio lo seguiva con simpatia per la sua grande vis comica, ero a conoscenza delle sue idee definite ciniche e le condivido anche io, purtroppo! le Paraolimpiadi non riesco a seguirle per la malinconia che mi trasmettono, non ho antipatia per gli omosessuali ma li considero anche io un’anomalia, mentre per quanto riguarda i neri divergo in modo netto, non mi crea problema il colore della pelle, mi dà fastidio la mancanza di apertura mentale, la poca conoscenza della storia della nostra civiltà e la poca tolleranza da parte loro.

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