Le colpe della Francia e la sacralità di Parigi

LA CAPITALE FRANCESE E’ STATA COLPITA DA TRE ATTENTATI SIMULTANEI VENERDI’ SERA, CON UN BILANCIO PESANTISSIMO DI VITTIME E FERITI
11 è il numero che ha segnato la mia generazione: 11 settembre 2001, 11 marzo 2004,13/11 2015. New York, Madrid, Parigi, a cui va aggiunta Londra, sebbene l’11 non si sia avverato (era il 7 luglio 2005). Il terrorismo ha colpito l’Occidente quasi sempre in una data avente il numero 11.

GLI ERRORI DELLA FRANCIA – Colpendo Parigi, venerdì scorso gli islamisti hanno colpito pesantemente  il cuore dell’Europa, oltre che la Francia. Il Paese transalpino paga il conto di politiche estere sbagliate: il colonialismo nei paesi nordafricani; il rapporto ambiguo con Gheddafi e Assad; politiche economiche volte allo sfruttamento delle risorse naturali del Terzo Mondo; vendita di armi che ivi fomentano le guerre civili; satira pesante sui simboli dell’Islam.

Ma oltre a ciò, paga anche una politica d’integrazione altrettanto errata, dato che per decenni gli immigrati sono stati costipati nelle Banlieu e relegati nei lavori più umili. Non a caso, tra i terroristi ci sono anche giovani figli di immigrati, cittadini francesi a tutti gli effetti.
Ora in tanti, anche a sinistra, rispolverano il pensiero di Oriana Fallaci sull’Islam e sulla minaccia all’Occidente. Senza però tenere conto del passato e degli errori che uno Stato commette.
Comunque sia, ci sono rimasto malissimo, non per la Francia, ma per Parigi. Città in cui sono stato circa due anni fa e di cui mi sono innamorato. Come si fa a colpire ripetutamente una città come Parigi? Simbolo della libertà, delle opportunità, dell’eleganza. Epicentro dell’arte, della moda, della trasgressione. Dove in tanti hanno trovato rifugio, una propria casa. Dove in tanti hanno potuto realizzare il proprio sogno. Musulmani compresi.
Paris, je t’aime encore plus…
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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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