Super Mario Bros compie 30 anni: storia e futuri progetti di un mito secondo solo a Topolino

Dal 1985 si è evoluto, undici anni dopo è diventato tridimensionale e da qualche giorno percorre i livelli costruiti dai giocatori nel neonato Super Mario Maker
Domenica scorsa Super Mario bros ha compito trent’anni. Mario è oggi il personaggio di fantasia più famoso dopo Topolino. E’ apparso in più di duecento videogiochi, con oltre trecento milioni di copie vendute. È l’eroe che ha fatto conoscere Nintendo nel mondo e ha trainato le sue console da gioco più popolari (il Nes prima e il Super Nintendo dopo). È comparso in cartoni animati e in un film del 1993 (che a tanti non è piaciuto, nonostante gli attori coinvolti). È il titolo videoludico più venduto di tutti i tempi (al secondo posto dopo Wii Sports, se includiamo i giochi venduti assieme alle console). Dal 1985 si è evoluto, undici anni dopo è diventato tridimensionale e da qualche giorno percorre i livelli costruiti dai giocatori nel neonato Super Mario Maker. Ripercorriamo i suoi trentadue anni di onorata carriera.

LE ORIGINI – Ma la storia dell’idraulico più celebre del mondo inizia cinque anni prima, nel 1980, quando all’azienda di Kyoto fu assunto Shigeru Miyamoto, il designer che sarebbe diventato il padre di Mario (Qui è stato intervistato da Federico Cella durante l’E3 2015). Nintendo allora si occupava per lo più di giocattoli anche se, nel Paese già asiatico, aveva già iniziato a produrre console dal 1977 (come la Color tv Game) e aveva lanciato senza successo Radar Scope, un videogame d’azione in stile Space Invaders per sale giochi, ma era un prodotto già vecchio per il mercato. E molti di questi “cabinati” rimasero invenduti. All’azienda serviva qualcosa di nuovo.
La nascita di Donkey Kong, Pauline-Peach e Jumpman-Mario, che avrebbero segnato la storia dei videogiochi, fu però un ripiego. Nintendo intendeva usare i personaggi di Braccio di Ferro, per sfruttarne la popolarità. Popeye, nel gioco, avrebbe dovuto salvare Olivia. Ma a gioco completato, l’azienda proprietaria dei diritti di questi personaggi chiese una cifra troppo alta. E così da Kyoto optarono per creazioni originali.
Nintendo era indietro con il pagamento dell’affitto del magazzino di Seattle. E spesso il proprietario dell’edificio, che si chiamava Mario Segale, faceva visita al team per chiedere il denaro arretrato. Secondo la leggenda è lui – ribattezzato dal team Nintendo “Jumpman Mario” – ad aver ispirato il nome dell’idraulico che di qui a poco sarebbe apparso nei videogame.
Due anni dopo, nel 1983, Miyamoto era già diventato un disegnatore di videogame di successo. Aveva già lavorato a due sequel di Donkey Kong. Decise di spingersi oltre e creare un gioco arcade a due giocatori: Mario Bros. Il videogame è ambientato sotto la superficie di New York. I quadri si svolgono in un’unica schermata e, per superarli, bisogna passare attraverso il tubo in cima al livello. Qui, qltre all’idraulico Mario, compare il fratello Luigi, impersonato da secondo giocatore. I due protagonisti, paffuti e goffi, con braccia lunghe e colori sgargianti, furono un brillante compromesso per rendere visibili i movimenti con i limiti tecnologici del tempo (i leggendari 8 bit). Anche i baffi e il naso pronunciato furono scelti perché una semplice bocca si sarebbe confusa con i pochi pixel a disposizione.
L’USCITA DI SUPER MARIO BROS– Nel 1985 la svolta. Arriva Super Mario Bros. Tartarughe e i mattoncini sospesi e il cielo tendente al violaceo sono i tratti del nuovo universo. Riconoscibili anche da chi non ci ha mai giocato. Come la colonna sonora, anch’essa a 8 bit. E il boss finale (anche questa una novità del genere), il drago-testuggine Bowser. La schermata scorreva da sinistra verso destra, dando un’ampiezza fino ad allora mai vista ai quadri (fino ad allora fissi in un’unica videata). La profondità di gioco, con power-up, salti e livelli segreti conquistarono il mondo. La sua velocità e fluidità erano un enigma anche i geni del game design. John Carmack (il futuro padre di Doom) per molto tempo non riuscì a capire come fosse stato possibile raggiungere un risultato simile. Era stato fissato un nuovo standard di qualità, che durerà per più di dieci anni.
Ci si poteva giocare solo sulla console Nes (in Giappone distribuita con il nome Famicom). E Super Mario contribuì in modo decisivo alla sua diffusione. Arriverà in Italia solo il 30 novembre 1987. È il primo scossone positivo nell’industria videogiochi dopo la grande crisi del 1983, quando il mercato, inondato da titoli scadenti e da una concorrenza al ribasso, crollò.
L’EVOLUZIONE COL SUPER NINTENDO E LA CONCORRENZA DI SONIC – Dopo un controverso sequel, in cui Mario si muoveva dall’alto verso il basso, Miyamoto produce altri due capolavori. Nel 1986 The Legend of Zelda e nel 1988 il terzo capitolo dell’idraulico: Super Mario Bros 3. Ci sono nuovi power-up e personaggi. Mentre i comandi sono gli stessi del primo capitolo, con cui gli utenti hanno ormai familiarità.
Ma soprattutto, il giocatore non è più confinato nella successione lineare dei livelli. C’è una mappa globale e si può scegliere quali quadri completare o saltare.
Nel 1990 arriva una nuova console, il Super Nintendo a 16 bit. È anche una brutta notizia per i possessori del Nes: le due piattaforme non solo compatibili tra loro. È il nuovo capitolo dell’idraulico, Super Mario World, a dover mostrare le potenzialità nel nuovo sistema e convincere gli utenti ad acquistarla. Oltre alla grafica più curata, c’è una grande novità anche in termini di giocabilità: non c’è più un solo modo per finire i quadri.
Queste soluzioni ne fanno tuttora uno dei più riusciti – e tuttora attuali – esempi di videogioco a scorrimento. Un anno dopo, però, verrà insidiato il primato di Nintendo. Nascerà il primo reale avversario di mercato di Mario: il porcospino Sonic. Prodotto da un’altra azienda giapponese, Sega, girerà sulla sua console Mega Drive che, motorizzata dal potente processore Motorola 68000, renderà questo gioco frenetico. Niente, fino ad allora era stato così veloce.
MARIO DIVENTA 3D COL NINTENDO 64– Sei anni dopo la storia si ripete: esce una nuova piattaforma da gioco casalinga, il Nintendo 64, e l’idraulico deve mostrare ciò di cui l’hardware è capace. Nel 1996 esce Super Mario 64: non c’è più lo scorrimento da sinistra verso destra, ma un mondo tridimensionale da esplorare.
Dal punto di vista del gioco è un’innovazione radicale: l’utente non deve (solo) completare un quadro, può muoversi in libertà. La videocamera ruota e segue il personaggio: è un nuovo standard. Un anno prima era nata una console che, poco dopo, sottrarrà a Nintendo il primato nelle preferenze dei videogiocatori: la Playstation di Sony. Potrà competere con un altro celebre titolo tridimensionale in terza persona, Tomb Raider (1996). Ma la giocabilità del primo capitolo della saga di Lara Croft era inferiore rispetto a Super Mario 64.
MARIO VS PLAY STATION E XBOX– Alla fine degli anni Novanta l’azienda di Kyoto aveva ormai perso la sua leadership. E il tentativo di riconquistarla con una nuova console, il Game Cube, si rivelò un fallimento. Poi, dal 2001, sotto la guida di Satoru Iwata, scomparso il 13 luglio 2015, l’azienda riconquistò terreno. Nintendo non sfidò la forza bruta di PlayStation e Xbox (la loro qualità grafica era ormai fuori portata), ma creò console per il divertimento della famiglia: la portatile DS e la Wii, quest’ultima con i suoi apprezzatissimi controller in grado di rilevare il movimento.
Mario ha seguito tutte queste evoluzioni, rimanendo però sempre legato a doppio filo con le console made in Kyoto. È diventato un dottore nel puzzle game Dr Mario, un pilota in Mario Kart, un lottatore in Super Smash Bros. E molto altro.
MARIO OGGI – Con il nuovo capitolo, Super Mario Maker, all’idraulico spetta il compito di risollevare la nuova Wii U, sulla quale Nintendo aveva scommesso molto e che, finora, non si è rivelata un successo. Nel videogame, disponibile dall’11 settembre, gli utenti avranno un ruolo ancor più attivo: potranno creare i propri livelli e condividerli online. Sarà la comunità di giocatori a dare longevità al videogame.
Insomma, nel corso degli anni Mario bros ha dovuto affrontare non solo mostriciattoli e draghi, ma anche la concorrenza di nuovi videogame. La scelta della Nintendo è stata quella di non affrontarli a viso aperto, ma di proseguire su una propria strada, perseguendo con le proprie caratteristiche. E se Mario dopo 32 anni è ancora in giro con una nuova versione, vuol dire che è stata azzeccata.

5,0 / 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.