TRA EPURAZIONI DI ASSESSORI E ROTTURA COL M5S, LA RIVOLUZIONE DI CROCETTA IN SICILIA E’ GIA’ NAUFRAGATA

PRIMA LO STRAPPO CON ZICHICHI E BATTIATO, POI LA FINE DELL’APPOGGIO ESTERNO DEL PARTITO DI GRILLO. ORA SARA’ COSTRETTO A DIALOGARE CON CHI HA PORTATO L’ISOLA ALLO SFASCIO
Mentre tanti media, con l’elezione di Rosario Crocetta a Governatore della Sicilia, parlavano già di rivoluzione e di modello, dall’alto (o dal basso) della mia disillusione avevo previsto che sull’isola sarebbe cambiato realmente poco (leggi qui). In sei mesi un evento dopo l’altro ha dato ragione alle mie previsioni: su tutti, l’uscita dalla Giunta di due personaggi esterni alla politica, quali Antonio Zichichi e Franco Battiato (decisione da me salutata con favore), e ora lo strappo con il Movimento cinque stelle, che si era dichiarato disposto a dare un appoggio esterno al Governo Crocetta.

IL LICENZIAMENTO DI ZICHICHI E BATTIATO – In particolare, per quanto riguarda Battiato, nominato Assessore regionale al Turismo, Crocetta ha deciso di revocargli l’incarico in seguito alle sue dichiarazioni da Bruxelles, dove il musicista ha parlato di “troie in Parlamento”. Parole forti, stigmatizzate da  maggioranza ed opposizione, che avevano portato molti a chiedere le  dimissioni dell’artista. Stamani con una nota il governatore, che ha  assunto l’interim al Turismo, aveva preso le distanze dal suo ormai ex assessore e con una lunga lettera aveva chiesto scusa al Parlamento  per “le affermazioni, certamente non istituzionali ed offensive”. “Quando si sta nelle istituzioni – ha detto il governatore –  si rispettano e si rispetta la dignità delle istituzioni medesime e,  nel caso di Battiato sicuramente si è andati ben oltre e si è  violato il principio della sacralità delle stesse. Siamo orgogliosi di appartenere al popolo italiano e di avere un Parlamento  l’espressione della sovranità del popolo e della partecipazione dei  cittadini alla vita democratica. Quando si offende il Parlamento, si  offende tutto il popolo italiano e ciò non è consentito a nessun  componente delle istituzioni. Mi dispiace veramente molto, sono addolorato”.
Per quanto riguarda Zichichi, nominato Assessore alla Cultura, la decisione di Crocetta sembra la naturale conclusione di una riflessione avviata da tempo dal governatore il quale recentemente aveva detto: “Zichichi è uno scienziato e probabilmente il trasferimento di queste sue conoscenze non ha funzionato, mancano gli elementi di connessione: credo sia più adatto a un incarico tecnico più che politico. Ha trasmesso delle belle idee e potrebbe dare un grande supporto. Ma serve una figura tecnica e pragmatica per governare un assessorato che rilascia concessioni o le blocca”.  Motivo di attrito era stata anche la dichiarazione di Zichichi che aveva affermato “da scienziato, auspico una Sicilia che si dedicasse alla produzione di energia proveniente dal nucleare sicuro”.
“Di Zichichi non se ne poteva più, bisognava lavorare e invece lui parlava di raggi cosmici. Forse, sarebbe stato meglio utilizzarlo come esperto”  ha detto poi all’Ansa Crocetta. 
LA ROTTURA COL M5S – Dopo un proficuo dialogo sul Muos e sull’abolizione delle province (che erano state depennate con il voto favorevole dei deputati Cinque Stelle) le prime frizioni tra Crocetta e i deputati di Grillo si erano registrate con la votazione della legge per la doppia preferenza di genere. Secondo i Cinque Stelle quella norma presentava un vulnus pericolosissimo: ovvero la possibilità di controllare le preferenze, agevolando quindi il voto clientelare. Il Movimento Cinque Stelle aveva dunque deciso di non votare quella norma, che invece era stata sostenuta alla fine anche dai deputati del centrodestra. Pochi giorni dopo la seconda frizione, quando il Parlamento siciliano non aveva eletto nessun deputato del Movimento Cinque Stelle tra i grandi elettori che avrebbero partecipato alle elezioni del nuovo presidente della Repubblica. “Guardando i numeri è chiaro che un pezzo di maggioranza ha votato per Francesco Cascio del Pdl”, aveva fatto notare Giancarlo Cancelleri.
La proverbiale goccia però è arrivata nelle ultime ore, quando la commissione finanze dell’Ars ha tagliato rapidamente tutti gli emendamenti del M5S al bilancio regionale. “La vecchia partitocrazia usurata dal clientelismo (Pd, Pdl, Udc e lo stesso governo di Rosario Crocetta) ha fatto quadrato sul bilancio. Gli unici che puntano sul vero cambiamento sono i deputati M5S. Ma per la vecchia partitocrazia siciliana gli emendamenti grillini sono fumo negli occhi. Così la Commissione Finanze taglia tutti gli emendamenti al bilancio targato M5S”, dicono i deputati del Movimento, che hanno annunciato la spaccatura definitiva col governatore.
“Mi dispiace per le parole dei grillini. Per me il dialogo è sempre aperto” ha replicato Crocetta.
Crocetta non ha i numeri per governare e dovrà “dialogare” (per usare un eufemismo) con i deputati dell’opposizione. E come detto nel precedente post, escludendo il Movimento 5 stelle che ha già detto di non volerne sapere, non gli resta che recarsi da chi ha mandato la Sicilia a un passo dal default: Miccicchè e Lombardo. O addirittura da Pdl e La Destra. Cosa a questo punto più che probabile, visto che durante le elezioni del capo dello Stato, il governatore era stato beccato mentre a Montecitorio rideva di gusto in compagnia di Silvio Berlusconi.
5,0 / 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.