Trump: dai Rolling Stones ai Queen, chi gli ha negato le sue canzoni

Donald Trump prosegue spedito verso le elezioni alla Casa Bianca del prossimo novembre. Dove, come noto, sfiderà la candidata democratica Hilary Clinton. Il candidato repubblicano poggia sulla folta base degli elettori del suo partito, che gli ha consentito di sconfiggere facilmente i suoi competitors. Ponendosi tuttavia contro l’establishment del suo stesso partito. Contro di lui, però, anche tanti artisti statunitensi, che gli hanno negato le proprie popolari canzoni per la sua campagna elettorale.

Dai Rolling Stones ai Queen, Trump senza musica

https://4.bp.blogspot.com/-cFVr5CkiRJ4/VuCaBsl3R6I/AAAAAAAAHKA/NBmOcw3mRtQ/s320/donald%2Btrump.jpgAppena utilizza una canzone, l’autore della stessa gli dice che non deve più permettersi. La prima è stata Adele a febbraio, poi il cantautore Neil Young, e una lunga serie di band: gli House of Pain, i Rem, i Rolling Stones e qualche giorno fa Brian May dei Queen. Dato che a Cleveland, il biondo magnate Trump ha utilizzato la loro popolarissima We are the champions. Insomma, in tanti si discostano dal candidato repubblicano. Il quale però, proprio dal disprezzo di una certa fetta del Paese, magari benpensante e radical chic, sta trovando la migliore forza per andare avanti.

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La pittoresca campagna elettorale di Trump

trump mussoliniMa questa è solo l’ultima nota degna di colore della sua campagna elettorale. Si ricordano le sue numerose battute misogine, il voler bloccare la connessione internet, il voler espellere dagli Stati Uniti tutti i musulmani, l’aver utilizzato il motto di Mussolini: “meglio vivere un giorno da leone che cento da pecora”, il voler ergere un muro che separi il Paese dal Messico (con tanto di offese ai messicani). A far parlare di sé anche la stupenda moglie, ex modella slovena che, nel suo primo discorso, ha letteralmente copiato quello di Michelle Obama del 2008. Ma siamo certi che fino a novembre ne vedremo delle belle.

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