WIKILEAKS, QUEL SITO CHE FA TREMARE I POTENTI DELLA TERRA

Si chiama Wikileaks (link: http://wikileaks.org/) il sito che in meno di 4 anni, grazie ad una minuziosa raccolta di oltre un milione di documenti segreti, con una media di diecimila fascicoli scottanti ricevuti al giorno, ha svelato le malefatte di governi, banche e politici americani, svizzeri, africani; ha già affrontato scontri legali con Sarah Palin e Scientology.
Il suo fondatore è Juliane Assange, nato a Townsville nel Queensland, figlio di attori teatrali, costretto a una vita nomade; si avvale di 800 collaboratori, può contare sui fondi di finanziatori anonimi e volontari. Basti pensare che nell’ultimo anno sono arrivati 650 mila dollari. E’ già scampato a un tentativo di omicidio in Kenya, e forse, ora che il sito è diventato molto più popolare, dovrà scamparne ad un bel po’ in futuro.
In questi giorni Wikileaks è sotto l’attenzione dei media poiché ha portato alla luce documenti segreti sulla guerra in Afghanistan, secondo cui tra le carte potrebbero esserci le prove di crimini di guerracivili morti e di cui non si è mai saputo nulla; un’unità segreta incaricata di «uccidere o catturare» ogni talebano senza alcun processo; i droni Reaper telecomandati a distanza da una base del Nevada; l’escalation della campagna talebana con le mine nascoste (che finora ha causato almeno 2.000 vittime civili), la collaborazione tra i servizi segreti pakistani (Isi) e i talebani.
Insomma, sono usciti allo scoperto 92.000 rapporti classificati del Pentagono che coprono sei anni di guerra in Afghanistan, dal gennaio 2004 al dicembre 2009, sia sotto l’amministrazione Bush che quella Obama. Tra le carte emerge, tra l’altro, che il Pakistan, ostentatamente alleato degli Stati Uniti, ha permesso a funzionari dei suoi servizi segreti di incontrare direttamente i capi talebani in riunioni segreti per organizzare reti di gruppi militanti per combattere contro i soldati americani, e perfino per mettere a punto complotti per eliminare leader afghani; e che l’intelligence pakistana (Directorate for Inter-Services-Intelligence) lavorava al fianco di al Qaeda per progettare attacchi e faceva quindi il «doppio gioco».
Gli scoop sono stati già consegnati al New York Times, al Guardian e a Der Spiegel, con la speranza che ne facciano buon pro.
Ce n’è anche per l’Italia ovviamente. Tra i primi documenti emersi, uno in particolare ha destato scalpore, ossia che per il governo americano Emergency è «una Ong divenuta insopportabile», e che più volte aveva programmato di chiuderne l’ospedale a Kabul (se ricordate, anche di recente c’è stata una strana retata dei soldati americani ai danni dell’Organizzazione di Gino Strada).

Wikileaks rappresenta il modo moderno di fare la rivoluzione, ossia smascherare tramite la rete le malefatte dei potenti. Quanto alla guerra in Afghanistan, forse finalmente emergerà ciò che tanti di noi pensiamo fin dal suo inizio, ma che chi l’ha mossa non ha il coraggio di ammettere: che è un disastro senza fine e un grosso sbaglio, di gran lunga peggiore della guerra in Vietnam e in Cambogia. A proposito, proprio mercoledì sono morti altri due militari italiani, originari del centro-sud; perché chi si arruola lo fa perché disoccupato, non per amor di Patria

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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