A GENOVA IL TRASPORTO PUBBLICO E’ FALLITO

SERVONO 8 MILIONI DI EURO PER GARANTIRE IL BILANCIO DELLA SOCIETA’ AMT PER L’ANNO 2014. I DIPENDENTI SONO IN SCIOPERO DA 5 GIORNI CONTRO L’IPOTESI CHE CI DEBBANO RIMETTERE LORO PER TROVARE I SOLDI NECESSARI E CONTRO UN SUBENTRO DI PRIVATI
Il trasporto pubblico in Italia è sempre più in crisi. In molte città le Aziende pubbliche hanno i conti in rosso e ogni anno si cerca una toppa per garantire il servizio l’anno venturo. A rimetterci sono sempre i dipendenti che guadagnano poco più di mille euro, costretti magari anche a turni stressanti (il che, specie per gli autisti, è un rischio anche per i passeggeri e la pubblica sicurezza) e a ritardi nei pagamenti, e ovviamente i cittadini ai quali viene garantito un servizio sempre più inefficiente. Il tutto mentre i dirigenti strapagati non sono sfiorati dai sacrifici. Dopo Salernoe i vari casi riguardanti Napoli, ora tocca a Genova, dove la toppa da trovare è larga ben 8 milioni di euro. E ovviamente si cerca di reperire i soldi sulle spalle dei dipendenti. I quali non ci stanno e stanno scioperando da 5 giorni.

LO SPIRAGLIO DEI FONDI EUROPEI– I lavoratori di Amt non vogliono fare altri sacrifici oltre a quelli fatti nel 2013: per questo motivo, quando hanno saputo che durante la trattativa per reperire i 4 milioni mancanti si ipotizza una riorganizzazione del lavoro hanno reagito con veemenza, ribadendo l’intenzione di voler proseguire nello sciopero. Nel corso della trattativa, però, il governatore Burlando si è impegnato a trovare 25 milioni dai fondi europei per il rinnovo del parco mezzi, oltre a investimenti sempre con fondi europei per 200 nuovi bus in 4 anni.
Ma intanto resta da coprire il buco di 8 milioni circa di euro che servono per mettere in sicurezza nel 2014 il bilancio di Amt. E il sindaco ha già detto che non può realizzare trasferimenti di immobili o cartolarizzazioni «per l’equilibrio dei conti del Comune».
Se il tavolo non darà esiti positivi, la protesta proseguirà a oltranza, per approdare lunedì a Roma.
I DIPENDENTI RISCHIANO ANCHE UNA MULTA – Il presidente di Assoutenti Genova, Furio Truzzi, ha scritto ai ministri dei Trasporti Maurizio Lupi e al ministro dell’Interno d Angelino Alfano per chiedere «un intervento urgente, fermo e risolutivo sulla difficilissima e drammatica situazione in corso a Genova dove gli abitanti patiscono da quattro giorni le conseguenze di uno sciopero selvaggio del personale dell’impresa di trasporto pubblico urbano Amt». Truzzi sottolinea che «siamo di fronte a uno sciopero, non annunciato e non rispettoso delle fasce di garanzia, a causa del quale una città di mezzo milione di abitanti vive giornate di caos e pericolo sotto il ricatto di un sindacalismo corporativo di una minoranza».
I sindacati genovesi hanno aperto un conto corrente per raccogliere fondi a sostegno della protesta dei tranvieri contro l’ipotesi di privatizzazione dell’ Amt. Sono infatti in arrivo per loro sanzioni da 500 a mille euro per lo sciopero selvaggio che dura da 4 giorni. «Chi vuole sostenerli – spiegano i sindacati – può mandare un aiuto su un conto corrente di Banca Carige (Iban IT93R0617501400000007120580) con la causale “solidarieta per i tranvieri genovesi” intestato Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Ugl’».
Anche i colleghi delle città italiane hanno deciso di tassarsi con un contributo volontario di un’euro per aiutare i genovesi a pagare le multe. La proposta è stata lanciata da un sindacalista di Atac che oggi hanno partecipato alla protesta genovese. La pagina Facebook che sostiene la lotta dei dipendenti di Amt ha raggiunto i 18 mila “mi piace”. Ma non manca chi comincia a lamentarsi per i disagi e pensa a chiedere un rimborso per i giorni di mancato servizio. «Spendo 50 euro al mese per l’abbonamento – ha detto un genovese costretto a raggiungere il posto di lavoro in bicicletta. Chiederò un rimborso per questi giorni».
IPOTESI PRIVATIZZAZIONI – Un tentativo di trattativa giovedì, intavolato dal sindaco Marco Doria con i sindacati dell’Amt, si è risolto con una nuova rottura nonostante la proposta di rinviare di un anno l’ipotesi di privatizzare l’azienda. Ieri e oggi, quindi, nuovo blocco totale dei bus, mentre la guerra alle privatizzazioni si estende alle aziende dei rifiuti (Amiu) e dei lavori stradali (Aster), altre due società per le quali si ipotizzano privatizzazioni.
LA SOLIDARIETA’ DEL CONCITTADINO GRILLO – «Questo è un punto di non ritorno. Io sono ancora più incazzato di voi. Se vengo qui sono strumentalizzato, perché voglio i voti, ma io non voglio i voti di nessuno. Io abito in questa città» e il cambiamento «deve partire da questa città». Lo ha detto Beppe Grillo, leader del M5S, parlando ai lavoratori dell’Amt in sciopero.
«Sto con i lavoratori, hanno ragione a protestare. Il Welfare deve essere difeso, il trasporto pubblico deve essere finanziato. Bisogna cambiare la mentalità come fa tutto il mondo disincentivando il trasporto privato a favore del pubblico. Dobbiamo alzare la testa, questa è una battaglia epocale che deve partire da qui e deve essere seguita da tutte le città italiane. Non è un problema di parti politiche, ma di un mondo vecchio fatto da sindacati vecchi. È un problema del lavoro che si perde e non torna più. Voglio acqua, scuola e trasporto pubblico (…) Il piano industriale deve essere deciso insieme con i lavoratori. Serve un azionariato diffuso. I sindacati non hanno più ragione di esistere».
Dopo è stato contestato dai lavoratori che gli hanno gridato di stare in fondo al corteo.

(Fonte: Il Secolo XIX)
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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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