Accordo tra Libia e Turchia perché è un danno per noi italiani

Mentre la borghesia italiana applaudiva la Tosca a La scala di Milano, dove si è tenuta la prima del ricco (e costoso) programma del teatro meneghino, è passato del tutto inosservato l’accordo siglato da Libia e Turchia. Praticamente snobbato dai mass-media nostrani, con il Governo Giallo-fuxia in carica che non ha espresso alcun parere a riguardo.

Il che, comunque, non è una sorpresa. Sia perché è dai tempi di Bettino Craxi che il nostro Paese non ha più una propria personalità ed autonomia di pensiero riguardo i fatti esteri (i governi Berlusconi quanto meno difendevano il più possibile l’interesse italiano).

Sia perché come Ministro degli esteri ci ritroviamo Luigi Di Maio, il quale come esperienze lavorativa degna di nota vanta solo quella di Stewart nello Stadio San Paolo, e come dipendente nella ditta del padre. E forse non sa neppure Tripoli dove si trova.

Eppure l’accordo tra Libia e Turchia lede non poco i nostri interessi. Come quelli della Grecia, che di fatto ha già mostrato tutta la sua indignazione. Con il governo guidato dal premier Mitsotakis che ha annunciato l’espulsione dell’ambasciatore libico ad Atene. Ecco cosa prevede l’accordo tra Libia e [sta_anchor id=”libia”]Turchia[/sta_anchor].

Accordo Libia e Turchia cosa prevede

accordo libia turchia foto

Come riporta Business Insider, in gioco ci sono i diritti di estrazione del petrolio, gas e i relativi gasdotti che solcheranno nel Mediterraneo orientale da est a ovest verso l’Europa.

Secondo Atene, l’accordo dimentica (o finge più probabilmente di dimenticare) la sovranità greca di Kastellorizo, l’isola del film Mediterraneo che era parte, in precedenza, del Dodecaneso italiano di Rodi.

L’accordo con il governo libico prevede la giurisdizione della Turchia in un tratto delle acque nordafricane, giurisdizione che Ankara rivendica in base all’estensione della propria costa e la posizione delle proprie isole, rigettando le pretese di Grecia e della parte greca di Cipro, basate sull’esistenza dell’isola greca di Kastellorizo, situata a pochi chilometri dalla costa turca.

L’intesa turco-libica

“costituisce un’aperta violazione del diritto della navigazione e dei diritti sovrani della Grecia e di altri Paesi”, ha denunciato Dendias, giudicandolo come un tentativo deliberato di creare tensioni “sia a livello bilaterale che a livello regionale”.

Immediata è giunta la reazione di Ankara mai tenera con il vicino greco. Il suo ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu ha definito la decisione “oltraggiosa”.

Perché accordo tra Libia e Turchia danneggia Italia

guerra in libia foto

Una mossa che, nelle intenzioni del bellicoso sultano turco Erdogan, mira a sabotare la nuova geografia energetica del Mediterraneo, dove transiteranno i gasdotti Tap e Eastmed che porteranno tra l’altro il gas egiziano e israeliano a Cipro e poi in Grecia e infinte in Italia.

Il patto, fortemente avversato anche dal sedicente Esercito nazionale libico (Lna) guidato dal generale Khalifa Haftar, estenderebbe di circa un terzo i confini della piattaforma continentale turca, coprendo peraltro zone cruciali per le estrazioni di idrocarburi offshore in un’area che Cipro ritiene sua zona economica esclusiva (Zee).

La questione è agganciata anche al nuovo legame di cooperazione tra Erdogan e Al-Serraj, con i tentativi della Turchia di dare maggior impulso al sostegno militare al governo di Tripoli nel suo confronto con il cosiddetto uomo forte della Cirenaica Khalifa Haftar sostenuto anche da Mosca e da mercenari russi.

L’Italia non ha preso una posizione netta a riguardo, ma è bene ricordare che il nostro governo sostiene il governo di Al-Serraj. Che ha stretto l’accordo con Erdogan. Il quale, a sua volta, viene finanziato dall’Ue per tenere a bada i profughi siriani. Proprio come accade in Libia, solo che quest’ultima genera maggiore indignazione dai tempi di Gheddafi.

Ma bisogna anche aggiungere che la Turchia si sta aggiudicando la ricostruzione di Tripoli. Altro danno per noi italiani, un tempo lì perfino colonizzatori.

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