ANCHE FARE PIPI’ E BERE SONO DIVENTATI UN BUSINESS

PURE LADDOVE UN TEMPO ERA GRATIS FARLO, COME STAZIONI E BAR, CI CHIEDONO SOLDI TRAMITE GETTONI O CONSUMAZIONI
In tanti abbiamo pensato almeno una volta “prima o poi ci tasseranno anche l’aria che respiriamo”. Per ora non è ancora successo, ma sono arrivati a chiederci soldi pure per urinare e bere acqua. Perfino nelle stazioni e nei bar, un tempo oasi per bisognosi di estromettere o far defluire liquidi dal e nel proprio organismo, attraverso gettoni o acquisti forzati.

BAGNI A PAGAMENTO – I Comuni con l’acqua alla gola hanno ben pensato di farla pagare ai loro cittadini. Ed ecco che nelle stazioni, di grandi e piccole città, si impone alla porta il pagamento di un dazio, che va dai 20 centesimi all’euro. Una tassa che sta iniziando a prendere piede anche nei Parchi pubblici. Un’imposizione nata anche per disincentivare l’utilizzo dei bagni pubblici per usi osceni e per evitare che li usino zingari e barboni. Ma le cattive abitudini di una minoranza non possono ledere una maggioranza perbene.
Anche i Bar non sono da meno, confortati da una sentenza del TAR della Toscana del 2010 che sentenzia dopo una controversia: i pubblici esercizi non sono tenuti a concedere l’utilizzo dei propri bagni a chi non consuma. La sentenza fa giurisprudenza e quindi la decisione riguarda tutta la nostra penisola. Se prima era un’azione di buon senso e facoltativa quella di consumare in un Bar (o qualsivoglia altro esercizio) che ci aveva concesso il Wc, ora diventa obbligatorio; o quanto meno l’esercizio può imporlo.

IL CONSUMO DI ACQUA – Anche bere è diventato difficoltoso. Spesso le fontanelle per strada sono una chimera o guaste. Nelle stazioni sono state rimosse e si è costretti a comprare la bottiglietta dalle macchinette. Nei Bar un bicchiere d’acqua lo si può ancora chiedere, fin quando il TAR non vieterà pure quello. 
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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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