ATTORI STRAPAGATI PER FILM MEDIOCRI: LA CASTA DEL CINEMA ITALIANO

MOLTI PRENDONO 200-300MILA EURO A FILM, ALCUNI TOCCANO I 500MILA. I FILM VENGONO CREATI AD HOC PER I VOLTI CHE TIRANO DI PIU’
In Italia ci sono tante caste: i politici, i notai, gli avvocati, i tassisti, i calciatori, i manager, i sindacati. Ma anche quella degli attori può essere considerata tale. Certo, non fa scandalo perché si tratta di soldi per lo più privati, e solo in parte finanziati da denaro pubblico. Che comunque c’è. Ed ecco che i film vengono impacchettati in base ai volti che “tirano” di più. Il tutto a discapito dei nuovi talenti che fanno fatica ad emergere, scavalcati sistematicamente dall’attore e dall’attrice del momento. Il problema è che lo spettatore medio quando sceglie un film da vedere al Cinema, non si informa sulla trama e sul regista, ma sugli attori che ci sono. Certo, sarebbe stupido invocare un nuovo Neorealismo, quello che negli anni ’40-’50 scopriva gli attori per strada. Ma quanto meno investire un po’ di più sulla qualità e sulle storie.

LE CIFRE – Una casta del cinema, i cui inflazionati membri prendono fino a 500mila euro a film, come Christian De Sica, attore di fascia alta. Quasi alla pari con Valerio Mastandrea, Valeria Golino, Claudia Gerini e Sergio Rubini, i cui compensi arrivano a 200-300mila euro.
E se a Hollywood le quotazioni degli attori sono pubbliche, come dimostra l’annuale classifica di Forbes, da noi il valore di mercato degli attori è segreto di Cosa Nostra.
Considerando che, a differenza degli Usa, dove una star misura la sua popolarità in base al proprio talento, qui vige la regola del far lavorare i soliti noti per andare sul sicuro.
A prescindere dalla loro bravura. È il «reference system», in base al quale un film con un cast di attori premiati e di giro, col nome in cartellone da tempo, ha maggiore possibilità di ricevere finanziamenti. E gli ingaggi dei divi tricolore incidono per il 13-15% sul totale del costo di produzione. Quindi, si privilegiano Raoul Bova e Sabrina Ferilli, 300mila euro a film, e si dà poco spazio ai giovani talenti, che potrebbero emergere se solo non svettasse questa torre d’avorio inespugnabile. Come riferisce la rivista di cinema 8 e ½, che dedica un’inchiesta al problema del ricambio generazionale.
E per una Lucia Bosè pescata ieri da Luchino Visconti dietro al bancone d’una pasticceria, oggi impera un’élite di attori spesso mediocri e dai compensi esagerati: un film medio costa 4 milioni, ne porta a casa 2, mentre gli attori incamerano tra i 200 e i 400mila euro. Per Mario Gianani, produttore della Wildside, «le star incidono moltissimo nell’economia di un film. Con un brutto film, portano a casa 4 milioni di spettatori; con uno buono, 10.
I VOLTI SFRUTTATI – Ma perché sullo schermo, piccolo e grande, ci ritroviamo puntualmente Cristiana Capotondi e Fabio De Luigi? «C’è un problema di pigrizia dei produttori. Si tende a offrire a una stessa persona ruoli omogenei. Cos’è lo star-system, se non avere un attore che fa sempre la stessa cosa?» ,dice la preside del Centro Sperimentale di Cinematografia Caterina D’Amico, figlia della sceneggiatrice Suso Cecchi e dunque da varie decadi ai piani alti del cinesistema per meriti dinastici: dirige la Casa del Cinema, dopo essere stata ad di Rai Cinema. «Un tempo ci cercavamo gli attori per strada. Oggi i film sono montati su volti predefiniti e se li hai scritti pensando a uno di loro, devi adattarti a un certo cachet», spiega la casting director Mirta Guarnaschelli, ex-aiuto regista di Pietro Germi.
«Margherita Buy? Nevrotica forever. Alba Rohrwacher? Bruttina sventurata. Sabrina Ferilli, quando vuole è brava, ma sovente si limita a una simpatia facile da curva romanista», stigmatizza il critico Claudio Carabba. Come dargli torto, pensando che, a un certo punto, pareva esistessero solo Elio Germano e Toni Servillo? Tanto per fare un bilancio, tra il 2011 e il 2013 Valerio Mastandrea, Claudia Gerini, Ambra Angiolini, Cristiana Capotondi e Margherita Buy hanno girato 8 film; Giuseppe Battiston, 7; Michele Placido, Rocco Papaleo, Ricky Memphis, Christian de Sica, Elio Germano, Marco Giallini, Alba Rohrwacher, 6; Raoul Bova, Fabio De Luigi, Toni Servillo, Pierfrancesco Favino, Luca Argentero, Asia Argento, 5. Inflazione evidente, mentre il box-office non premia i film italiani, ripetitivi pure negli abbinamenti: Stefano Accorsi/Margherita Buy, Capotondi/De Luigi… Che noia. Eppure, c’è chi si lamenta di questa gallina dalle uova d’oro. Come Marco Giallini: «Non sopporto di alzarmi alle 5 di mattina».
Vaglielo a dire a un operaio, che in una vita di lavoro mai vedrà le cifre pazzesche, che si accumulano nelle stesse tasche. E senza sforzo. «Mi sono divertito/a a girare questo film», è l’insulso ritornello dei divi, quando presentano i loro lavori alla stampa. E ti credo: con quei guadagni, mica c’è da piangere.

(Fonte: Il Giornale)
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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

6 Risposte a “ATTORI STRAPAGATI PER FILM MEDIOCRI: LA CASTA DEL CINEMA ITALIANO”

  1. …si tratta per la totalità di questi presunti attori, artisti …”VIP vari”, ecc., dei soliti sopravvalutati per merito esclusivo di amicizie, parentele e/o “Partito”: non se ne salva…uno/a (controllate pure, come del resto ho fatto io…)!…In definitiva si tratta del solito paradigma totalizzante, mafiosetto _clientelare, tipico …all’…”i…tagliana”!
    Frank0

  2. Il fatto è che finché ci sarà gente che paga quei soldi per andare a vederli continueranno a produrli. Ci lamentiamo fin troppo spesso di cose del genere ma alla fine la colpa è di chi continua ad alimentare la proliferazione di prodotti di quel tipo.

  3. Ma dove sta il problema ??? Se non piacciono basta non andare al cinema a vederli.Forse qualcuno si illude che i produttori siano i "buon Samaritano" che investono per amore dell'arte e del talento, tutto è "businness" e, a parte qualche raro caso, investono in ciò che ha un ritorno monetario sicuro.I cinepanettoni non importa cancellarli, per fortuna nessuno ci obbliga ad andare a vederli, se un anno le sale rimanessero quasi deserte, stai sicuro che l'anno successivo prima di produrne di nuovi qualcuno ci penserebbe non una ma dieci volte.

  4. Io cancellerei dalla faccia della terra tutti i cinepanettoni ed affini… è una vergogna pagare 8 euro per delle cagate del genere!

  5. il circo del 21° secolo dello spettacolo e dello sport è paragonabile al circo del romano impero… quindi nulla di nuovo all'orizonte. in chiave riedizionata avremo gli stessi risultati.

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