BENIGNI, IL SALTO DI QUALITA’ MANCATO

IL COMICO TOSCANO NON VA OLTRE LA SOLITA SATIRA POLITICA IN CHIAVE DANTESCA
Quando nel 1997 uscì con l’emozionante e pluripremiato La vita è bella, in tanti abbiamo creduto nel salto di qualità come artista di Roberto Benigni. I film precedenti, comunque apprezzati, erano sì divertenti, ma comunque relegati alle solite commedie comiche Made in Italy. E invece i successivi Pinocchio e La tigre e la neve, seppur buoni film, non hanno confermato la sua maturazione in cabina di regia. Oltretutto, sono passati ormai quasi 10 anni dal suo ultimo lungometraggio.
Ma soprattutto, poco è cambiato nei suoi spettacoli teatrali e apparizioni televisive, nelle quali percula i Premier di turno, i politici in circolazione e i loro lacchè utilizzando principalmente la solita metafora dantesca. Il suo ultimo spettacolo, “Tutto Dante”, è il solito copione…

OVVIAMENTE ATTACCHI PRINCIPALI AL CAVALIERE – “Berlusconi, non so se c’è tempo di parlare di Dante, Berlusconi si è ripresentato”. Questo l’immancabile esordio di Roberto Benigni alla prima serata del sui Tutto Dante. Oltre seimila persone hanno raggiunto piazza Santa Croce a Firenze per assistere al gran ritorno del premio Oscar. Il comico toscano dedicato l’apertura del suo show all’evento politico delle ultime settimane, il ritorno in campo di Silvio Berlusconi. “Ho notato che hanno tante cose in comune, tutti e due ci hanno fatto vedere l’Inferno. Tutti e due hanno avuto Fede: solo che a uno lo ha portato vicino alla Regina dei Cieli, all’altro vicino a Regina Coeli. A Dante piaceva una donna, e l’ha messa ai piani più alti dell’empireo. Anche a Berlusconi piaceva una donna, e l’ha messa nei piani più alti del Pirellone”. Inoltre, il comico ha voluto dedicare la serata ai terremotati dell’Emilia e ha ricordato anche la liberazione di Rossella Urru: “Appena è scesa dall’aereo e ha visto che si è ricandidato Berlusconi ha detto: “c’è un biglietto per il Congo?”.
NE HA AVUTO ANCHE PER RENZI – Non solo Dante ma anche numerosi riferimenti alla situazione politica del Paese. Guardando il pubblico, il comico individua il sindaco Matteo Renzi ed è subito show: “Su quella sedia c’era seduto Romano Prodi, sei anni fa, ora ci vedo Matteo Renzi. Ci si era seduto anche Cesare Prandelli quando allenava la squadra locale, ora allena la Nazionale: un pò la stessa carriera che vuole fare Matteo”. Per quanto riguarda la famosa cena ad Arcore, Benigni chiede al sindaco rottamatore di spiegare cosa sia successo veramente quella famosa sera dal Cavaliere: Pare che Berlusconi si sia annoiato a morte, che sia stata l’unica vera cena e l’unica tristissima. Con Ghedini, Fede, Alfano e Verdini che non erano donne travestite, ma proprio loro! Una tristezza che in confronto Mario Monti sembra Lady Gaga.
Dopo la parentesi satirica, Benigni torna al primo grande amore e lo fa da gran maestro, con un palcoscenico da gran serata. “Il palco di Madonna sembra uno stand della Festa di Bagno a Ripoli a confronto”. Su tutti, spicca la statua di Dante, vero protagonista dell’evento e Benigni ricomincia il suo cammino dantesco proprio dal canto numero XI dell’Inferno, quello che a detta del comico è tutt’altro che un canto minore: “E’ il canto del lavoro e della finanza, altro che canto minore! Ci sono dentro tutti gli scellerati che abbiamo inventato noi a Firenze e che ci stanno rovinando la vita”.
Insomma, assistere a un suo spettacolo sarà anche divertente, ma avrebbe dato sicuramente di più alla cultura italiana con altri film del livello de La vita è bella. Il ritorno sulle scene di Berlusconi poi non aiuterà certo svolte in tal senso. Lui è la sua Musa da ormai quasi un ventennio.  
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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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