BICCHIERI DI SHREK NOCIVI, PER LA SERIE “SUCCEDE SOLO DA MCDONALD’S”

Ultimo scandalo in casa McDonald’s: la multinazionale statunitense attiva nei servizi di ristorazione è stata costretta a ritirare dal mercato 12 milioni di bicchieri di plastica con i personaggi di Shrek, venduti a 2 dollari l’uno per la promozione del nuovo cartoon “Shrek Forever After” perché il disegno contiene cadmio, un elemento chimico tossico che provocherebbe problemi di respirazione, e se ingerito, addirittura avvelenamento al fegato ed ai reni. I presunti bicchieri cancerogeni, prodotti a quanto pare in Cina, sarebbero circa 12 milioni in tutto, di cui 7 milioni già venduti e altri 5 milioni in giacenza nei magazzini americani dell’azienda.
La tecnica delle multinazionali è la solita: far produrre le proprie merci nei Paesi asiatici a basso costo con materie prime pericolose per la salute, con la speranza di non essere scoperti e guadagnare così ingenti capitali. Spesso tali prodotti sono destinati ai bambini, com’è già sovente accaduto con la Mattel o il latte in polvere o liquido nel cartone.
Ma torniamo a McDonald’s. Fondata dai fratelli McDonald’s Richard, detto “Dick”, e Maurice, detto “Mac”, che dapprima nel 1937 aprirono ad Arcadia, in California, un chiosco di hot dog, per poi aprire il primo ristorante denominato McDonald’s nel 15 maggio 1940 a San Bernardino, sempre in CaliforniaTredici anni dopo visto il successo del primo ristorante, i due fratelli incominciarono a concedere in franchising il loro marchio, aprendo così un secondo ristorante a Phoenix, in Arizona. La svolta nella storia dell’azienda si ebbe nel 1955, quando Ray Kroc, fornitore di frullatorifondò “McDonald’s Systems, Inc.” (che fu poi ribattezzata “McDonald’s Corporation”) che facilitava il franchising ai nuovi ristoranti; nel 1967 fu aperto il primo ristorante all’esterno degli Stati Uniti e, per la precisione, in Canada, a Richmond, una città della Columbia Britannica. Il 1971 fu l’anno del primo fast food in Europa: in Olanda, a Zaandam  (città nei pressi di Amsterdam). Da allora si espanse a macchia d’olio in tutto il Mondo, diventando una potentissima multinazionale ed emblema della globalizzazione.
In Italia, il primo ristorante fu aperto il 4 novembre 1985  a Bolzano nella centrale piazza Walther von der Vogelweide (chiuse successivamente), mentre l’anno successivo fu la volta di Roma a Piazza di Spagna. Il 1996 segnò una svolta per McDonald’s Italia, con l’acquisizione della principale società concorrente avente 80 ristoranti nella penisola, l’italiana “Burghy”, di proprietà della “Cremonini S.p.A.”. In virtù del passaggio di proprietà, la ditta modenese si aggiudicò la fornitura di carne bovina per la zona italiana, e anche per diversi Paesi esteri.
I clienti serviti in Italia sono, secondo le cifre fornite dall’azienda nel 2006, oltre 180 milioni all’anno (circa 600.000 al giorno), con 340 ristoranti in 19 regioni. Attualmente il numero dei locali è aumentato fino a raggiungere quota 392, grazie all’estensione in molte zone ancora non interessate e all’intensificazione della presenza in quelle già servite. Per quest’anno sono previste, è già avvenute, altre 30 nuove aperture.
Questa fabbrica della perdizione non è però tutta rosa e fiori. Molti sono i casi di proteste e polemiche sollevate contro McDonald’s sia per quanto riguarda la qualità dei prodotti utilizzati, sia per quanto riguarda le condizioni lavorative cui sono sottoposti i suoi dipendenti (il lavoro al McDonald’s è definito specificamente “mcjob”). Emblematico nel primo caso è diventato il film-documentario del 2004 “Super Size Me”, diretto ed interpretato da Morgan Spurlock, un filmaker statunitense indipendente.
La pellicola segue un esperimento portato avanti dal regista: per un mese (30 giorni) Spurlock mangia solamente cibo venduto da McDonald’s, tre volte al giorno, ogni giorno – interrompendo contemporaneamente ogni attività fisica – e documentando tutti i cambiamenti fisici e psicologici avvenuti. Oltre a questo, Spurlock esplora l’enorme potere della catena sull’industria dei fast food e come questa incoraggi un’alimentazione povera per massimizzare il proprio profitto.
Il tutto prende le mosse da un episodio di cronaca del 2002: due ragazze statunitensi citarono in giudizio la catena di fast-food McDonald’s accusandola di aver provocato la loro obesità. La difesa della corporation puntò sul fatto che non c’erano prove che un’alimentazione basata esclusivamente o principalmente sui fast-food avesse effetti simili. Per contrastare quest’osservazione e questo vuoto, Spurlock, scrittore e produttore fino ad allora noto soprattutto nel circuito televisivo, decise di diventare una cavia di quel folle esperimento. Spurlock, 33 anni, era in salute e magro, 188 centimetri di altezza per 84 kg di peso, prima dell’esperimento; dopo 30 giorni di colazioni, pranzi e cene nei locali della catena, guadagnò 11 kg ed incrementò la sua massa corporea del 13%. Durante l’esperimento, inoltre, Spurlock si trovò a provare improvvisi e repentini cambi di umore, disfunzioni sessuali e danni al fegato, i quali lo portarono in condizioni critiche alla fine dello stesso. A detta dei 3 diversi medici che lo hanno visitato (e che compaiono nel film) la causa di tali problemi è l’eccessiva quantità di calorie assunte, la grande quantità di caffeina e soprattutto gli zuccheri e grassi contenuti nei cibi.
Il film di Spurlock comunque, anche se focalizzato sulla catena Mc Donald’s, prende di mira tutte le catene di Fast Food presenti al Mondo, ed inoltre, tende a focalizzare il problema, su tutta una miriade di aziende alimentari che producono cibi con alto contenuto calorico e di grassi. Certo, lui ha estremizzato il tutto, ma in fondo, recarsi 2-3 giorni a settimana in un fast-food non è certo salutare.
Anche in Italia si sono verificati vari focolai di protesta che in alcuni casi hanno portato anche alla chiusura dei McDonald’s: significativo il caso del ristorante di Modica, chiuso per la scelta di turisti e residenti delle focacce tradizionali, occorso insieme con l’ulteriore chiusura nel dicembre del 2002 ad Altamura, centro della Puglia famoso per la tradizionale produzione di pane ad alta qualità.
Anche a Mestre è stato chiuso nel 2003, dopo 5 anni di apertura, il ristorante McDonald’s di Piazza Ferretto, qualcuno afferma a causa della concorrenza dei tradizionali tramezzini veneziani, altri per il prolungamento della vasta area di scavi nel centro della piazza cittadina, che avrebbero provocato un crollo del fatturato di tutti i negozi della zona. Al suo posto è stato aperto un negozio della catena di abbigliamento Benetton. A Pisa l’apertura di un nuovo locale nei pressi di Piazza dei Miracoli ha suscitato, negli ultimi mesi del 2009, numerose critiche in ambito cittadino, soprattutto ad opera dei ristoratori della zona, riunitisi in un comitato anti-McDonald’s, e di alcuni gruppi giovanili di sinistra, i quali hanno collocato numerosi manichini impiccati agli incroci cittadini in segno di protesta.
Ad Ascoli Piceno il McDonald’s del quartiere Monticelli si è trovato a chiudere i battenti nel 2009. Per alcuni si è trattato di una chiusura dettata dai cattivi affari forse conseguenza della crisi, per altri dalla mancanza di igiene. Tra il 2008 e il 2009 è stata la volta della Campania, dove sono stati chiusi per fallimento quattro locali McDonald’s: 3 a Napoli siti in via Guglielmo Sanfelice, Piazza Dante, via Scarlatti al Vomero, e uno a Pompei.
Lo scandalo che ha inflitto un duro colpo a McDonald’s, sebbene momentaneo visto che come si nota ha saputo ben riprendersi, è stato quello relativo alla “mucca pazza” (scientificamente definita “encefalite spongiforme bovina”) che ha comportato un calo dei clienti in tutto il Mondo, a causa dei timori relativi alla dubbia provenienza delle carni ivi utilizzate per i panini. La società Cremonini, unica sua fornitrice di carne in Italia e principale in Europa, si è difesa affermando che loro sono solo preposti al trattamento della carne ma non all’allevamento dei bovini.
Ma la “M” gialla affiancata da un inquietante pagliaccio, ha superato anche questo scandalo, sebbene dalla seconda metà degli anni 2000 studi di marketing attestino un sensibile calo della popolarità tra gli adolescentie il sensibile calo di clienti in molte sedi, che in alcuni casi ha portato anche alla chiusura. La crisi è stata spiegata dal responsabile europeo della catena, Denis Hennequin, come un segno di “stanchezza” del marchio.
Sarà così, intanto la Walt Disney ha annunciato che non rinnoverà il contratto dal valore di un miliardo di dollari per lo sfruttamento dei diritti dei personaggi Disney; l’accordo, stipulato più di dieci anni fa, si era rivelato strategico per le campagne di marketing McDonald, specialmente per quelle rivolte al pubblico dei più piccoli.
Che McDonald’s sia davvero sul viale del tramonto? Chissà. Nel frattempo, io continuo a soddisfare la mia golosità con prodotti locali e italiani.

(Fonte: http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/201006articoli/55630girata.asphttp://it.wikipedia.org/wiki/McDonald%27s)

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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