Bonafede salvato: gli interessi dietro questa scelta

Si era già parlato di crisi di governo, di un Governo Conte bis traballante. Di un Renzi pronto allo sgambetto. Ed invece, tutti tornano al loro posto. Il Ministro Alfonso Bonafede è stato salvato dalle due mozioni di sfiducia, avanzate dal centrodestra e da +Europa (il partitino creato da Emma Bonino).

Come riporta Tiscali, sono stati 160 voti contrari alla mozione del centrodestra, tra i quali però non rientrano i voti degli assenti Francesco Giacobbe (Pd) e Alessandra Riccardi (M5s); di Riccardo Nencini (Iv-Psi) che ha votato a favore della mozione e della pentastellata Tiziana Drago che si è astenuta.

Il Ministro Bonafede ha rischiato qualcosa in più sulla mozione Bonino, dove i no sono stati 158. Oltre ai già citati, sono mancati anche i voti degli assenti Magorno (Iv) e Di Marzio (Misto).

Bonafede veniva accusato in particolare per la scarcerazione di tanti boss condannati al 41 bis e di altri detenuti con pesanti condanne alle spalle, in nome del rischio Pandemia nelle carceri. Un autentico paradosso, dato che i carcerati, specie quelli in isolamento, rischiano più all’esterno che all’interno del carcere.

Il Ministro si è comunque giustificato, appellandosi al fatto che le scarcerazioni si rifacevano a leggi del passato. Inserendo così una ulteriore verifica dei casi prima della scarcerazione non più praticamente automatica.

L’altra accusa riguarda l’affaire Nino Di Matteo, riguardante il fatto che Bonafede non gli abbia più affidato un importante incarico al ministero della Giustizia (nuovo capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, il DAP) per via di alcune pressioni ricevute da boss mafiosi.

I quali si sarebbero lamentati dell’eventuale nomina. A lasciarlo intendere lo stesso Magistrato anti-Mafia.

Alla fine Bonafede ha superato il doppio esame. Ma dietro potrebbero esserci i soliti calcoli politici, anziché un reale merito che avrebbe convinto la maggioranza a rinnovargli la fiducia.

Bonafede salvato dalla paura di tutti di finire il mandato

alfonso bonafede

Volendo anche non credere alle accuse rivolte al Ministro della Giustizia, ormai è evidente quanto non piaccia ad una parte del suo stesso partito: il Movimento 5 stelle. Anche perché Di Matteo viene da anni considerato vicino a quest’ultimo e di fatti, l’accusa non ha fatto piacere ad una frangia di Pentastellati.

Bonafede non piace di sicuro a Renzi e ai suoi, tanto che si aspettava il suo voto contrario e il suo definitivo sgambetto. Che invece non è arrivato. Sebbene, col suo solito volersi distinguere ad ogni costo, ormai ridicolo, Renzi abbia comunque tra le righe riconosciuto le ragioni di entrambe le mozioni. Bollandolo anche come giustizialista

Anche il Pd non ama l’attuale Ministro della Giustizia e in ultimo, lo ha criticato riguardo le scarcerazioni facili in nome del Coronavirus.

Eppure, tutti al momento decisivo si sono tirati indietro. Il motivo è presto detto. Il M5S non se l’è sentita di sfiduciare un suo Ministro. Si tiene bene questo governo, con tutti i suoi difetti. Ormai preda del Pd e dell’Ue, dopo averli criticati per anni.

Sanno bene i Pentastellati che un ritorno alle urne vorrebbe dire dimezzare la propria presenza in Parlamento rispetto a quella attuale. Lo stesso Grillo ormai è sparito, consapevole che la creatura da lui creata 10 anni fa era ben diversa da quella attuale.

Il Partito democratico è ben avvinghiato al potere, tanto che ogni volta gli italiani lo cacciano dalla porta e lui rientra dalla finestra (come ho dimostrato qui). Pertanto, si tiene stretto questo governo, nella paura che al prossimo giro vinca il centrodestra.

Renzi ha messo in scena il solito “tanto rumore per nulla”. Va in Tv e sui Social a dirne di ogni contro M5S e Pd, ma poi in parlamento abbassa la testa. Anche lui sa bene che con i pochi punti percentuali del suo partito non andrebbe da nessuna parte. Quindi, meglio restare all’opposizione in un governo, che restare all’opposizione per davvero.

Infine ci sarebbe anche Liberi e uguali, che non può alzare la voce più di tanto visto che in Parlamento non dovrebbe proprio starci, non avendo superato le soglie previste. Ma per l’assurda legge elettorale c’è. E si è buscata pure un Ministro (quello della Salute, ectoplasma).

La testa dell’Azzolina per Bonafede?

Lucia Azzolina ministro istruzione

Tuttavia, ci sarebbe un altro motivo dietro il salvataggio di Bonafede: la rimozione del Ministro dell’istruzione Lucia Azzolina (la Guzzanti quando fa le imitazioni).

Ad avanzare questa ipotesi è Oggi scuola. La Azzolina non piace infatti a parte dei Cinquestelle, al mondo della scuola per come sta gestendo l’istruzione durante l’emergenza Coronavirus, a buona parte della maggioranza di Governo e al predecessore Fioravanti.

Pertanto, la sua rimozione potrebbe essere la moneta di scambio. Resta da capire chi potrebbe sostituirla. Di quale partito. Ma soprattutto, chi avrà il coraggio di prendere in mano le redini di una scuola italiana apparsa ancora più vetusta di fronte alle istanze di cambiamento imposte dalla Pandemia.

Perché a parlare e criticare sono tutti bravi – sindacati, genitori ed opposizione – ma a cambiare le cose realmente un po’ meno.

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