Paolo Borsellino, quel voto che avrebbe salvato lui e l’Italia

Ieri 19 luglio si è tristemente commemorata la figura di Paolo Borsellino. Come noto, magistrato anti-mafia assassinato da Cosa nostra assieme a cinque agenti della sua scorta a via D’Amelio nel 1992, giacché considerato uno dei personaggi più importanti e prestigiosi nella lotta contro la mafia in Italia, insieme al collega e amico Giovanni Falcone. Gli fu fatta saltare la macchina, proprio come avvenne per quest’ultimo il 23 maggio dello stesso anno. Sebbene in autostrada presso l’uscita Capaci, in provincia di Palermo (di qui l’epiteto “Strage di Capaci). Entrambi sapevano di essere morti che camminavano.

Anche quest’anno non sono mancati elogi alla sua figura, da parte di quello Stato che forse ne accelerò la morte con la sovversiva trattativa Stato-Mafia. Ancora oggi, come sempre accade in Italia, avvolta da luci ed ombre. Ma anche da entrambe le parti politiche. Da quel centro-destra, che per anni ha avuto come timone un partito in odore di collusione mafiose.

Almeno stando ad alcune sentenze. E da quella sinistra, che ritiene in maniera sommaria chi è di destra un fascista. E quindi, meglio se morto (basti vedere come viene ancora oggi trattata la figura del suo storico segretario, Giorgio Almirante. Ma quanto meno, si sforza a fare dei distinguo.

Già, perché Paolo Borsellino era simpatizzante del Movimento sociale italiano, militandovi anche da giovane. E anche per questo che la destra sociale, anche se da un po’ solo quello che ne resta, da anni lo aizza a modello da seguire. Dedicandogli bandiere, slogan e circoli.

Eppure Paolo Borsellino poteva essere salvato proprio da quel Parlamento che oggi si affanna a ricordarlo. E forse, quella scelta avrebbe salvato l’Italia intera. Ecco di cosa parlo.

Paolo Borsellino proposto come Presidente della Repubblica, il contesto di quel periodo

Paolo Borsellino

Il biennio 1992-93 fu molto difficile per il nostro Paese. Tanto che si è parlato di fine della Prima Repubblica. L’inchiesta Mani pulite smontava cinquant’anni di politica italiana. Il Pci non esisteva più da un anno, finito sotto le macerie del muro di Berlino. L’Msi sarebbe sparito di lì a poco con la “svolta di Fiuggi” e la nascita di Alleanza Nazionale. Gli attentati mortali a due figure di spicco della lotta alla Mafia: Falcone e Borsellino e metteva anche in scena l’ultimo attentato mafioso: l’attentato di via dei Georgofili a Firenze, nei pressi del museo degli Uffizi.

In quel periodo di grandi stravolgimenti politico-istituzionali, per la prima volta nella storia tormentata della nostra Repubblica, il Presidente in carica dà le dimissioni: Francesco Cossiga. Costringendo il Parlamento a nuove votazioni. Il pomeriggio del 19 maggio 1992, nel corso dell’XI scrutinio delle elezione del Presidente della Repubblica italiana, l’allora segretario del MSI Gianfranco Fini diede indicazione ai suoi parlamentari di votare per Paolo Borsellino Presidente della Repubblica. Che ottenne in quello scrutinio 47 preferenze. Piazzandosi quarto.

Ci vollero ben 16 scrutini per eleggere il presidente della Repubblica: Oscar Luigi Scalfaro. Che ottenne 672 voti. Tre volte di più rispetto ai voti di chi aveva ottenuto più voti in quel momento. La fumata bianca arrivò appena 2 giorni dopo la strage di Capaci. Forse il Parlamento aveva avvertito la necessità di riempire quel vuoto istituzionale in un momento molto delicato.

Paolo Borsellino Presidente della Repubblica, come sarebbe cambiato il nostro Paese

paolo borsellino presidente della repubblica

Se è vero che la storia non si fa con i sé né con i ma, come sarebbe cambiato il nostro paese con Paolo Borsellino Presidente della Repubblica? Probabilmente molto. Intanto, lui non sarebbe morto in quell’attentato, essendosi trovato sicuramente altrove quel dannato giorno. Con la Mafia che non sarebbe arrivata a tanto. Inoltre, sarebbe cambiata la storia del nostro Paese.

Molto probabilmente, un Paolo Borsellino Presidente della Repubblica ci avrebbe evitato la degenerazione della Seconda Repubblica. Capace di farci perfino rimpiangere la Prima. Molto probabilmente non ci sarebbero stati 24 anni di Berlusconismo (per i rapporti chiaro-scuri di Berlusconi con Mangano, mafioso pluriomicida attenzionato anche dallo stesso Borsellino). Di conseguenza, ci saremmo risparmiati anche Renzi e i grillini. Frutto per analogia o contrasto al berlusconismo.

Cosa ci avrebbe atteso al governo? Probabilmente i post-comunisti. O ancora tecnici. I post-democristiani e i post-socialisti erano ormai ridotti al lumicino dall’inchiesta Mani pulite, e non si sarebbero riciclati in Forza Italia come invece accadde. I leghisti avrebbero avuto sicuramente più voti, ma non si sarebbero alleati con i post-missini, giacché non sarebbe esistita la magica mediazione del Cavaliere.

Perchè il Movimento sociale italiano non insistette sul suo nome, specie all’indomani della morte di Giovanni Falcone? Sarebbe stato un messaggio forte alla Mafia. Avrebbe salvato Borsellino e probabilmente, la Repubblica italiana.

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