Brasile, perché vittoria di Bolsonaro è una buona notizia per Italia

DATA ULTIMO AGGIORNAMENTO: 13 Gennaio 2019

Le elezioni presidenziali in Brasile, la quarta democrazia più grande del mondo, sono state vince al ballottaggio dal candidato di estrema destra Jair Bolsonaro, che ha ottenuto il 55,5% dei consensi contro il 44,5% ottenuto da Fernando Haddad, erede politico di Lula da Silva. Bolsonaro, ex ufficiale dei parà, è stato indicato in campagna elettorale come “minaccia fascista” alla democrazia brasiliana.

Malgrado la rimonta registrata negli ultimi giorni da Haddad, i risultati del ballottaggio hanno confermato le previsioni dei sondaggi, che davano Bolsonaro come favorito anche prima del primo turno delle presidenziali il 7 ottobre. La vittoria di Bolsonaro rappresenta una frattura storica per il Brasile, dopo una fase di quattro governi consecutivi del Pt, chiusasi nell’agosto del 2016 con l’impeachment di Dilma Rousseff, e il breve intermezzo dell’amministrazione di Michel Temer, che arriva alla fine del suo mandato battendo tutti i record storici di impopolarità.

Il risultato del voto in Brasile segna anche una nuova sconfitta per i partiti e i leader protagonisti della cosiddetta “marea rosa” progressista che investì l’America Latina all’inizio del XXI secolo, dopo le vittorie elettorali del centrodestra in Argentina, Cile, Perù e Colombia e le derive autoritarie in Venezuela e Nicaragua.

Di Bolsonaro si dice che sarà una minaccia per la salvaguardia della foresta amazzonica e degli Indios. E viene visto come un leader autoritario. Checché se ne dica, però, la vittoria di Bolsonaro rappresenta una buona notizia per il nostro Paese.

Con Bolsonaro Presidente Cesare Battisti potrebbe rientrare in Italia

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La vittoria di Bolsonaro in Brasile potrebbe finalmente far rientrare l’ex terrorista di estrema sinistra Cesare Battisti in Italia. Dopo la vittoria di Bolsonaro, si era parlato di una nuova fuga di Battisti. Dato che rispetto ai precedenti presidenti socialisti, verrebbero per lui a mancare le certezze di una mancata estradizione.

Tuttavia, è stato lo stesso Battisti a negare ogni tentativo di fuga. Come riporta Tgcom24, l’ex terrorista rosso ha dichiarato:

“Nessuna fuga assolutamente, in Italia possono dire quello che vogliono. Io sto andando a casa ed è tutto tranquillo”. Così Cesare Battisti nega qualsiasi tentativo di lasciare il Brasile. “Vado a San Paolo una volta al mese, per cinque giorni, per ragioni mediche. Questa volta anche per trattare la pubblicazione del mio libro – spiega il terrorista -. Sto tornando a casa come sempre, quindi non c’è niente di allarmante”.

“Cesare Battisti si è recato a San Paolo, dove si è riunito martedì con i suoi rappresentanti legali, e tornerà a Cananeia, dove risiede, nei prossimi giorni”, ha spiegato l’avvocato Igor Tamasauskas, smentendo così reportage di stampa, secondo i quali il terrorista sembrava aver fatto perdere le tracce dopo le elezioni in Brasile. Il neopresidente, il leader di estrema destra Jair Bolsonaro, ha promesso l’estradizione in Italia di Battisti.

“Bolsonaro può dire quello che vuole, io sono protetto dalla Corte Suprema. Le sue sono solo parole, fanfaronate. Lui non può fare niente, c’è una giustizia, io per la giustizia sono protetto, lui non ha nulla a che vedere con questo”, ha sottolineato Cesare Battisti in un’intervista al Giornale Radio Rai, escludendo di essere preoccupato: “Assolutamente. Bolsonaro non penso abbia interesse a creare discordia tra il potere giudiziario e l’esecutivo. Si parla, ognuno può dire quello che vuole. Io non ho alcun problema”.

Battisti, secondo la ricostruzione de La Stampa, domenica sera ha assistito alla diretta televisiva dello spoglio delle elezioni presidenziali con gli amici di sempre al Bar Do Miguel.

“Era molto arrabbiato – ha raccontato il gestore – e preoccupato per il suo futuro. Se se ne andasse, io perderei un cliente importante”. Di diverso avviso un altro amico, invece, l’artigiano Amir Oliveira: “Mi ha detto dieci giorni fa che vuole affrontare le conseguenze, che è stanco di scappare”.

Al tribunale di Cananeia il direttore Anderson Nascimento conferma che su di lui non c’è alcuna misura cautelare in vigore: “Il braccialetto elettronico è stato tolto in aprile, il mese dopo è caduto anche l’obbligo di firma una volta al mese“. All’ambasciata italiana confermano che Battisti non può uscire dal Brasile, ma che è libero di circolare in tutto il Paese.

Sempre Tgcom24 riporta che su Twitter, il figlio di Bolsonaro, Eduardo, ha scritto: “Il regalo è in arrivo!“. In risposta alla richiesta avanzata dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, di rimandare in Italia il terrorista Cesare Battisti. Eduardo Bolsonaro ha inoltre ringraziato il vicepremier per il supporto ricevuto durante la campagna elettorale. “La destra diventa più forte”, ha concluso.

Insomma, anche in Brasile è arrivato il vento da destra che sta soffiando forte in Europa e negli Usa. Bisognerà ora capire se questo vento spingerà Battisti fino in Italia, dove lo attendono da un quarantennio i familiari delle sue vittime.

Chi è Bolsonaro

Bolsonaro chi è

Come riporta Wikipedia, Jair Messias Bolsonaro, nato il 21 marzo 1955, è un politico brasiliano e ufficiale militare in pensione che è il presidente eletto del Brasile. È stato membro della Camera dei Deputati, in rappresentanza dello stato di Rio de Janeiro, dal 1991. È membro del Partito Social Liberal (PSL), e assumerà incarichi per i suoi quattro anni di mandato come presidente 1 ° gennaio 2019, succedendo a Michel Temer.

A Glic rio, São Paulo, Bolsonaro si è laureato presso l’Accademia militare di Agulhas Negras nel 1977 e ha prestato servizio nell’esercito brasiliano nel campo dell’artiglieria e dei gruppi di paracadutisti. Diventò noto al pubblico nel 1986, quando scrisse un articolo per la rivista Veja criticando i bassi salari per i funzionari militari, dopo di che fu arrestato e detenuto per quindici giorni nonostante avesse ricevuto lettere di sostegno da parte dei pari nell’esercito; fu assolto due anni dopo.

Bolsonaro entrò nella riserva nel 1988 con il grado di capitano, e corse per il Consiglio comunale di Rio de Janeiro quell’anno, essendo stato eletto membro del Partito Democratico Cristiano. Fu eletto nel 1990 nella camera bassa del Congresso, e fu successivamente rieletto sei volte. Durante i suoi 27 anni di mandato come membro del Congresso, Bolsonaro divenne noto per il suo forte sostegno al conservatorismo nazionale.

È un oppositore vocale del matrimonio tra persone dello stesso sesso (e omosessualità in generale), aborto, azione affermativa, liberalizzazione della droga e secolarismo. In politica estera, ha sostenuto relazioni più strette con gli Stati Uniti e Israele. Durante la campagna presidenziale del 2018 iniziò a sostenere politiche economiche liberali e favorevoli al mercato. Un politico polemico e controverso, i suoi punti di vista e commenti, che sono stati descritti come di estrema destra e di natura conservatrice, hanno suscitato elogi e critiche in Brasile. Bolsonaro ha annunciato la suo pre- candidatura alla presidenza nel marzo 2016 come membro del Partito Social Christian.

Tuttavia, lasciò il partito nel 2018 e si unì al Social Liberal Party, che lanciò la sua campagna presidenziale nell’agosto 2018 con il generale in pensione Hamilton Mour o come suo compagno di viaggio. Si presenta come un estraneo e un sostenitore dei valori della famiglia. È arrivato al primo posto nel primo turno delle elezioni generali del 7 ottobre 2018, con il candidato PT Fernando Haddad in seconda posizione. I due candidati si sono affrontati nuovamente il 28 ottobre 2018 e Bolsonaro è stato eletto con il 55% del voto popolare.

[sta_anchor id=”battisti”]Cesare Battisti chi è[/sta_anchor]

cesare battisti chi è

Come riporta Wikipedia, Cesare Battisti (nato il 18 dicembre 1954) è un ex membro italiano dei Proletari armati per il comunismo, un gruppo militante e terrorista di estrema sinistra che ha commesso atti di illegalità e crimini in Italia alla fine degli anni ’70 durante il periodo noto come “Anni di piombo “. Fu condannato per quattro omicidi (due poliziotti, un gioielliere e un macellaio) all’ergastolo in Italia. Fuggì dall’Italia prima in Francia e poi in Messico, prima di stabilirsi in Brasile, dove ora vive libero. È diventato un autore di romanzi, avendo scritto 15 libri.

Battisti è stato condannato a 12 anni con l’accusa di aver partecipato a un gruppo armato e dell’uccisione materiale di due persone e il mandato per altri due omicidi. Fuggì in Francia nel 1981, dove ricevette protezione sotto la dottrina Mitterrand. In seguito, fu processato in contumacia in base alla testimonianza del processo di Pietro Mutti che lo coinvolse in quattro omicidi, portando a 36 il totale delle accuse a suo carico. Fu condannato a morte nel 1995. Dopo l’abrogazione de facto della Mitterrand dottrina nel 2002, Battisti è entrato in Brasile con documenti falsi per evitare una possibile estradizione.

È stato arrestato a Rio de Janeiro il 18 marzo 2007 da agenti di polizia francesi e brasiliani. Successivamente, il ministro della Giustizia brasiliano Tarso Genro gli ha concesso lo status di rifugiato politico, in una controversa decisione che è stata molto criticata in Italia, mentre il parere della stampa brasiliana e internazionale era più diviso. Il 5 febbraio 2009, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione a sostegno dell’Italia e ha tenuto un minuto di silenzio in memoria delle vittime di Battisti.

Il 18 novembre 2009, la Corte suprema brasiliana ha considerato lo status di rifugiato illegale e ha consentito l’estradizione, ma ha anche affermato che la costituzione brasiliana conferisce al presidente poteri personali per negare l’estradizione, se sceglie, mettendo effettivamente la decisione finale nelle mani del presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva.

Il 31 dicembre 2010, l’ultimo giorno effettivo di presidenza di Lula, la decisione di non consentire l’estradizione è stata ufficialmente annunciata. Batti è stato rilasciato il 9 giugno 2011 dal carcere dopo che la corte costituzionale brasiliana ha negato la richiesta dell’Italia di estradarlo. L’Italia prevede di ricorrere alla Corte internazionale di giustizia dell’Aia.

Nel marzo 2015 un giudice federale ha annullato la decisione di concedergli un visto di permanenza in quanto sarebbe in conflitto con la legge brasiliana, ordinando la sua deportazione. Il 14 settembre, la sesta sezione del Tribunale Federale Regionale della Prima Regione (con sede a Brasilia) dichiarò illegale la deportazione di Battisti.

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