CHI SEMINA VENTO RACCOGLIE TEMPESTA…E SOUVENIR DEL DUOMO DI MILANO

Tutto quanto è già stato detto e scritto su ciò che è accaduto a Berlusconi domenica scorsa; pertanto mi limiterò a dire solo come la penso; anche se dal titolo del post, credo che un’idea ve la siete già fatti.
Il gesto va ovviamente condannato, come tutti i gesti violenti, a prescindere da chi li subisce. Detto ciò, mi sento anche di dover aggiungere che tale atto è la conseguenza di un clima teso, conflittuale e di astio che lo stesso Premier, checché ne dicano i suoi sostenitori, ha creato. Andiamo con ordine.

Berlusconi ormai da quindici anni non fa altro che criticare i vari Presidenti della Repubblica susseguitisi da quando lui è sceso in campo, etichettandoli di parte e di sinistra; il primo fu Scalfaro al quale ha perfino dato la colpa della prematura e veloce caduta del primo Governo da lui guidato (quando vinse le elezioni nel ’94, ma durò alla carica solo 9 mesi). Poi è toccato a Ciampi e ora a Napolitano. Continuare ad alimentare un contrasto tra Presidente del consiglio e Presidente della Repubblica non fa certo bene alla nostra democrazia, sebbene le persone investite di questa alta carica, siano sempre state corrette e anzi, direi perfino troppo permissive nei suoi confronti (firmando quasi tutti i decreti che la sua maggioranza gli passava al vaglio).
Berlusconi da quando è “sceso in campo” ha attaccato continuamente la magistratura, definendola comunista e di parte, solo perché semplicemente il potere forense vorrebbe che egli rispondesse dei reati commessi prima di diventare un politico (d’altronde lo è diventato proprio per proteggersi da loro) ma anche dopo la sua discesa in campo. Continuare a denigrare i magistrati, delegittimandoli continuamente agli occhi di chi si informa solo tramite la TV, non facilita certo il senso del dovere e del rispetto delle regole da parte dei cittadini, col rischio che questi ritengano un povero martire chiunque goda di popolarità ed è chiamato a rispondere dei propri reati davanti ad un tribunale (un po’ come accade ora per Corona).
Berlusconi ha da sempre offeso e accusato l’opposizione parlamentare ed extraparlamentare, criticando aspramente anche chi civilmente scende in piazza per manifestare il proprio dissenso politico, o per esprimere il proprio disagio lavorativo ed economico (ad esempio disoccupati e precari). Ultimo esempio di ciò, è il modo con il quale ha trattato dei ragazzi che lo contestavano sul palco domenica pomeriggio, poco prima del fattaccio.
Berlusconi continuamente attacca la stampa, sebbene nel vasto Mondo dei media sempre più tecnologizzati, la carta stampata conti in modo quasi irrisorio; e lui che possiede molte reti televisive, dovrebbe ben saperlo. Addirittura arrivò a chiedere agli imprenditori di non finanziarie più, tramite pubblicità, i quotidiani.
Eppure i suoi leccapiedi, o se preferite i suoi portaborse, o se preferite ancora, i suoi alleati, tutta gente da lui resuscitata perché essendo democristiani, socialisti o neofascisti, non avrebbero più trovato spazio politico, affermano il contrario, ossia che sono i suoi oppositori ad issare toni violenti, ad aver creato un clima di odio e di rancore; quindi, sono loro i responsabili di quanto accaduto. E ce l’hanno in particolare con Di Pietro, Travaglio e Grillo che incitano all’antiberlusconismo. Addirittura ieri, quando il leader dell’Idv ha preso parola alla Camera, i deputati del PdL sono andati via in segno di protesta.
Si è vero, loro incarnano l’antiberlusconismo, intendendo però per esso non Berlusconi quanto persona bensì l’idea che egli ha della politica e della società; un’idea che egli è già riuscito a mettere in circolazione con 15 anni di lavaggio del cervello televisivo. E lo combattono a colpi di verità, informazioni, parlando al popolo. Un disagiato mentale non viene istigato alla violenza dall’informazione urlata o meno, ma da chi abusa del proprio potere per migliorare la propria posizione giudiziaria ed economica, denigrando tutto ciò che cerca di ostacolarlo, prevalentemente con vie legali.
Ridicole poi le dichiarazioni distensive della Lega, partito che da vent’anni istiga alla violenza e alla persecuzione degli extracomunitari e dei meridionali, con le parole o i fatti. E gente come Borghezio o Maroni si è placata nel proprio comportamento solo dopo averle prese di santa ragione (ricorderete il loro collo ingessato in seguito ad aggressioni).
Il Presidente del consiglio è la quarta carica dello Stato, e in quanto tale, deve restare imparziale, essere come si suol dire “Presidente di tutti”. Invece Berlusconi continua ad attaccare chi gli è avverso, a fare comizi, a mantenere sempre un clima preelettorale. Pensiamo ad Andreotti, ben 7 volte Presidente del consiglio, rimasto sempre moderatamente al suo posto nonostante gli si imputasse tutto quanto accadeva  in Italia, a volte anche giustamente. Lui restava sempre lì, impassibile, al suo posto. Ma era la Prima Repubblica, quando tutti “mangiavano” senza doversi scannare più di tanto in Parlamento. Mentre oggi siamo nella Seconda Repubblica, guarda caso, segnata proprio dall’arrivo del Cavaliere, nella quale si mangia comunque, ma bisogna urlare pure.
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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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