Chiuso il Cocoricò di Riccione: perchè è una scelta sbagliata

LA DECISIONE DELLA QUESTURA DI RIMINI DOPO LA MORTE DI UN 16ENNE E VARI CASI DI MALORE
Al Cocoricò di Riccione ci sono stato due volte, in una indimenticabile vacanza estiva di 15 giorni sulla Riviera romagnola, nel 2006. Una struttura avveniristica, tempio della musica techno in Italia e tra i più quotati e famosi al Mondo. Di brutte facce ce n’erano, maschere di chi aveva assunto chissà cosa per divertirsi. Ma ce n’erano anche tanti che, come me, per sciogliersi di più si sono al massimo serviti di qualche cocktail e null’altro. La droga in quella discoteca, come in tante altre italiane, è sempre circolata. Cambia nome, forma, pericolosità. Ma c’è. Forse oggi è più pericolosa, perché è più a buon mercato ed assume caratteristiche innocue. Che ti promettono qualche ora di sballo per poi farti tornare alla vita di sempre. Ma non è così. Ora il locale resterà chiuso per 4 mesi per ordine della Questura di Rimini, dopo la morte di un 16enne a meno di un anno di distanza da quella di un altro giovanissimo. Più un’altra serie di casi di malori. Ma chiudere il Cocoricò significa chiudere un simbolo del divertimento italiano. Un danno al turismo estivo per il nostro Paese da equiparare – con le dovute differenze – alla chiusura dei cancelli di Pompei. Basterebbe ordinare qualche controllo in più da parte dello staff per combattere il fenomeno. Come al solito siamo alla solita ridicola Italia, dove per un male al dito, si amputa tutto il braccio. Allora perche’ non chiudere le Chiese per i preti pedofili? Il Parlamento per i politici mariuoli? Facebook per le foto in costume?

LA STORIA DEL COCORICO’ – Aperto nel 1989, fino alla fine degli anni novanta una caratteristica del locale è stata quella di cambiare l’allestimento delle cinque sale principali due volte l’anno, spesso anticipando mode e tendenze. Il direttore artistico, Fone, è stata l’ideatrice dei temi delle scenografie e creatrice di gran parte del locale fino al 2006.
La sala principale è la Piramide, una struttura in vetro a forma piramidale. Titilla è la seconda sala per importanza ed è specializzata nella musica house.
Nel 1994 viene aggiunta una nuova sala, Morphine, dedicata alla musica elettronica e ambient.
Nel 1999 nasce la sala all’aperto Ciao Sex, dedicata al pubblico gay.
Fino al 2003, il locale ha proposto prevalentemente musica techno o trance. In seguito, con il cambio dei DJ, si è passati a un genere più vicino all’hard-trance e al minimal-techno fino all’anno successivo, che ha visto l’affermazione della musica house.
Nel 2004 nasce la sala Strix, ambiente trasgressivo situato nel bagno delle donne.
UN TEMPIO DELLA TECHNO – Il Cocoricò di Riccione è una delle discoteche più famose d’Italia gestita dalla società Piramide Srl.
Si trova sulle colline di Riccione, tra la città e l’uscita dell’Autostrada A14. Tempio della musica techno italiana fin dagli anni novanta del XX secolo, si è guadagnato una fama crescente col passare del tempo, tanto da essere definito “una monumentale Mecca della musica dance”[1]. Nella classifica “Top 100 clubs” stilata da DJ Magazine nel 2013 si colloca al primo posto tra le discoteche italiane e al 27º posto tra le discoteche di tutto il mondo e nel 2014 supera 9 club collocandosi al 18º posto nel mondo, invece nel 2015 si colloca al 16º posto sempre nella classifica di DJ Magazine. Ha una capacità di 6000 persone, ciò rende il Cocoricò uno dei più grandi club del mondo superando clubs come lo Space Ibiza (2° club al mondo, 3144 persone), l’Hakkasan di Las Vegas (3° club al mondo, 3024 persone), Pacha Ibiza (4° club al mondo, 3000 persone), Amnesia di Ibiza (5° club al mondo, 5000 persone).
SONDAGGIO

(Fonte: Wikipedia)
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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

Una risposta a “Chiuso il Cocoricò di Riccione: perchè è una scelta sbagliata”

  1. E' giusto chiuderlo. Così i gestori finiscono di disinteressarsi di quello che succede all'interno delle LORO strutture

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