Città dove si guadagna di più: la classifica

In quali città italiane si guadagna di più? Se lo chiedono in tanti, italiani e stranieri, che desiderano trasferirsi dal luogo in cui vivono nella speranza di fare una vita migliore. L’Italia, del resto, è il Paese delle disparità per antonomasia. Della doppia velocità. Capita di spostarsi di pochi chilometri per cambiare totalmente mondo. E trovare un modo di vivere molto migliore, una qualità di vita nettamente migliorata. Tanto dal lato dei servizi offerti dalla città in questione, quanto dal lato economico.

In fondo, il nostro Paese è stato per secoli diviso in regni, principati e ducati. Ognuno con una propria storia, un proprio tessuto sociale, una propria economia. E quando l’Italia è stata unificata, si è scoperta essere come il costume di arlecchino: variopinta. Come un mosaico dai mille pezzi che non si incastrano neanche bene insieme.

Alle differenze storiche si è poi aggiunto il campanilismo e la malapolitica. Che invece di ridurre i gap tra le zone, li ha ampliati, peggiorandoli anno dopo anno. Certo, sono incisi anche fattori esogeni, piovuti drammaticamente dall’alto. Si pensi ai terremoti. Quello di Messina di inizio ‘900 sembra aver separato socialmente ed economicamente la Sicilia. Quello di Irpina dell’80 ha invece dato il colpo finale alla parte inferiore “dello stivale”. E quelli dell’Italia centrale degli ultimi anni hanno isolato la caratteristica Italia centrale.

Ma tornando alla domanda di partenza, una risposta ce la danno gli studi del Geography Index dell’Osservatorio JobPricing. Ecco cosa dicono.

Le città italiane dove si guadagna di più

milano duomo foto

Come riporta MSN, Milano si conferma la città ideale in questo senso. Il capoluogo lombardo si conferma per distanza il posto dove si guadagna meglio. La retribuzione annua lorda (RAL), osseravata attraverso il calcolatore di JobPricing, è poco sopra 34mila euro. Un valore che rappresenta stacca di circa 2.000 euro la seconda provincia classificata, Monza Brianza.

Subito dopo, quest’anno, arriva Bolzano, che riesce a scalare quattro posizioni e si colloca al terzo posto complessivo. Genova registra la retrocessione più significativa, perdentro tre posti e uscendo dal podio. Nel complesso, i crolli maggiori hanno riguardato la Sardegna, con Cagliari e Sassari (che persono 13 e 10 posti). Tentano la scalata, invece, Verbano-Cusio-Ossola, Macerata e Matera, che segnano un balzo di 12 posizioni.

Le regioni dove si guadagna di più

lombardia cartina

Per quanto riguarda le regioni, la Lombardia, con quasi 37mila euro di RAL, resta, quindi, la regione con le retribuzioni più alte. Al secondo e terzo posto, Trentino ed Emilia-Romagna (che, rispetto all’anno precedente, perde un punto e si prende il bronzo), con entrambi i territori collocati intorno ai 30.500 euro lordi l’anno. Scendono, invece, le regioni centro-meridionali, anche se l’indagine tiene conto di un diverso costo della vita.

Al Sud, infatti, la RAL cala a meno di 26mila euro, registrando un dislivello di quasi 5mila euro in meno rispetto alle regioni Settentrionali. Un Paese spaccato in due, di fatto. Otto regioni al Nord, con la Lombardia in testa, secondo gli studi, trainerebbero gli stipendi verso l’alto, mentre le altre 12 regioni (dalla Toscana in giù, con eccezione del Friuli Venezia Giulia) si collocherebbero sotto la media.

Dove si guadagna di più in Italia: vincono i capoluoghi

bolzano foto

Tra gli elementi analizzati dagli esperti, è emersa, in generale, la diffusa egemonia del capoluogo all’interno della propria regione, vista come città capace di attivare il miglior mercato del lavoro e offrire, quindi, le retribuzioni migliori. Ma la regola non è vera ovunque. In sei casi, infatti, non è la provincia capoluogo quella dove si guadagna meglio.

Bolzano batte Trento, Pesaro-Urbino offre pagamenti migliori di Ancona, così come Terni paragonata a Perugia e Matera con Potenza. In Veneto, Verona batte sensibilmente Venezia, che rappresenta, tra l’altro, l’ultima della sua regione, con una RAL media inferiore a 29mila euro, il 2,6% sotto la media veneta.

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