Coronavirus: aumenta depressione, obesità e povertà. Andrà tutto bene?

DATA ULTIMO AGGIORNAMENTO: 3 Novembre 2020

Andrà tutto a bere”. “Andrà tutto stretto”. Sono solo due dei tanti sfottò allo slogan “Andrà tutto bene”. Il quale, abbinato al disegno di un arcobaleno, ha campeggiato e ancora campeggia su tanti balconi e portoni di palazzi italiani. Oltre che, ovviamente, sui Social.

Un modo per farsi forza, almeno simbolicamente, nel periodo di Lockdown al quale le autorità ci hanno costretti per ovviare alla pandemia (vera o presunta che sia) da Coronavirus Covid-19.

Ed in fondo, per dare una speranza ai tanti bambini costretti a stare chiusi in casa nelle prime splendide giornate di primavera. Negati di quelle attività motorie fondamentali per la loro crescita fisica. Oltre che di quel rapporto fisico tra pari già ridotto al minimo dalla virtualità incalzante.

Se con il Lockdown la pandemia da Coronavirus si è effettivamente frenata, il problema è che sono dilagati altri problemi. Come ansia, depressione, obesità e [sta_anchor id=”obesità”]povertà[/sta_anchor].

Coronavirus, effetti quarantena su salute

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Se gli italiani non sono morti di Coronavirus, rischiano di morire per patologie psichiche, problemi economici o sovrappeso.

Sono già diverse le ricerche che attestano il dilagare di ansia e depressione tra chi è stato costretto a stare chiuso in casa. Del resto, non ci vogliono le ricerche accademiche o televisive per scoprirlo. Basta guardarci intorno.

Soprattutto chi è abituato a viaggiare molto, a stare con gli amici, a correre all’aria aperta, ad andare in palestra, a fare una passeggiata sul lungomare.

Ma anche tra chi non va particolarmente d’accordo con i propri familiari o con il proprio partner. O chi abita in case di pochi metri quadri o ai piani bassi dove il sole non arriva mai.

Grossi danni sono arrivati anche all’economia, complice l’obbligo per tante attività a stare chiusi. O a ridurre drasticamente comunque le proprie vendite o l’erogazione del proprio servizio. E non manca già qualche suicidio o minaccia di farla finita.

Gravi ripercussioni ci sono state anche per l’occupazione, per i tanti dipendenti costretti a stare a casa. E per molti che non ritorneranno al lavoro a quarantena finita per le modifiche a cui i loro capi saranno costretti (riduzione dei tavoli, meno clienti per volta, ecc.).

Immancabilmente, la scarsa attività motoria ha portato anche il mettere dei chili in più. Anche per il concomitante consumo di cibi dolci e “spazzatura”, proprio per sopprimere il malcontento.

Sicuramente sono anche aumentati alcolismo e tabagismo per le stesse ragioni.

Sindrome della capanna cos’è

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Tra gli effetti quarantena della quarantena è la sindrome della capanna. Come riporta La mente meravigliosa, il fenomeno è stato individuato per la prima volta ad inizio ‘900, durante la cosiddetta della corsa all’oro negli Stati Uniti. Infatti, i cercatori erano costretti a passare mesi interi all’interno di una capanna.

Ciò comportava, pertanto, rifiuto di tornare alla civiltà, sfiducia nei confronti del prossimo, stress e ansia.

E così, anche chi è stato costretto a stare per almeno due mesi a stare a casa, lontano da partner, amici e parenti, rischia di patire la sindrome della capanna.

Certo, parliamo di un lasso di tempo minore rispetto ai ricercatori d’oro. Ma con la differenza che oggi viviamo una vita più frenetica, fatta di viaggi, palestra, shopping, aperitivi, cene fuori, ecc. Quindi una brusca frenata incide ugualmente in modo accentuato sulla nostra salute psico-fisica.

Sindrome della capanna sintomi

Quali sono i sintomi principali della sindrome della capanna? I seguenti:

Letargia: sentirsi stanchi, con braccia e gambe intorpidite, necessità di lunghi pisolini e difficoltà ad alzarsi al mattino. Difficoltà di concentrazione e scarsa memoria.

  • Demotivazione
  • Voglia di determinati cibi per calmare l’ansia
  • Tristezza, paura, angoscia, frustrazione
  • Paura di uscire, che spesso viene camuffata

Lockdown sbagliato? Chi la pensa diversamente

lockdown effetti

C’è anche chi non crede al Lockdown. Come la Svezia, che però dalla sua ha una densità abitativa ridotta (qui ho parlato su come è andata). Proprio per ovviare al dilagare dei problemi sopra descritti e per non fermare l’economia.

Inoltre, molti virologi di fama internazionale criticano il Lockdown (ne ho citati molti qui) per gli effetti quarantena.

Certo, poi ci sono anche paesi come il Brasile dall’alta densità abitativa che lo fanno per il negazionismo del loro Presidente. Con il coronavirus che ha raggiunto pure gli aborigeni in Amazzonia. Nel paese carioca, sempre attenendosi alle cifre ufficiali, i morti sono oltre 13mila. Con un Ro (tasso di contagio) che sfiora il 3 (da noi è da tempo sotto lo zero).

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