Fare una crociera danneggia gravemente la salute causa inquinamento

DATA ULTIMO AGGIORNAMENTO: 18 Marzo 2019

Fare una crociera resta il sogno di tanti. Poter salire su una nave per diversi giorni e visitare più posti. Tante città e paesi diversi. Staccare la spina per un po’, vivere in un mondo galleggiante, lontani da preoccupazioni e problemi del quotidiano.

L’industria delle crociere non si è fermata in Italia neanche dinanzi alla tragedia della Costa Concordia (la quale, ricordiamo, provocò la morte di 32 persone e la condanna del Comandante Francesco Schettino a 16 anni di carcere). A parte, ovviamente, un calo nel periodo immediatamente successivo alla tragedia. Stimato, dopo un paio di mesi, al 22% (13 gennaio-13 marzo). Quanti hanno fatto una crociera dopo quel brutto episodio, sono sicuramente saliti sulla nave con non poca ansia. Temendo di ritrovarsi un comandante Schettino al timone.

Dopo la tragedia, si mise il discussione l’abitudine dell’inchino fatto fare alle navi per scopi pubblicitari. Sebbene diversi video dimostrarono che venivano fatti ancora.

Ma a parte i rischi endemici di fare una crociera – causati da possibili avarie, scontri con scogli o altri mezzi, maltempo – ce ne sono anche altri poco conosciuti. Derivanti dall’inquinamento che essa provoca. Ecco cosa rischia chi fa una [sta_anchor id=”crociera”]crociera[/sta_anchor].

Crociera, studio su rischio salute per inquinamento

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A lanciare l’allarme è un rapporto scritto da Ryan David Kennedy della John Hopkins Bloomberg School of Public Health. I ricercatori hanno raccolto in segreto dati dai ponti di 4 navi della Carnival Corporation per due anni: le concentrazioni di particolato delle navi sono “comparabili alle concentrazioni rilevate in città inquinate, come Pechino e Santiago“, ha detto l’autore del report alla Cnn.

Kennedy ha misurato le emissioni sia con la nave in movimento, sia quando era ferma. Le concentrazioni più grandi le ha trovate alle spalle delle ciminiere delle navi: concentrazioni di particolato fine e ultrafine che oscillavano tra 0,02 ed 1.0 micrometri.

Un rischio molto grande, se si pensa che consideriamo pericolose tutte le concentrazioni che vanno dai 10 micrometri in giù. Inoltre, solitamente quella è l’area di una nave dove si trovano le attività ricreative e gli spazi di socializzazione.

L’industria navale è una delle cause principali del riscaldamento climatico e dell’inquinamento dell’aria, e il settore croceristico è solo una parte del problema. Molte delle sostanze rilasciate dagli scarichi delle navi sono nocive per l’uomo, come i idrocarburi policiclici aromatici: sono potenzialmente cancerogeni se respirate in grosse quantità.

Secondo il rapporto, lavorano sulle navi da crociera più di 220mila persone in tutto il mondo, in un settore che comprende oltre un milione di persone che lavorano a tempo indeterminato. Inoltre, “sappiamo che ci sono tassi più alti di bambini con l’asma nelle comunità portuali“, ha detto alla Cnn Kendra Ulrich di Stand.earth, l’associazione che ha commissionato il rapporto.

A inquinare in maniera significativa è l’uso di oli combustibili pesanti.

“Quello che ha trovato il dottor Kennedy è sconvolgente. Quello che farà questo gigante può avere un effetto enorme sugli standard dell’industria”, ha detto la Ulrich. “Stand.earth sta lottando contro Carnival Corp. per fermare l’uso di combustibili pesanti”.

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