ECCO CHI NON SI CANDIDERA’ PIU’ E PRENDERA’ LAUTI VITALIZI E LIQUIDAZIONI

DA PISANU A D’ALEMA, PASSANDO PER CASTELLI E RUTELLI. PARLAMENTARI DI DESTRA, CENTRO E SINISTRA PASSANO ALLA CASSA PER LA FINE DELLA PROPRIA CARRIERA
Dalle urne delle prossime elezioni si formerà la classe politica della XVII Legislatura, la quale vedrà un Parlamento discretamente rinnovato tra non eletti, trombati e ritirati di propria spontanea volontà. A prescindere dalla natura del proprio ritiro – mancata elezione, forzata o voluta – molti parlamentari si consoleranno con vitalizi mensili e sostanziose liquidazioni, calcolate in base ai propri anni di carriera. Vediamo chi sono i più fortunati. Alla faccia degli indigenti.

PISANU, 39 ANNI DA PARLAMENTARE– Tra i più felici, Beppe Pisanu, Pdl ed ex Ministro degli interni, con 39 anni di parlamento alle spalle. Incasserà un vitalizio di 6500 euro mensili e un assegno da 175 mila euro netti come liquidazione. Stessa esperienza per Mario Tassone, ex deputato dell’Udc, con 35 anni di parlamento alle spalle, che percepirà un vitalizio da 6500 euro mensili e una liquidazione da 158 mila euro.
VELTRONI, ALTRO CHE AFRICA – Valter Veltroni, fondatore del Pd che già aveva provato questa emozione quando era sindaco di Roma: un assegno mensile lordo di oltre 9.300 euro che lui sosteneva di dare in beneficienza a una organizzazione umanitaria in  Africa. Ora Veltroni se li terrà, in attesa di qualche occupazione integrativa. E verserà sul conto anche la buonuscita da 44 mila euro, che sembra ridotta rispetto ai suoi 19 anni da parlamentare perché ne ha già incassato la parte più sostanziosa quando si dimise per diventare sindaco di Roma.
Ma questi introiti per lui potrebbero essere rinviati perché Bersani pensa di offrirgli una carica di Ministro.
LE MAXI LIQUIDAZIONI DI BERSELLI, TURCO E CASTELLI – Avranno invece maxi liquidazioni i parlamentari che non  hanno mai interrotto il loro mestiere dal primo giorno in cui sono entrati alla Camera o al Senato. Le cifre più sostanziose toccheranno a Filippo Berselli (Pdl, ex An): 278 mila euro a cui si aggiunge da subito un vitalizio da 6.200 euro al mese e a Livia Turco che incasserà subito una liquidazione da 241 mila euro, ma dovrà ancora aspettare due anni per ricevere un vitalizio da 6.100 euro. Terzo posto nella classifica delle liquidazioni per il leghista Roberto Castelli, che incasserà un assegno da 195 mila euro e da marzo anche un vitalizio di circa 5.500 euro netti mensili.
D’ALEMA E RUTELLI – La doppia liquidazione è esperienza che faranno molti altri parlamentari uscenti che nella loro carriera hanno già interrotto l’esperienza parlamentare o perché non ricandidati nella legislatura o perché eletti altrove. Al Parlamento europeo ad esempio Massimo D’Alema, fra il 2004 e il 2006, prendendosi la prima liquidazione per i suoi 24 anni da parlamentare. Gli resta da incassare un assegno da 64 mila euro e il vitalizio da circa 6 mila euro mensili netti. Per lui comunque vale il discorso fatto per Veltroni. Potrebbe essere chiamato a un ruolo di Ministro qualora la coalizione guidata da Bersani vincesse le elezioni. Una scelta che però potrebbe creare problemi coi renziani che volevano rottamarlo e con Vendola, che baffino ha cercato più svolte di sgambettare in quel di Puglia.
Il vitalizio sarà appena superiore (5.600 euro netti al mese) per Francesco Rutelli, che però dovrà attendere ancora un anno per riceverlo perché non ha ancora maturato i requisiti anagrafici. Subito incasserà 111 mila euro di liquidazione, visto che ne ha già incassata una parte per i suoi 23 anni da parlamentare quando si candidò a sindaco di Roma.
SCAJOLA, COLOMBO, PEZZOTTA – Claudio Scajola si rasserenerà un po’ quando avrà la liquidazione (158 mila euro netti) e l’assegno del vitalizio mensile netto (4.700 euro) che incasserà senza fare nulla.
L’ex giornalista Furio Colombo ha militato per 12 anni nel centro-sinistra e se ne starà a casa con un vitalizio di 3600 euro al mese e una liquidazione di 64mila euro
Ex sindacalista e deputato Udc Savino Pezzotta ha fatto 5 anni in Parlamento e secondo i dati pubblicati da Libero riceverà un vitalizio da 2200 euro/mese e una liquidazione di 44mila euro
LE REGOLE – Le regole non sono uguali per tutti, perché dipendono dal momento in cui si entra in Parlamento. Per la liquidazione i parlamentari in genere ricevono l’80% della indennità parlamentare lorda per ogni anno di legislatura. Per il vitalizio la cosa è più complicata. Oggi si può avere a 65 anni con 5 anni di legislatura e si può scendere per ogni anno in più fatto fino a 60 anni. L’assegno oscilla fra il 20 e il 60% della indennità lorda. Fino al 2007 però non c’era questo limite di età e l’assegno oscillava fra il 25 e l’80% della indennità lorda.
(Fonte: Libero)
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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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