Europee 2019 risultati, cosa succede in Italia e in Europa

Dio, Patria e famiglia”. Uno slogan che, a quanto pare, in Italia funziona ancora. Ma ridurre il grande successo di Matteo Salvini alle elezioni europee 2019 sarebbe ingiusto. Sebbene, anche ieri sera nella breve conferenza stampa post-vosto, abbia baciato un crocifisso e invocato Maria (la Madonna).

La perenne campagna elettorale a cui Salvini ci ha abituati in questo primo anno da Ministro degli interni, continua a dare i suoi frutti. La Lega supera il 34% a livello nazionale. Risultato frutto di un plebiscito al Nord, un ottimo risultato al Centro e un aumento dei voti per il Carroccio al sud. Dove in alcune realtà ha anche superato il 20% o è risultato perfino primo partito, come a Sant’Agata dei Goti, Capri e Anacapri.

E pensare che dopo lo scandalo legato alla Bossi family e al cassiere Belsito, il partito era sceso al tre percento. Salvini ha moltiplicato per volte e passa quel risultato.

Ha ripagato dunque l’aver chiuso i porti e l’aver voluto la Legge sulla legittima difesa, l’essere stato continuamente sotto attacco da parte dei media di sinistra (la lezione Berlusconi degli anni precedenti non è dunque servita). Le ospitate da Barbara D’Urso sono state poi un ottimo viatico per il successo.

Il buon Matteo sa vendere molto bene la sua merce. Visto che poi alla fine quasi sempre gli sbarchi sono avvenuti. Inoltre, il crollo del 90% c’era già stato con Minniti e lui ha solo raccolto quei frutti. Mentre la Legge sulla legittima difesa vede il Giudice avere ancora discrezione e l’ultima parola.

Crolla invece il Movimento cinque stelle, fermo a poco più del 17%. vedendo dimezzare i suoi voti rispetto alle politiche di un anno fa, e calare leggermente rispetto alle europee del 2014 (quando si attestò sul 19%).

I Cinquestelle hanno pagato la chiara subalternità a Salvini, nonché la delusione suscitata per il Reddito di cittadinanza (bassi importi e requisiti troppo severi). Anche se, come vedremo, al Sud ha tutto sommato retto.

Ma vediamo di seguito il quadro completo dei risultati elettorali delle europee 2019. Sia su base nazionale, che locale, che europea. E cosa accadrà in Italia e al Parlamento europeo dopo questo [sta_anchor id=”europee”]voto[/sta_anchor].

Elezioni europee 2019 risultati in Italia

elezioni europee 2019

Questo il risultato finale delle elezioni europee 2019:

  • Lega 34,3%
  • Partito democratico 22,7%
  • Movimento cinque stelle 17,1%
  • Forza Italia 8,8%
  • Fratelli d’Italia 6,5%
  • +Europa 3,1%
  • Sinistra italiana 1,7%
  • Altri partiti 5,8%

Dunque, si riprende il Pd dopo la mazzata dello scorso anno. Quando fece registrare il 18%, sebbene sia lontano da quel quasi 41% registrato alle europee di 5 anni fa. La cura Zingaretti, che si è sforzato di riprendersi i voti di sinistra, sembra funzionare.

Anche questa volta non è bastato Silvio Berlusconi a Forza Italia. Ormai incapace di miracoli. Il partito dimezza i voti rispetto alle europee 2014 e crolla rispetto alle politiche dello scorso anno (14%). Anche se occorre dire che senza il suo impegno, malgrado l’età e i problemi di salute, avrebbe molto probabilmente preso ancora meno.

Molto bene Fratelli d’Italia, che raddoppia i suoi voti. La campagna elettorale della Meloni ha dato i suoi frutti.

Male +Europa della Bonino, che ha puntato sull’europeismo malgrado il vento elettorale soffiasse dall’altra parte.

Non è bastata la sensibilizzazione riguardo le tematiche ambientali che si respira da un po’ ad Europa Verde, ferma al 2,29%. Mentre in altri paesi europei i Verdi sono andati molto bene.

Sinistra italiana non è riuscita a porsi come alternativa vera di sinistra. Molti potenziali elettori hanno preferito puntare sul Pd o sul ricostituito Pci, che ha sfiorato l’1%.

Fermi allo “zero virgola” partiti di estrema destra come Casapound e Forza Nuova, prosciugati da Salvini. Male anche il Partito animalista, solo 0,60%.

Europee 2019, risultati in Italia divisi per zone

salvini di maio

LaRepubblica analizza il voto suddiviso per circoscrizioni. Partendo dalla circoscrizione del Nord Est, qui la Lega sfiora il 40 per cento. Con il Partito democratico che insegue al 23,8 per cento. E i 5Stelle appena intorno al 10. Il top in Veneto, un vero feudo verde: il Carroccio qui sfiora il 50 per cento. In Friuli Venezia Giulia è al 42. In Trentino Alto Adige è testa a testa con la Svp.

Ma il dato forse più eclatante è quello dell’Emilia-Romagna, dove la Lega è al 33 per cento contro il 31 del Partito democratico. Un dato che potrebbe essere significativo anche in vista delle amministrative, con i tanti Comuni “rossi” che hanno votato ieri ma i cui voti saranno scrutinati solo a partire dalle 14.

Nelle città di sicuro fa eccezione Bologna, dove il Pd resta al 40% e la Lega al 21, ma a Ferrara – per esempio, dove si è votato per il sindaco – il Carroccio è al 36,6 (il Pd al 29).

Anche nella circoscrizione del Nord Ovest la Lega è il primo partito: 40% contro il 23,4 del Pd e l’11 dei 5Stelle. In Lombardia il partito di Salvini è al 43 contro il 23 del Pd. Resiste Milano, dove il Partito democratico è al 35,9 contro il 27 della Lega.

In Piemonte la Lega è al 36 e il Pd insegue al 24 punti di distanza (ma a Torino i dem sono primi). Stessa situazione anche in Liguria, dove il ritardo dei dem rispetto al Carroccio è di quasi 9 punti (ma a Genova il Pd è primo, 30 per cento contro 27).

Lega prima anche nella circoscrizione dell’Italia centrale. Lega al 33, Pd al 26,9 e M5S al 15,9. Fa eccezione la Toscana dove il Pd è il primo partito (a Firenze addirittura con il 42 per cento). Mentre nelle Marche il vantaggio del partito di Salvini è di quasi 15 punti. Clamorosa anche l’affermazione della Lega in Umbria, dove si impone con il 38,1% – mentre, cinque anni fa, aveva ottenuto il 2,51% con appena 11.673 voti – ed è seguita dal Pd che al contrario è crollato dal 49,15% delle europee 2014 al 23,98%.

Netto distacco anche nel Lazio a favore di Salvini. Fa eccezione la capitale, Roma, dove il Pd è oltre il 30 per cento, la Lega al 25 e il M5S sotto il 18.

I 5Stelle mantengono invece il primato nella circoscrizione meridionale: 29 per cento contro il 23 della Lega e il 18 del Pd. Questo vale per tutte le regioni del Sud (Calabria, Puglia, Basilicata, Campania, Molise) e per le grandi città come Napoli e Bari. Fa eccezione l’Abruzzo, dove la Lega ha un vantaggio sui 5Stelle di quasi 13 punti. Anche nell’isola di Lampedusa la Lega fa il pieno di voti e raggiunge un sorprendente 45%.

Percentuali simili anche nelle isole, dove i 5Stelle sono primo partito e si attestano al 29,85 per cento la Lega è al 22,42 e il Pd al . Il Movimento va meglio in Sicilia (vince a Palermo e Catania) che in Sardegna (dove il Pd è il primo partito a Cagliari).

E l’affluenza? Davvero il calo al Sud ha pesato sul crollo dei 5Stelle? Di sicuro la flessione ha riguardato quasi tutte le regioni italiane: 2 punti e mezzo in meno rispetto al 2014. Ma certo spicca il meno 12 per cento di votanti in Abruzzo, il meno 4 in Campania, il meno 6 in Sardegna e il meno 5 in Sardegna.

Elezioni europee 2019 risultati in Europa

Come riporta Quotidiano.net, Marine Le Pen in testa in Francia, i socialisti in Spagna, mentre in Germania la Merkel arretra, ma resta il primo partito. Altri risultati: Orban stravince in Ungheria, mentre in diversi Stati si registra il boom dei Verdi. Dalla Gran Bretagna, intanto, giunge la conferma del Brexit Party, con Farage che si impone nettamente. Crollano i conservatori di Theresa May.

Vediamo il risultato elettorale Paese per Paese.

1. Europee risultati Germania

A spoglio ultimato, Cdu e Csu restano al primo posto, con il 28,9% dei voti, i Verdi conquistano il secondo posto, per la prima volta in un voto che si svolge a livello nazionale e non di un singolo stato, con il 20,5% delle preferenze. La Spd al governo con Angela Merkel scende ancora al 15,8% dei voti. Secondo un’analisi di Infratest, i Verdi avrebbero preso un milione di voti a ciascun partito della coalizione. Afd, il partito di estrema destra si attesta sull’11%, Die Linke (La Sinistra) raccoglie il 5,5% delle preferenze, i Liberali della Fdp il 5,4%.

2. Europee risultati Francia

La lista sostenuta da Rassemblement National, il partito di estrema destra di Marine Le Pen, ha vinto le elezioni europee in Francia con il 23,31% dei voti, secondo i risultati definitivi comunicati dal ministero dell’Interno di Parigi. Al secondo posto, la lista LREM-MoDem del presidente Emmanuel Macron con il 22,41%. Le due liste ottengono così lo stesso numero di deputati eletti al Parlamento europeo (23). I risultati finali confermano anche l’affermazione degli ecologisti dell’EELV (13,47% dei voti espressi e 13 seggi). La lista dei Repubblicani (LR) ha ottenuto l’8,48% dei voti (8 seggi), davanti a France Insoumise (LFI) di Manon Aubry, al 6,31% (6 eurodeputati), e al PS/Place Publique al 6,19% (6 seggi). Le altre 28 liste non sono riuscite a eleggere propri rappresentanti all’europarlamento.

3. Europee risultati Spagna

Alle europee in Spagna si conferma il successo netto dei socialisti del premier Pedro Sanchez. Il Psoe, a scrutinio quasi concluso, ha ottenuto un risultato ancora più importante rispetto ai sondaggi: il 32,8%, che gli varrà 20 seggi all’Eurocamera. Ben 12 punti indietro i popolari, al 20,1%. Al terzo posto i centristi di Ciudadanos, 12,2%, seguiti dalla sinistra radicale di Podemos (10%). Si conferma anche il passo indietro di Vox: l’ultradestra, che appena un mese fa era arrivata al 10% alle politiche, oggi si è fermata al 6,2%, che equivale a 3 seggi a Strasburgo. Anche gli indipendentisti catalani entrano a Strasburgo, sia Oriol Junqueras, in carcere a Madrid per il tentativo di secessione del 2017, che Carles Puidgemont, autoesiliatosi in Belgio.

4. Europee risultati Regno Unito

In Gran Bretagna débacle per i Tories, partito della dimissionaria Theresa May, e il trionfo per il Brexit party. Il nuovo partito di Nigel Farage Brexit è in testa (31,71%) davanti ai liberaldemocratici (18,55%) e il partito laburista (14,05%). Solo quinto il partito conservatore di Theresa May (8,71%), dietro anche gli ecologisti (11,09%).

5. Europee risultati Grecia

In Grecia vince con il 33,27% delle preferenze il principale partito di opposizione Nea Dimokatia (ND) di Kyriakos Mitsotakis, che fa capo alla famiglia del Partito popolare europeo. 23,8% il partito di sinistra Syriza del premier Alexis Tsipras.

6. Europee risultati Malta

A Malta, nettissima vittoria (55,9%) del Partito Laburista (PL, nel gruppo dei socialdemocratici europei) del premier Joseph Muscat.

7. Europee risultati Cipro

A Cipro il partito conservatore è arrivato primo con il 29,02% dei voti, davanti al partito di sinistra (27,49%) e ai socialdemocratici (13,80%).

8. Europee risultati Slovacchia

In Slovacchia avrebbero vinto i liberali di centrosinistra di Progressive Slovakia, della neo-presidente Zuzana Čaputová.

9. Europee risultati Ungheria

In Ungheria, con il 99% delle schede scrutinate il partito del premier Viktor Orban, Fidesz, ha riportato una vittoria schiacciante: il 52,14% delle preferenze. Secondo i dati forniti dal Parlamento europeo il secondo partito è la Coalizione democratica (DK) con il 16,26%, il Movimento Momentum 9,92%, il Partito dei socialisti magiari 6,68% e la destra di Jobbik 6,44%.

10. Elezioni risultati Croazia

In Croazia il partito conservatore è primo con il 22,72%, davanti al Partito socialista (18,71%) e la lista indipendente di Kolakusic (7,89%).

11. Europee risultati Finlandia

In Finlandia la National Coalition (conservatori) è arrivata prima con il 20,80%, una percentuale in calo rispetto al 2014. Ma il grande vincitore di questo voto è la Green League che raccoglie il 16% delle preferenze, un punteggio storico per questo partito verde. I socialdemocratici arrivano in terza posizione con il 14,60% dei voti, davanti ai Veri Finlandesi (13,80%).

12. Europee elezioni Danimarca

Il partito socialdemocratico avrebbe vinto le elezioni europee in Danimarca, con il 22,50%, i liberali di destra del primo ministro Lars Lkke Rasmussen (21,50%), mentre gli euroscettici del Partito del popolo danese subiscono un crollo.

13. Europee elezioni Olanda

In Olanda va male il partito liberale del premier Mark Rutte al 14,6%, il primo partito è quello laburista con il 19%: entrambi avranno 6 seggi al parlamento europeo.

14. Europee elezioni Austria

In Austria, il Partito popolare (Oevp) del cancelliere Sebastian Kurz è in testa con il 34,9% dei voti, con circa sette punti in più rispetto al 2014. Segue il Partito socialdemocratico (Spoe) con il 23,4%, stabile rispetto alle elezioni europee precedenti. Nonostante lo scandalo del cosiddetto Ibiza-gate, l’estrema destra del Partito delle libertà (Fpoe) ottiene il 17,2%: un risultato simile, se confermato dai dati ufficiali, a quello ottenuto nel 2014 quando registrò il 19,7%.

15. Europee risultati Polonia

In Polonia vince il partito di governo conservatore di Jaroslaw Kaczynski: si attesta al 43,10% dei consensi, davanti alla coalizione europea (38,40%) e ai socialdemocratici (6,70%).

16. Europee risultati Bulgaria

In Bulgaria si afferma il partito conservatore Gerb del premier Boyko Borissov: la forza politica al governo ha ottenuto il 30,64% dei voti, mentre il partito socialista si è fermato al 26,42%. Il Movimento per i diritti e le libertà (al centro) ha totalizzato il 12,33% dei voti.

17. Europee risultati Romania

In Romania la lista dei conservatori è arrivata prima con il 27,86% contro il 24,84% dei socialdemocratici. I centristi raccolgono il 18,11%.

18. Europee risultati Portogallo

Socialisti del premier Antonio Costa primi in Portogallo col 33,52% dei voti, seguiti dai socialdemocratici al 22,24%, mentre il Blocco di sinistra si attesterebbe intorno al 9,74%.

19. Europee risultati Repubblica ceca

In Repubblica Ceca il partito del premier Andrej Babis, ANO 2011, ha vinto le europee con il 21,18% delle preferenze. I Democratici civici dell’Ods, principale partito d’opposizione si attestano al 14,54% con tre seggi, mentre i Pirati al 13,95%.

20. Europee risultati Paesi bassi

Nei Paesi Bassi, il Partito laburista di Frans Timmermans (PvdA) ha scompaginato le previsioni e guida con il 19% dei voti, davanti al Partito popolare per la libertà e la democrazia (al centro) (14,60%) e ai conservatori (12,10%).

21. Europee risultati Irlanda

In Irlanda, il partito conservatore Fine Gael conduce con il 29% dei voti, davanti al partito centrista Fianna Fail (15%) e all’Alleanza indipendente (15%). Anche il partito ecologista è al 15%. La sinistra dello Sinn Fein incassa il 13%.

Elezioni Europee 2019 cosa cambia in Europa e nel parlamento europeo

parlamento europeo 2019

Come riporta Fanpage, i risultati delle elezioni europee cambieranno il volto del Parlamento di Strasburgo, in cui per la prima volta dal 1979 i popolari (PPE) e i socialisti (S&D) hanno perso la maggioranza.

Infatti, secondo i voti ottenuti, i popolari andranno ad occupare 179 seggi mentre i socialisti ne conquisteranno 150. Insieme, i due gruppi arriverebbero quindi a quota 329 scanni, mentre la maggioranza, su 751 seggi totali, è fissata a 376.

Questa volta, per raggiungerla, le due famiglie politiche tradizionali dovrebbero allearsi con l’ALDE, il gruppo dei liberali guidati da Guy Verhofstadt che ha dimostrato un aumento importante di voti, per cui ha guadagnato 107 seggi.

Associandosi, i popolari, i socialisti e i liberali potrebbero avere la maggioranza nell’Europarlamento con 436 scanni. Se si aggiungessero anche i Verdi, con i loro 70 seggi, si salirebbe addirittura a 506.

Le coalizioni devono ancora essere definite, ma è fin da ora è chiaro che spetterà ai liberali e agli ambientalisti costituire l’ago della bilancia. Sebbene i popolari e i socialisti si siano confermati rispettivamente come primo e secondo partito in seno all’Unione, il calo importante di voti rappresenta un chiaro messaggio da parte degli elettori.

I conservatori dell’Ecr, di cui fa parte anche Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, ottengono 58 seggi, in calo rispetto ai risultati del 2014.

I sovranisti dell’Enf, il gruppo politico in cui si inserisce la Lega, aumenta i propri consensi rispetto alle ultime votazioni, ma comunque non sfonda, fermandosi a 58 scanni. Se questi gruppi sono aumentati in Italia, dove il Carroccio si è affermato il primo partito con oltre il 34%, in Francia, dove Marine Le Pen ha superato il presidente Emmanuel Macron, e nel Regno Unito, in cui si è affermato con un importante distacco Nigel Farage, restano comunque in minoranza nell’Europarlamento.

Risulta quindi difficilmente attuabile l’alleanza fra il centrodestra dei popolari e i gruppi della destra sovranista.

Lo Spitezenkandidat del PPE, Manfred Weber, rivendicando il vertice della Commissione europea, ha anche già precisato che non lavorerà con “coloro che vogliono distruggere l’Europa”, affermando come il suo gruppo politico si impegnerà invece per difenderla “contro i nazionalismi“.

L’Efdd, il gruppo basato su una linea euroscettica a cui si riconduce il Movimento Cinque Stelle, aumenta leggermente i propri seggi a 54, ma non registra il boom.

I gruppi della sinistra, Gue/Ngl, invece osservano un calo, conquistando solo 38 seggi. Ci sono poi 7 scanni in cui siederanno dei non iscritti e altri 28 destinati a membri non affiliati ad alcun gruppo.

Quindi, come prevedibile, Pse e Ppe perdono la loro supremazia. Ma lo Tsunami vero e proprio non c’è stato. Anche perché le opposizioni hanno tra loro delle divergenze con i partiti di maggioranza e tra loro stessi. Pertanto, una maggioranza diversa da quella Ppe-Pse-Alde (e forse Verdi) non potrà avere vita.

Insomma, è arrivato un altro campanello di allarme, più forte di quello del 2014. Ma non una autentica spallata.

Resta il fatto che l’Unione europea è sempre più frammentata e preda di quanti perseguono interessi nazionali. Ma ciò è la naturale conseguenza delle politiche in favore di colossi bancari e multinazionali perseguite in questi anni.

Elezioni europee 2019 cosa cambia in Italia

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Quanto al nostro Paese, ovviamente, cambiano i rapporti di forza tra i due partiti di maggioranza. Con la Lega che potrà alzare la voce su alcuni provvedimenti a cui tiene particolarmente. Come la Flat tax, lo sblocca cantieri sulle grandi opere, le autonomie locali.

Del resto, Salvini sa che se si andasse a votare oggi, il centrodestra vincerebbe quasi a mani basse. Sommando i voti, infatti, sempre se fossero confermati, supererebbe abbondantemente il 50%. Cifre mai raggiunte nemmeno ai tempi d’oro del Cavaliere. E lui primeggerebbe nella coalizione, finendo per diventare pure Premier.

Ai Cinquestelle invece non conviene rompere con la Lega in questo momento. Finirebbero sicuramente all’opposizione con una nuova elezione, salvo cambi di alleati. Vedi Pd. Il che però gli farebbe perdere ulteriore credibilità.

Il Ministro degli interni ha comunque fatto sapere che non chiederà alcun Ministero. Ma, di sicuro, spingerà per i temi che gli stanno più chiari. Come quelli sopra ed altri. Inoltre, continuerà a fare campagna elettorale.

Insomma, vuoi che sia la Lega, vuoi che sia il M5S, il rischio che questo Governo giunga presto al capolinea è forte.

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