Eutopia, Pelù prova invano a rifarsi una verginità Rock dopo The Voice

L’11 novembre è uscito Eutopia, 14mo album in studio dei Litfiba (se si contano anche i tre con Cabo Cavallo). Dopo non essersi parlati per 9 anni, Piero Pelù e Ghigo Renzulli sono tornati insieme e hanno rimesso insieme i Litfiba nel 2009. Spinti, probabilmente, da una carenza di idee e di denaro in banca. Certo, all’epoca fui entusiasta della cosa, essendo amareggiato, da loro fan negli anni ’90, di non averli mai visti dal vivo. Quella reunion fu un regalo insperato. E così li andai a vedere al Palalottomatica di Roma nel 2009, dove il duo mostrò ancora la vecchia verve sul palco.

Poi arrivò anche una raccolta “Stato libero di Litfiba” nel 2010, con due inediti. Nel 2012 è stata la volta di “Grande nazione”, disco di inediti a 13 anni dall’ultimo, “Infinito”, uscito nel 1999. In questi giorni è uscito Eutopia, ennesimo album dei Litfiba che chiude la trilogia degli Stati del gruppo toscano. Di seguito una recensione di Eutopia dei Litfica.

Recensione Eutopia: dai Litfiba un’altra copia mal riuscita di Terremoto

pelu-renzulliAscoltando Eutopia dei Litfiba, si scopre, ma anche senza troppe sorprese, che tutto ha il sapore del già sentito, della solita solfa. Dell’invano tentativo di Piero Pelù con Eutopia di rifarsi una verginità rock agli occhi dei vecchi fan, dopo la partecipazione come giurato nel Talent show The Voice. Dove abbiamo visto quello che una volta era El diablo del rock italiano al fianco di Raffaella Carrà, Riccardo Cocciante e i Faccinetti padre e figlio. Il punto più ridicolo della sua avventura a The Voice è stato quando ha ballato il Gangnam style del coreano Psy. Buttando alle ortiche decenni di onorata carriera (specie il periodo 1980-1995). Nel singolo di lancio di Eutopia, L’impossibile, Pelù scrive “una lettera ai potenti della Terra”. Ma dopo quanto ci ha fatto vedere su Raidue, l’unica lettera che può scrivere è quella dell’assicurazione.

Eutopia, come Grande Nazione, si basa sulla voce sempre più rauca di Piero Pelù e sugli assoli e distorsioni della chitarra di Ghigo. Il quale, negli anni di assenza del cantante fiorentino, ha portato i Litfiba a suonare pure nelle sagre dell’avellinese. Dove è originario. Questo disco sembra un’altra riproposizione di Terremoto, disco post-Mani pulite, dalle sonorità pesanti e dai testi gonfi di rabbia contro il sistema.

Eutopia, recensione dei primi cinque brani

eutopia copertinaI Litfiba ci hanno abituato a dischi tutto sommato brevi, con in media 10 brani. Eccetto 17 Re che resta il loro piccolo capolavoro. Anche Eutopia consta di 10 brani. E meno male, aggiungerei. Il primo brano è “Dio del tuono”, un pezzo punk che fa subito capire all’ascoltatore dove l’album andrà a parare. Il secondo brano è “L’impossibile”, dove i Litfiba parlano, sempre a suon di urli e schitarrate, dell’eterna lotta tra Davide e Golia; ovvero, tra i popoli e i potenti della Terra. “Maria coraggio” è invece il terzo brano, dedicato a Lea Garofalo, la testimone di giustizia uccisa dalla ‘ndrangheta per essersi ribellata a quel mondo. Pezzo che, con piano e chitarra, alleggerisce le sonorità pesanti dell’album. In “Santi di periferia” si torna a sonorità più tipicamente rock, e tratta degli emarginati sociali. “Gorilla Go” è la più banale del disco, tipica canzone ironica alla Litfiba, che tratta dei miliardi che circolano nel calcio.

Recensione di Eutopia: gli altri cinque brani

eutopia recensioneContinuando il viaggio sull’isola di Eutopia, nella sesta traccia “In nome di Dio” è ispirata alla guerra tra religioni e, in particolare, alla strage avvenuta al Bataclan di Parigi un anno prima dell’uscita del disco. La settima traccia “Straniero” inizia con sonorità leggere, per poi riprendere il leitmotiv sonoro del disco. Tipica ballata del duo Pelù-Renzulli. “Intossicato” è invece il disco dedicato all’ambiente e a come lo stiamo danneggiando. “Oltre”, nono e penultimo brano, inizia con una cavalcata che rievoca la compianta Tex per poi proseguire sul solito “già sentito”. Un fritto misto della loro discografia. Eutopia viene chiuso col brano omonimo, tipica ballata già sentita.

Insomma, nulla di nuovo sotto il cielo dei Litfiba. E il sentore è che forse era stato giusto chiudere con Infinito.

5,0 / 5
Grazie per aver votato!

11 Risposte a “Eutopia, Pelù prova invano a rifarsi una verginità Rock dopo The Voice”

  1. Ciao Luca, ok abbiamo capito che l’ album non ti piace ma, dire che pezzi come oltre sono banali o gia’ sentiti mi fa capire, che non sei andato a fondo nell’ ascolto e hai dato un giudizio superficiale. I pezzi mi sembrano buoni ma, evidentemente dai litfiba si aspetta sempre qualcosa di piu’ perche’ sono evidentemente i migliori. Eutopia somiglia a terremoto? Ho capito allora vatti a risentire tutti gli album dei Litfiba e poi riscrivi la critica. L’ unica cosa in cui concordo con te e’ gorilla go il meno bello dell’ album sicuramente. Non vedo nel panorama italiano pero’ gruppi nuovi che abbiamo molte idee se non quelli che sono gia’ da anni nel panorama musicale come afterhours ,marlene kuntz, negrita e litfiba che pur non creando cose ottime come i loro vecchi lavori tengono pero’ sempre alta la qualita’ in italia.

    1. Proprio perché conosco tutta la discografia dei Litfiba, che mi permetto di dare certi giudizi. Ovviamente da fan e non da critico musicale, non avendone gli strumenti.
      Oltretutto, questo continuo lasciarsi e riappacificarsi mi fa ridere e mi mette tristezza. Come se tornassero a collaborare ogni qualvolta che dalla Banca li chiamino per dirgli che sono al verde.
      Infine, sulle scelte professionali di Pelù degli ultimi anni (comparsate nei posti più ridicoli nonché a The Voice), meglio tacere…

  2. Bimbo,io ho 34 anni e il mio primo disco litfiba è stato litfiba 3,quindi,al contrario di te,so molto bene di cosa parlo.
    E non è questione di esaltarsi,ma di dire cose giuste,cose che tu e magari altri non fanno.tu sei uno che vota senza manco sapere perche,tanto ti informi dopo…ma che stupidate dici?ti stai arrampicando sugli specchi perche non sai cosa dire,dato che ti ho demolito.meno male sto sito è una merda e non lo legge nessuno.
    vai e ascoltati i modà và
    Ciao paperino

    1. Azz 34, da come ti esprimi te ne avrei dati 20 di meno. Ma forse puoi anche prenderlo come un complimento. Demolito de che?! Perchè mi hai spiegato una canzone che fa cagare?

      Tranquillo, ‘sto blog lo leggono e come.

      Lacho drom!
      (sperando almeno che sai cosa significa :D)

  3. Complimenti per la risposta,hai confermato che dici stupidate dicendo che non ti sei informato.bravo.quindi,parla sempre di cio che non sai.
    E il fatto che il testo non arrivi significa che è per pochi,e tu non fai parte di questa cerchia di pochi.
    Quindi,ripeto,parla col tuo amico ligaBue di quante G ci sono nell’alfabeto mentre ascolti mondi migliori e lascia perdere la musica per grandi.

    1. Io preferisco informarmi solo dopo sui brani, al limite. Ma giusto per leggere qualche curiosità e aneddoto che celano.
      Comunque, spero solo tu sia abbastanza piccolo da non ricordarti chi erano i Litfiba negli anni ’80 e prima metà ’90. Visto che ti esalti per le loro ultime canzoni.

  4. Tu non hai capito niente della vita.la gente ignorante come te rovina il mondo.
    e sai perché lo sei?perché hai fatto una recensione basata sul pregiudizio.tu manco hai sentito il disco.manco sai di cosa parla.
    e si evince quando parli di gorilla go.
    la song non tratta dei miliardi del calcio,imbecille,parla di un esperimento fatto su 20 persone che dovevano contare quanti passaggi facevano dei giocatori di basket prima di fare canestro.ad un certo punto entra la mascotte di una delle due squadre,un gorilla appunto.alla fine dell’esperimento solo 2 persone su venti hanno notato il gorilla perché gli altri erano stati troppo attenti al primo ordine.
    Piero ha adattato l’esperimento al calcio perché usare termini di basket era complicato.
    Vedi?sei un povero ignorante.zitto e vai a casa a giocare con le paperelle e ad ascoltarti le G di giungla,scemo.

    1. Caro amico, lascio perdere le offese personali che mi hai rivolto.
      Il disco l’ho ascoltato e, rispetto a te, non sono andato ad informarmi sul significato delle canzoni con una bella ricerca su Google o ascoltando qualche intervista del duo.
      Quella canzone mi ha “detto” quello. E se il significato è ben diverso, vuol dire proprio che non è riuscita a trasmettere quello che doveva.
      Figurati se ti rispondo con una mail privata. E’ già tanto se lo faccio qui.
      Ciao, alla prossima.

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