Carburante con i fichi d’India: la scoperta in Messico che potrebbe farci salutare il petrolio

Quella di abbandonare una volta e per tutte il petrolio, è una necessità su due fronti: ambientale ed economico. Ambientale, perché è ormai stranoto quanto il petrolio inquini il Pianeta. Dalle acque all’aria fino alla terra, in tutte le sue forme lavorate. Anche se riguardo il riscaldamento globale, c’è chi nega che le emissioni di Co2 possano avere un reale impatto (ne ho parlato qui).

Ma anche economico, visto che il petrolio costa, soprattutto quando i paesi produttori decidono di alzare i prezzi. Spesso deliberatamente e senza ragioni reali.

Purtroppo però, la fine del petrolio sembra ancora lontana, visto che le alternative sembrano ancora lungi dal poterlo sostituire. Per ora, un palleativo concreto restano gas e metano, che poi alla fine tanto green non sono.

La speranza più vicina è l’auto elettrica, che tra prezzi ancora alti e quasi assenza di colonnine per la ricarica lungo la rete stradale, rendono ancora una chimera la sua adozione a livello di massa.

Una nuova speranza, e totalmente green, viene però dal Messico. Dove si è fatto in modo che i fichi d’india diventassero un vero e proprio [sta_anchor id=”fichi”]carburante[/sta_anchor].

Fichi d’india carburante come funziona

fichi d'india benzina

Come riporta Sapere è un dovere, tutto iniziò con il mais, nello stato di Michoacán, quando un esperto produttore di tortillas, il cibo più popolare in Messico, iniziò un esperimento per cercare di abbassare i costi della sua materia prima.

I Costi Maggiori In Questo Settore Sono Il Gas E L’elettricità, Basta Una Leggera Caduta Del Peso O Una Svalutazione Della Valuta Per Far Salire Drammaticamente I Prezzi, Volevo Trovare Un Modo Per Ridurre Questo Impatto Sui Consumatori Di Tortilla. Così È Nato L’impianto Di Biocombustibile Basato Sulla Biomassa Del Fico D’india”

ha Detto A Sputnik Il Proprietario Dell’azienda, Rogelio Sosa López.

Per questo, ha stipulato un’alleanza strategica con l’ingegnere Miguel Ángel Aké Madera. Nel 2009, la società ha avviato piantagioni di cactus, la costruzione dell’impianto industriale che comprendeva biodigestore, attrezzature per la pulizia e un generatore elettrico, e ha effettuato test di funzionamento un anno dopo. Così ha ottenuto il primo biogas a base di fichi d’india.

Oggi L’impianto Per La Produzione Di Tortillas Funziona Interamente A Base Di Biogas, L’obiettivo È Stato Raggiunto. “Con Quello Che Abbiamo Risparmiato, La Nostra Tortilla È Diventata Il 30% Più Economica” Ha Affermato Sosa Lopez.

Il processo di produzione del biogas inizia con la macinazione del fico d’india. Dopo essere stato frantumato, entra nel biodigestore in cui viene prodotto il gas e quindi passa a un filtro per rimuovere il contenuto di acido.

Il rendimento del biogas dei cactus è paragonabile a quello della benzina normale e il suo costo è inferiore del 33%, 12 pesos per litro ($0,63). Ha un ulteriore vantaggio, non danneggia l’ambiente.

Una Volta Ottenuto L’impianto, Ci Siamo Resi Conto Che Potevamo Utilizzare Non Solo Il Potenziale Calorico Del Prodotto (Raggiunge Il 97% Di Contenuto Di Metano) In Sostituzione Della Benzina, Ma Anche Le Emissioni Inquinanti Erano Pari Allo 0%”

ha aggiunto ancora Lopez.

In questo modo l’azienda ha aumentato la capacità produttiva e si trova in fase di espansione. Da un impianto da 140.000 litri di sussistenza si è passati a tre impianti ad 2 milioni e mezzo ciascuno.

La Fabbrica Dove Viene Prodotto Il Carburante Si Trova Nella Comunità Di Camémbaro, Nel Comune Di Zitácuaro. Ma Con Questo Prodotto NopaliMex Ha Superato I Propri Confini E Non Guida Solo La Produzione Della Propria Pianta Di Tortilla.Questo Carburante Ecologico

È Pronto Per Essere Usato Da Qualsiasi Veicolo, Da Qualsiasi Modello”.

Per Fare Questo È Sufficiente Installare Un Serbatoio Di Gas Naturale.

Uno dei primi clienti del carburante è il governo municipale di Zitácuaro, che ha già firmato un accordo per fare il pieno ai veicoli della polizia e alle ambulanze. Ci sono anche progetti per utilizzarlo nel settore dei trasporti privati.

Il fico d’india è una specie di cactus che è facile da riprodurre e crescere. Secondo Sosa López, l’impianto produce tra le 300 e le 400 tonnellate per ettaro su terreni contaminati, che alla fine del processo vengono puliti. Può crescere anche con l’acqua di mare. Quando le condizioni sono migliori, la produzione può salire da 800 a 1.000 tonnellate per la stessa area.

Pertanto, il proprietario dell’impianto ha indicato che, sebbene

“in Messico siano stati condotti test con mais e canna da zucchero, i risultati e le quantità di biomassa che questi prodotti danno non sono paragonabili alla produzione di biogas con il fico d’india. Questa pianta è di gran lunga superiore a qualsiasi altra”.

Un’altra “Conseguenza Meravigliosa” Dell’uso Di Questo Cactus, Ha Spiegato Il Proprietario Dell’impianto Che Impiega Circa 70 Persone, È Che Genera Da Due A Quattro Posti Di Lavoro Per Ettaro.

“Il Contadino Non Deve Più Migrare Per Ottenere Un Lavoro, Può Vivere Nel Suo Luogo Di Origine”

Ha Detto.

Oltre a non contaminare i combustibili fossili, nell’industria del biogas dei cactus si utilizzano anche i rifiuti.

Il liquido che rimane dopo la produzione viene usato come fertilizzante organico naturale, in Messico è molto importante perché importiamo fertilizzanti a prezzi molto alti, non sprechiamo nulla e chissà quali ulteriori benefici troveremo in futuro?”

ha detto a Sputnik l’ingegnere Aké Madera.

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