FRANCO CALIFANO, UN CANTAUTORE CONTROVENTO

SI E’ SPENTO SABATO SERA A 74 ANNI, LOGORATO DA UN CANCRO OSSEO
A 24 ore dalla morte di Enzo Jannacci, sabato scorso si è spento un altro cantautore sopra le righe: Franco Califano. Oltre che per molte stupende canzoni, Er Califfo (come lo chiamano i fan) si è sempre distinto per una vita sregolata, controcorrente, da uomo libero fino in fondo. Originario di Pagani, in provincia di Salerno, nacque per caso in aereo sul cielo della capitale libica il 14 settembre 1938, a quei tempi territorio metropolitano italiano. Si è spento a Roma nella sua casa di Acilia, frazione di Roma, il 30 marzo 2013, all’età di 74 anni a causa di un cancro osseo. Nonostante ciò, è stato sul palco fino alla fine, esibendosi nel suo ultimo spettacolo al Teatro Sistina di Roma il 18 marzo.

CANTAUTORE, SAGGISTA E POETA– Incise il suo primo Lp nel 1971: ‘N bastardo venuto dar sud, e il grande successo arrivò nel 1976 con Tutto il resto è noia, il cui brano omonimo è rimasto il suo più famoso. L’ultimo album lo ha inciso nel 2009: C’è bisogno d’amore.
Tra i suoi successi più amati come cantautore, sono da annoverare: Bimba mia, E la chiamano estate, Io non piango (dedicata a Piero Ciampi), La mia libertà, La musica è finita, La nevicata del ’56, L’ultimo amico va via, Minuetto, e ovviamente Tutto il resto è noia.
Si cimentò come scrittore e saggista con opere come Ti perdo – Diario di un uomo da strada, Il cuore nel sesso, Sesso e sentimento e Calisutra – Storie di vita e casi dell’amore raccontati dal maestro. Del 2008 è, invece, l’autobiografia Senza Manette, scritta a quattro mani con Pierluigi Diaco. È stato interprete anche di fotoromanzi.
Franco Califano fu anche autore di molte composizioni poetiche, spesso in forma di sonetto. Da ricordare Secondo me l’amore, che dà il titolo a uno dei suoi album, Il gigante de casa, Beata te, te dormi, Nun me portà a casa. Gettonatissime dal pubblico alcune poesie umoristiche e lievemente licenziose come Pasquale l’infermiere (che affronta il tema di una gravidanza inaspettata), Cesira (che ha per tema la chirurgia plastica), Avventura con un travestito (che narra di un incontro amoroso con un travestito), La seconda (sull’ingordigia sessuale di una moglie).
AUTORE PER ALTRI BIG – Sebbene non tutti lo sappiano, Califano ha scritto per altri interpreti canzoni famosissime: Mia Martini (Minuetto, scritta in coppia con Dario Baldan Bembo e La nevicata del ’56 scritta nel testo con Carla Vistarini); Ornella Vanoni (La musica è finita, su musica di Umberto Bindi, scritta con Nisa, Una ragione di più, scritta con Mino Reitano); Peppino di Capri (Un grande amore e niente più, che vince il Festival di Sanremo 1973); Bruno Martino (E la chiamano estate, scritta in coppia con lo stesso Martino); Edoardo Vianello e Wilma Goich (Semo gente de borgata). Per Caterina Caselli scrisse tre canzoni: Le ali della gioventù, Che strano amore e Un pò di te. Suo è anche il testo di Un’estate fa, versione italiana di Une belle histoire, del cantante francese Michel Fugain. Le notti d’agosto fu portata al successo da Loretta Goggi. Per Mina ha scritto l’intero album Amanti di valore (1974). Poco gettonato dal pubblico, il disco, con le musiche di Carlo Pes è considerato dalla critica un autentico capolavoro.
ATTORE – E’ stato anche attore in diversi film. Anzi si può dire che prima di cantante si è fatto conoscere proprio in questo ruolo. In alcuni di questi ebbe anche ruoli di protagonista, come Due strani papà con Pippo Franco. Per questo film firmò anche la colonna sonora.
Nel settembre 2011 gli è stato dedicato anche un documentario: Noi di settembre, regia di Stefano Veneruso.
ARRESTATO DUE VOLTE – Già arrestato nel 1970 per possesso di stupefacenti, caso in cui fu coinvolto anche Walter Chiari (assolto con formula piena), finisce nuovamente in carcere per lo stesso motivo e per porto abusivo di armi nel 1983, questa volta insieme al conduttore televisivo Enzo Tortora (assolto con formula piena e caso emblematico di mala giustizia). Durante quest’ultima esperienza carceraria compose l’album Impronte digitali, che si basa soprattutto su esperienze di quel periodo. In entrambi i processi Califano fu assolto “perché il fatto non sussiste”. Califano lo ricordò ripetutamente nei suoi libri e nelle sue interviste.
Scrisse una lettera a Craxi, allora Presidente del consiglio, diventandone così grande amico.
Arrivederci Mastro e grazie per le belle canzoni che ci hai lasciato. Questa la mia preferita.
(Fonte: Wikipedia)
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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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