FUMATA BIANCA PER IL TERMOVALORIZZATORE DI ACERRA

Oggi il Premier Berlusconi fa tappa ad Acerra (è arrivato ieri a Napoli) per inaugurare il tanto contestato, ma visto anche come panacea di buona parte dei mali relativi ai rifiuti campani, Termovalorizzatore di Acerra. Ci sarà anche il sottosegretario con delega all’emergenza rifiuti, Guido Bertolaso.
I lavori di questo impianto sono iniziati ad agosto del 2004, anche se già erano in progetto da tempo. Inizialmente era previsto che l’inaugurazione avvenisse poco piu’ di tre anni dopo, ossia nell’autunno del 2007. Ma i lavori hanno subito alcuni arresti, fino ala svolta di giugno scorso, quando con il nuovo Governo Berlusconi, è stata attuata la linea dura e decisa, rispetto ad esempio, ai tentennamenti del Governo Prodi (soprattutto per i veti di Rifondazione e dei Verdi), e le proteste incessanti della società civile. Del resto, la coalizione guidata da Berlusconi fece della risoluzione del problema rifiuti in Campania, un suo cavallo di battaglia in sede di campagna elettorale, e, visto anche l’ottimo successo del PdL in questa regione in occasione delle ultime politiche, non poteva fare altrimenti; usando, ove necessario, soldati e pene severe contro chi si opponeva.

Bassolino ha, in più interviste, più volte ammesso di aver apprezzato la fermezza del Governo Berlusconi sulla costruzione dell’impianto di Acerra, di cui lui è stato sempre sostenitore. D’altronde Bassolino sa di aver ormai perso credibilità, popolarità, e potere decisionale, dopo averne avuti per ben 15 anni (ma come ho sempre detto, non è l’unico responsabile del disastro dei rifiuti a Napoli); pertanto ha abbassato la testa e fatto ciò che da Roma gli veniva proposto.
Oggi andrà in funzione la prima linea di produzione, poi, secondo quanto previsto dalla legge, entro giugno andranno in funzione anche le altre due. Nel termovalorizzatore di Acerra finiranno ogni giorno circa 2 mila tonnellate di rifiuti, per un totale di oltre 700 mila l’anno, pari a circa un terzo di tutta la spazzatura prodotta in Campania. La spazzatura che convergerà su Acerra proviene dagli Stabilimento di Tritovagliatura ed Imballaggio Rifiuti (STIR) di Caivano e Giugliano (comuni del napoletano), Santa Maria Capua Vetere (Caserta), Casalduni (Benevento), Pianodardine (Avellino) e Battipaglia (Salerno).
Le ragioni del no sono legate ai dati che alcune ricerche scientifiche offrono sull’aumento di malattie tumorali nelle zone ove è presente un Termovalorizzatore; in una terra, quella di Acerra ma in generale, anche di tutta l’aria a Nord di Napoli, già compromessa dall’inquinamento degli impianti industriali, dai roghi dei rifiuti stessi e dalle discariche abusive; per non parlare del fatto che, tale Termovalorizzatore, andrà a bruciare tonnellate di “ecoballe” giacenti da anni (al sole), non certo lavorate tramite una ratio differenziata, ma che contengono vari generi di rifiuti, quindi altamente tossici se trattati da simil macchinari.
La speranza è sempre quella di arrivare ad un regime regolare di raccolta differenziata dei rifiuti, con una lavorazione degli stessi eseguita da macchinari moderni e minimamente inquinanti. Già, perché, come se non bastasse,  pare che il Termovalorizzatore di Acerra sia già tecnologicamente superato.
Insomma, noi Campani, soprattutto quelli residenti nell’aria a Nord di Napoli, ci apprestiamo a vivere sulla nostra pelle, una nuova possibile decisione che ridurrà ancora di qualche anno le nostre già accorciate esistenze.
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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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