Il Governo Conte ci costa più dei precedenti Renzi e Gentiloni: i numeri deludenti

Le elezioni regionali in Sardegna segnano l’ennesimo successo del centro-destra. Coalizione che quando corre unita risulta quasi sempre vincitrice. Almeno negli ultimi tempi, visto che in Italia, come in gran parte delle democrazie occidentali, sta soffiando un forte vento da destra. Prima della Sardegna, infatti, il centro-destra si è accaparrato il Friuli, il Molise, Trento, Bolzano e l’Abruzzo.

Il locomotore della coalizione si conferma la Lega, che in Sardegna incassa il 12%. Certo, non è il solito boom al quale il Carroccio ci ha abituati ultimamente. Ma bisogna anche considerare che il partito di Matteo Salvini, cinque anni fa alle elezioni regionali sarde non si era neppure presentato.

E’ anche vero, comunque, che come ci tiene sempre a sottolineare Berlusconi, la Lega da sola non è autosufficiente. Ma ha bisogno di Forza Italia, partito che comunque è fortemente ridimensionato da anni. Conferma poi il suo leggero trend positivo anche Fratelli d’Italia. Partito che però paga lo scotto di apparire troppo simile alla Lega riguardo le argomentazioni proposte in campagna elettorale.

La vittoria del centro-destra ha alimentato da parte dei detrattori dell’attuale Governo Conte la speranza che il risultato sardo, sommato ad altri succitati, possa metterlo in crisi. In quanto la coalizione guidata da Salvini vincerebbe con grosse probabilità possibili elezioni politiche. Mentre i Cinquestelle appaiono in flessione.

Ma nessuno da parte dell’esecutivo parla di crisi, né mette in dubbio il proseguo del suo operato. Anche perché le elezioni europee incombono, e nessuno dei due partiti vuole passare per quello che ha rimesso l’Italia nel caos istituzionale.

Tuttavia, contro il Governo Conte sono emersi dei dati alquanto deludenti. Quelli relativi agli stipendi dello staff, i quali, confrontati con quelli dei governi di Gentiloni e Renzi risulterebbero aumentati. Al contrario di quanto affermato in campagna elettorale dal M5S circa la diminuzione dei costi della politica. Ecco i [sta_anchor id=”conte”]dati[/sta_anchor].

Quanto costa il Governo Conte

Come riporta Virgilio, nel 2019 i compensi per l’organico del governo Conte raggiungeranno i 16 milioni e 812 mila euro. E’ quanto calcolato da Il Tempo. 866.480 euro in più delle spese per lo staff di Paolo Gentiloni e 2 milioni e 641 mila euro in più di quelle per Matteo Renzi.

Il costo medio per collaboratore è rimasto quasi invariato: leggermente più alto quello di Gentiloni (78.938 euro) rispetto a quello di Conte (77.119 euro) e quello di Renzi (77.014 euro). Quindi a influire sull’aumento dei costi è il numero di collaboratori in più. All’attivo, lo staff del premier e dei due vicepremier includerebbe 218 persone. Con Gentiloni invece erano soltanto 202, mentre con Renzi 184.

Tra i reparti più affollati del governo Conte, c’è quello del premier con 74 collaboratori, di cui 27 dell’ufficio stampa; a seguire quello del ministro della Famiglia, con 19 collaboratori, poi quello del ministro dei rapporti con il Parlamento e della ministra della Funzione pubblica con 15 collaboratori ciascuno. 14 collaboratori per il ministro dei rapporti con la Ue, e 13 per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, a pari merito con il ministro per il Sud. Più ridotti invece lo staff di Luigi Di Maio, con 9 collaboratori, e quello di Matteo Salvini, con 7 collaboratori.

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