I 40 ANNI DI GIANLUCA GRIGNANI, PROMESSA TRADITA DELLA MUSICA LEGGERA ITALIANA

HA AVUTO ANCHE UNA QUARTA FIGLIA ED HA FESTEGGIATO I 18 ANNI DI CARRIERA
Periodo di festeggiamenti per Gianluca Grignani. Pochi giorni fa è nata Giona, ultima di 4 figli. Il 12 luglio ha festeggiato – con un concerto di 3 ore allo Stadio Brianteo di Monza – anche i 18 anni di carriera e i 40 anni, compiuti lo scorso 7 aprile.
Nel ’99 fu addirittura definito il John Lennon della musica italiana da Vasco Rossi; ma forse più con quella ironia provocatoria del rocker di Zocca, che molti stanno conoscendo solo ora tramite Facebook, ma che ha avuto fin dai primi anni di successo.
Se proprio non è paragonabile a Lennon, di sicuro Grignani rappresenta una bella promessa, poi tradita, della musica italiana. I primi dischi, specie alcuni testi, lasciavano ben sperare; e invece, come tanti, ha finito solo per ripetersi. Pezzi come La mia storia tra le dita e Destinazione Paradiso sono chimere, o come direbbe lui, lacrime dalla luna.

LA MODESTIA FUORILUOGO – Così si definisce oggi: “Una volta pensavo che a 40 anni fossero tutti in giacca e cravatta e lavorassero in banca. In realtà mi ritrovo a fare il musicista, anche se mi sento simile a loro”. “Sono un working class hero, un figlio della società operaia. Non ho finito gli studi, non sono laureato alla Bocconi, sono da giacca e cravatta in banca o da tuta in officina”. ” La gente crede che io sia ricco ma in realtà vivo con le entrate dei concerti, che reinvesto nella realizzazione di nuovi album, e con i diritti Siae. Sono un impiegato statale di lusso…”
L’INIZIO ESPLOSIVO – Fondamentale per il suo percorso artistico è l’incontro con Massimo Luca, chitarrista e produttore (già chitarrista di Battisti, Concato e altri), che lo propone alle più importanti case discografiche. Nel 1994 è la PolyGram che decide di metterlo sotto contratto e presentarlo al pubblico di Sanremo Giovani con il singolo La mia storia tra le dita. Alcuni mesi dopo è la volta dell’esordio, nella categoria Nuove Proposte, al Festival di Sanremo con il brano Destinazione Paradiso, che immediatamente diventa un grandissimo successo. Sempre nel 1995 Gianluca incide il suo primo album, Destinazione Paradiso, che vende in un solo anno due milioni di copie e lo lancia anche nel mercato sudamericano, oltre a fargli vincere un Telegatto come artista rivelazione dell’anno.
IL SECONDO ALBUM – Dopo il dirompente successo e la conseguente intensa popolarità e presenza mediatica, scompare improvvisamente dalle scene e comincia a prendere piede una leggenda metropolitana secondo cui sarebbe addirittura morto di overdose. Notizia successivamente smentita dallo stesso Grignani.
L’anno successivo pubblica La fabbrica di plastica prodotto sempre da Massimo Luca con la collaborazione di Greg Walsh. Si tratta di un disco cult per i suoi estimatori, che all’uscita viene accolto con grandi favori ed elogi dalla critica e che ancora oggi continua a vendere, malgrado inizialmente disorienti il mercato e il suo pubblico proprio per il carattere sperimentale e rock dell’opera che sembra allontanarlo dallo stereotipo di tipico cantante pop italiano dei suoi esordi. Innovativo a cominciare dalla copertina dell’edizione limitata, che viene realizzata con sfumature di colore differenti fra una copia e l’altra, rendendo ogni album un esemplare unico sul piano grafico.
CAMPI DI POP CORN E SUBITO UNA RACCOLTA – Nel 1998 viene pubblicato Campi di popcorn, coprodotto con Jay Healy (che aveva già lavorato per molti artisti del calibro di John Mellencamp, Live e Patti Smith). L’ispirazione dell’opera è frutto di un lungo viaggio che porta il cantautore da Vancouver in Canada sino a Puerto Vallarta in Messico, con tappe a Nashville, nella Graceland di Elvis Presley e termina a New York, nei leggendari studi della Hit Factory dove registra tutto l’album. Il risultato è un altro lavoro fuori dagli schemi e dalle attese, in cui le dodici canzoni contenute compiono una fusione di sonorità acide e linee melodiche dolci.
Nel 1999 Grignani fa la sua seconda apparizione al Festival di Sanremo con Il giorno perfetto, canzone che dà anche il titolo alla sua prima raccolta di successi (Il giorno perfetto), contenente remix, versioni acustiche e live dei suoi pezzi più conosciuti, oltre a inediti.

IL PROMETTENTE INIZIO 2000 – Nell’estate del 2000 pubblica il suo quarto album Sdraiato su una nuvola. Abbandonate le ritmiche serrate e le sperimentazioni di “Fabbrica di plastica” e “Campi di popcorn”, il risultato è un album molto introspettivo e cantautorale, influenzato dal suo soggiorno in India, dove nel frattempo Grignani si era cimentato come attore nel film Branchie di Francesco Ranieri Martinotti, tratto da un romanzo dello scrittore Niccolò Ammaniti. Grignani scala le classifiche di vendita con i singoli Speciale e Le mie parole.

Trascorsi due anni, nel 2002, Grignani partecipa per la terza volta a Sanremo con Lacrime dalla luna; brano che prelude all’uscita del disco Uguali e diversi, che raggiunge le vette delle classifiche discografiche dei dischi più venduti e vi rimane per molte settimane, grazie soprattutto al traino della hit estiva L’aiuola.

I DISCHI SUCCESSIVI RIPETITIVI E GLI ALTI E BASSI DEL PRIVATO – Dopo l’accettabile album “Uguali e diversi”, per Grignani inizia un periodo di alti e bassi nella vita privata, con problemi di droga e alcolismo, ma anche la nascita di 4 figli. Mentre i dischi successivi trasudano di suoni pop commerciali e testi poco originali, decretando così l’appiattimento artistico di un cantautore dalle belle speranze che oggi si professa umile e operaio, ma che di fatto si è seduto sulla comoda sedia della musica leggera italiana: banale e ripetitiva.

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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