I MIEI DUBBI SUL PREMIO NOBEL A BARACK OBAMA

Sono  sorpreso dall’assegnazione del Premio Nobel per la Pace a Barack Obama; assegnazione che ha colto di sorpresa anche lui, e ha lasciato perplessi, non senza qualche punta di ironia e polemica, molti autorevoli giornali stranieri. Basta citare il «Wall Street Journal» che ha commentato l’assegnazione come “Completamente bizzarra e postmoderna”, chiedendosi perché gli sia stato assegnato il premio; il “Times” ha attaccato l’assegnazione del premio definendola assurda, e affermando che essa rende lo stesso premio una presa in giro, riferendosi al fatto che il Premio è stato dato ad un Presidente che al momento è preoccupato sul quando e come espandere la guerra in Afghanistan. Il «New York Times» sottolinea le critiche che sono già arrivate dal fronte repubblicano, dove si sostiene che il Presidente abbia ricevuto il premio per il suo status di star internazionale piuttosto che per gli obiettivi conseguiti.

Duro anche il regista Michael Moore, che sappiamo tutti quanto sia stato duro nei confronti del Presidente Bush e come abbia sostenuto lo stesso Obama in fase elettorale; il regista ha così commentato l’assegnazione: «Congratulazioni Presidente Obama per il Premio Nobel per la Pace: ora per favore se lo guadagni! », riferendosi anch’egli, come il Times, soprattutto alla guerra in Afghanistan. Moore infatti sottolinea come l’ironia della sorte lo abbia insignito del Nobel nel secondo giorno del nono anno della guerra in Afghanistan. Infine,  un sondaggio informale della MsNbc ha trovato che per il 62% degli interpellati, l’onore del Nobel è immeritato, contro il 24% che ha condiviso il giudizio del comitato di Oslo e un 13% che l’ha valutato prematuro.
Insomma, lo scetticismo non ha investito solo me come potete e avrete sicuramente già letto. Allora, in virtù del fatto che in Afghanistan e Iraq si continua a morire sia dalla parte civile che militare, e che il Presidente, in occasione del lancio di 4 missili atomici di prova da parte dell’Iran, con tanto di annuncio di avere una seconda centrale atomica nascosta, aveva detto che non escludeva l’uso della forza, non mi resta che pensare che questo premio gli sia stato conferito più come sprono nel continuare sulla via della pace, che non su risultati concreti ottenuti ad un anno dalla sua investitura a Presidente degli USA.
Del resto, il riappacificarsi dei rapporti con la Russia di Putin (con la quale il precedente Presidente Bush sembrava aver riavviato la “Guerra fredda”) e il timido inizio di dialogo tra America e Cuba (facilitati anche dall’abdicazione di Fidel Castro e dalla linea più morbida del fratello Raul), lasciano ben sperare per il futuro; e quindi il Nobel che gli sarà consegnato il prossimo 10 dicembre a Oslo, suona più come un incentivo dato al Presidente Obama di continuare su questa strada, dopo anni di politica guerrafondaia e affaristica del suo predecessore repubblicano Bush.
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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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