IL FALLIMENTO DELLE AGENZIE INTERINALI, SEI AZIENDE SU DIECI ASSUMONO DIETRO RACCOMANDAZIONE

ISTITUITE 15 ANNI FA SONO SCELTE PER RECLUTARE PERSONALE SOLO NEL 5% DEI CASI
Il dato non poteva essere diverso, in un mondo del lavoro che si è ancor più stagnato. Secondo l’indagine Excelsior 2011, realizzata da Unioncamere e Ministero del Lavoro, lo scorso anno la quota delle aziende che ha fatto ricorso a relazioni dirette o a segnalazioni di conoscenti è di oltre sei su dieci (61,1%), mentre l’anno precedente non arrivava alla soglia del cinquanta per cento. E nel Mezzogiorno la percentuale sfiora addirittura il 70%. Anche questo un dato prevedibile.
Le altre strade per accedere al mondo del lavoro seguono a grande distanza, con solo un’azienda su quattro che per assumere va a guardare i curriculum (24,6%).


GLI ALTRI CANALI DI SELEZIONE– Ancor più limitato è l’uso di tutte le altre forme, dagli annunci sulla stampa ai centri per l’impiego. Gli strumenti interni – le banche dati costruite dalle stesse aziende sulla base dei curriculum raccolti nel tempo rappresentano – invece, la seconda scelta: nelle preferenze seguono da lontano il canale informale, anche se la quota risulta in leggero aumento rispetto all’anno precedente (dal 21,5% al 24,6%). Perdono invece terreno le modalità di reclutamento tradizionali (annunci su quotidiani e riviste specializzate), considerate solo nel 2,3% dei casi. Sono pochissime e in diminuzione anche le aziende che utilizzano intermediatori istituzionali, come società di lavoro interinale, di selezione (5,7%), e quelle che si affidano a operatori istituzionali, ovvero ai centri per l’impiego (2,9%).
L’AZIENDA PIU’ E’ PICCOLA, PIU’ TENDE A PRIVILEGIARE CONOSCENTI – Dopo i 50 dipendenti le aziende iniziano a fare più affidamento sulle loro banche dati, a basarsi sulla «carta», sui curriculum. Ecco che, quindi, più le aziende sono grandi più la conoscenza diretta o tramite conoscenti del candidato perde importanza. Basti pensare che nelle realtà con più di 500 dipendenti il ricorso al canale informale scende al 10,2%, mentre l’utilizzo di strumenti interni sale al 48,9%.
AGENZIE DI LAVORO INTERINALE, LE VERE SCONFITTE – I dati dimostrano il fallimento delle Agenzie interinali, istituite da una quindicina di anni ma mai decollate (scelte per reclutare, come detto, in meno di sei casi su cento). Eppure quanti di noi le hanno inondate inutilmente di Curriculum cartacei?! Per non parlare dei centri per l’impiego, ex collocamenti, che in cinquant’anni di esistenza hanno solo funzionato come uffici burocratici.
Le Agenzie di lavoro interinale sono state istituite con legge 24 giugno 1997, n. 196, relativa al cosiddetto Pacchetto Treu, autorizzate alla fornitura di lavoro. Il D. Lgs n. 276/2003 ridisegna completamente le precedenti disposizioni; le nuove Agenzie per il Lavoro svolgono attività di somministrazione, intermediazione, ricerca e selezione del personale e attività di supporto alla ricollocazione professionale. Esse sono accreditate dalle Regioni sul cui territorio operano e vengono iscritte all’Albo unico delle Agenzie per il lavoro, istituito presso il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali.
Come funzionano? L’agenzia, denominata somministratore, recluta sul mercato mano d’opera e prestazioni professionali, e le mette a disposizione dei suoi clienti (le aziende utilizzatori), che a loro volta acquistano dall’agenzia somministratore il diritto a utilizzare, dirigere e controllare il lavoratore.
L’agenzia invia quindi il lavoratore presso un soggetto terzo (utilizzatore – ente o impresa) a svolgere un’attività lavorativa sotto la direzione e il controllo dell’utilizzatore. Il lavoratore viene assunto e pagato dall’agenzia somministratore, per cui pur lavorando per l’utilizzatore, il datore di lavoro, per il lavoratore, resta l’agenzia. L’azienda utilizzatrice stipula con l’Agenzia un contratto di fornitura in cui vengono chiariti tutti i dettagli del servizio che l’agenzia può offrire all’azienda e al lavoratore. Allo stesso tempo, l’agenzia fornisce al lavoratore il contratto di prestazione, secondo cui egli è dipendente dell’agenzia stessa ma presta lavoro in una ditta esterna utilizzatrice.

Due diversi contratti vengono dunque stipulati con la somministrazione del lavoro: il contratto di somministrazione di lavoro, stipulato tra somministratore e utilizzatore, e il contratto di lavoro stipulato tra somministratore e lavoratore.

Le assunzioni sono prevalentemente a tempo determinato. Il lavoro somministrato sostituisce quello interinale, per effetto del D. lgs. n° 276 del 2003, artt. da 20 a 28, sulla base della legge delega n° 30/2003 (legge Biagi). Altra funzione delle Agenzie interinali sono quelle di erogare corsi di formazione di base e/o professionali. Tra le più famose si ricordano: Adecco, Articolo1, Ali, Gevi,
Gigroup, Jobonline, Kellyservices, Manpower, Metis, Obiettivo lavoro, Randstad, Tempor, Umana e Vedior
Ma tutto ciò è solo sulla carta. Nei rari casi in cui si trova ad assumere, un datore di lavoro preferisce puntare su persone che già conosce o che le sono state consigliate da conoscenti. In tempi di crisi poi, meglio scegliere persone delle quali già si conoscono le capacità e il carattere. Se al Nord tale modalità ha iniziato a prendere piede con l’arrivo della recessione, al Sud è sempre stata una regola. Assumere “conoscenti” può però anche essere controproducente. Un estraneo potrebbe impegnarsi di più per mostrare le proprie capacità, mentre un conoscente potrebbe prendere più alla leggera i compiti assegnatigli. Lo stesso datore di lavoro potrebbe trovarsi in difficoltà nel fargli ramanzine o affidargli una maggiore mole di lavoro. Naturalmente tutto dipende dai soggetti in causa.
Comunque, il dato non fa altro che confermare quanto già si sapeva: in Italia, specie al Sud, se non conosci non lavori.
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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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