IL PRINCIPE DI CEPPALONI ANCORA IN CAMPO: MASTELLA SI PRESENTA ALLE REGIONALI CON QUINTO PARTITO IN VENT’ANNI

SABATO SCORSO PRESENTATO IL NUOVO SOGGETTO POLITICO POPOLARI PER IL SUD. SI ALLEERA’ COL CENTRODESTRA, SALVO ENNESIMI CAMBI DI COALIZIONE
Clemente Mastella, l’uomo per tutte le stagioni. Passano le Repubbliche, crollano i muri, cambiano i partiti, cadono i Governi, ma lui è sempre lì, pronto a inventarsene una nuova e scendere ancora in campo. La mancata rielezione al Parlamento europeo, il risvolto positivo (per lui) delle inchieste condotte da de Magistris e le imminenti elezioni regionali in Campania (il prossimo maggio), sono fattori troppo invitanti per non riprovarci con un nuovo soggetto politico. Il quinto in vent’anni. Sabato scorso a ripresentato il suo nuovo partito: Popolari per il sud. Che molti danno come nuovo, ma che lui già presentò nel luglio 2010. Nonostante la sua manciata di voti, presi soprattutto a Benevento e provincia (lui è originario di Ceppaloni), dove è molto attiva anche la moglie Sandra Lonardo, ha segnato molte stagioni della Seconda Repubblica italiana, risultando decisivo per la formazione o la caduta dei governi.

LA PRESENTAZIONE DEL PARTITO– Mastella è dunque pronto a partecipare alle elezioni regionali di maggio in Campania, a sostegno del candidato governatore di Fi, Stefano Caldoro, quindi all’interno del centrodestra. Sabato a Benevento, nella sede del nuovo partito c’erano la moglie Sandra Lonardo, l’assessore regionale al Commercio e all’artigianato Vittorio Fucci, l’ex eurodeputato di Forza Italia Giuseppe Gargani, più una quindicina di sindaci del Sannio che lo seguono in ogni suo spostamento. Ci teneva un sacco, Mastella, a presentare il nuovo progetto politico. Per lui fare politica è tessere rapporti, costruire alleanze, allacciare nuove amicizie. E “mai stare fermi”. Non perdendo di vista la realtà locale: “Prima che ai mercati internazionali – ha giurato in più occasioni – io guardo alle realtà locali”.
Questo il motivo del suo progetto: “Si avverte l’esigenza di un partito territoriale che dialoghi con la gente e che rappresenti un punto di riferimento certo nella crisi dei partiti”.
CINQUE PARTITI CREATI IN VENT’ANNI, CON VARI PASSAGGI DA DESTRA A SINISTRA E VICEVERSA – Nell’arco di un ventennio l’ex Guardasigilli ha messo la firma alla fondazione di cinque partiti. Infatti, attraversare la Seconda Repubblica seguendo le tracce di Mastella significa passare dal Ccd (Centro cristiano democratico) al Cdr (Cristiani democratici per la Repubblica), dall’Udr (Unione democratica per la Repubblica) all’Udeur (Unione dei democratici europei). Un continuo pellegrinaggio tra centro, destra e sinistra. E per finire l’ultima creatura, i Popolari del Sud.
Da Ceppoloni fino a Roma la carriera politica di Clemente Mastella accompagna le sorti della Prima e della Seconda Repubblica. Il battesimo della prima creatura, il Ccd, risale al collasso della Prima Repubblica, ed è un contenitore che traghetta gli ex democristiani verso la galassia di Silvio Berlusconi. Dura pochissimo, però, la liason con Pierferdinando Casini, anche lui fondatore del Ccd. Perché nell’aprile del 1998 Mastella si propone come socio-fondatore della nuova creatura di Francesco Cossiga, l’Udr, lo stesso che trascinerà, per la prima volta nella storia della Repubblica italiana, un ex comunista come Massimo D’Alema a Palazzo Chigi. Nasce così l’Udr, “un soggetto politico autonomo, di centro, alternativo alla sinistra di governo e distinto e distante dalla destra”. Memorabile fu il suo racconto all’indomani della scissione dall’amico Casini: “Ho fatto una cosa incredibile: ho isolato Casini, ci uniremo al Cdu e ora quello che rimane è solo un piccolo striminzito Ccd”.
Dopo circa un anno il progetto iniziale si trasforma in Udeur (Unione democratici per l’Europa) che diventa una sorta di vagone per scontenti, sempre di matrice democristiana, nel lungo convoglio dell’Ulivo prima, e dell’Unione dopo. I voti raggranellati nelle regioni del sud consentiranno all’Udeur di essere l’ago della bilancio dell’ultimo governo di Romano Prodi. Il quale, anche in virtù dei numeri risicati in Parlamento, gli affiderà il ministero della Giustizia. Ma nel bel mezzo dell’esperienza da Guardasigilli Mastella viene travolto da un’inchiesta giudiziaria che porta alla sua uscita di scena e alla fine del governo Prodi. A questo punto quale strada gli rimane? Ritornare fra le braccia di Silvio Berlusconi, il quale lo premierà con un seggio a Strasburgo in quota Pdl. Ma con il centrodestra i rapporti non sono idilliaci. Dunque, matura l’idea di fondare un nuovo partito. Il quinto in vent’anni.

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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