Impianto Stir vicino Casoria: come funziona e quali rischi per cittadini

Cos’è un impianto Stir? Dove apre impianto Stir vicino Casoria? Quali rischi corrono i cittadini di Casoria per apertura Stir? Un impianto Stir inquina? Come funziona un impianto Stir?

Sono queste ed altre le domande che si stanno ponendo i cittadini di Casoria, Comune a Nord di Napoli confinante con il capoluogo partenopeo. Più precisamente, con il quartiere di San Pietro a Patierno, noto soprattutto per aver dato i natali a Nino D’Angelo. Ed è proprio a San Pietro a Patierno che sorgerà un impianto Stir, che farà il paio con un altro impianto Stir che sorgerà sempre in periferia. A Scampia. Quartiere che sta però vivendo una rinascita sociale e culturale.

Del resto, le periferie sono il luogo ideale per realizzare siffatti impianti. Utilizzate come sono a mo’ di tappeto per nascondere la polvere e tenerla lontana dal centro. In fondo, un impianto Stir a Piazza Plebiscito o sul lungomare di Napoli non sarebbe il caso. Certo, si tratta anche di una esigenza urbanistica. La periferia, per quanto anch’essa inondata dalla colata di cemento vomitata dall’edilizia selvaggia che ha devastato l’Italia tra gli anni ‘50 e inizio ‘90, offre ancora degli spazi sufficienti per questi scopi.

E Casoria di urbanizzazione selvaggia ne sa qualcosa. Comune di circa 77mila abitanti (secondo l’ultima rilevazione ISTA del 28-2-2017) diventato famoso una decina di anni fa per aver ospitato la festa di 18 anni di una ragazza di Portici, Noemi Letizia. La quale sarebbe stata una festa come tante se non fosse che vi partecipò anche l’allora Premier Silvio Berlusconi. Una festa che darà il via allo scandalo olgettine che travolse, seguito dallo Spread, l’ex Cavaliere ed il suo Governo. Ma anche per l’incendiario direttore del CAM Antonio Manfredi. Il quale chiedeva semplicemente un po’ di dignità per il suo museo di arte moderna.

Orbene, la città che ha dato vita a diversi Santi e che un tempo veniva chiamata la Sesto San Giovanni del Sud per la presenza di diverse fabbriche di rilievo nazionale – le quali oggi hanno lasciato solo un paesaggio post-atomico – ora è in subbuglio proprio per la realizzazione di un impianto Stir nella vicina San Pietro a Patierno.

Dato che, come sovente accade in questi casi, non mancano allarmismi e falsa informazione, cerchiamo di fare chiarezza di seguito.

Impianto STIR cos’è

impianto stir cos'è

Cos’è un impianto STIR? Partiamo dai fondamentali. Per impianto STIR si intende uno Stabilimento di Tritovagliatura e Imballaggio dei Rifiuti (di qui il nome in formato acronimo).

Interpellato in merito il Professor Luigi Iengo, attivista da una vita di Legambiente e attualmente docente di biologia presso una scuola secondaria di Cremona, mi ha spiegato che negli impianti STIR avviene la differenziazione dei rifiuti e ciò che non può essere differenziato diventa che combustibile da rifiuto, il quale va nei termovalorizzatori o negli inceneritori. La differenza tra questi ultimi due tipi di impianti, è che il primo brucia i rifiuti per trasformarli in energia elettrica, i secondi invece si limitano alla prima funzione.

Nel caso dello Stir di San Pietro a Patierno, dunque, le ecoballe finirebbero nel termovalorizzatore di Acerra.

Impianto Stir a San Pietro a Patierno zona

In quale zona sorgerà l’impianto Stir di San Pietro a Patierno? In via Casoria, ai confini con il Comune di Casoria. L’altro impianto, invece, sarà realizzato a Scampia. Il quale pure ha sollevato polemiche e diffuso preoccupazioni nella popolazione locale.

Come riporta Fanpage, gli impianti costeranno circa sei milioni di euro ciascuno: somma che, fa sapere l’amministratore unico di Asia, Francesco Iacotucci, al momento è ancora in corso di finanziamento. E’ stato infatti proposto, sia a Palazzo San Giacomo e Palazzo Santa Lucia, sedi rispettivamente di Comune di Napoli e Regione Campania, di partecipare alla spesa, “altrimenti potremmo rivolgerci alle banche”, come chiosato dallo stesso Iacotucci.

In questo caso, l’Asia potrebbe accendere un mutuo per realizzare i due impianti, per una spesa prevista di circa dodici milioni di euro, per poi ripagarlo con gli incassi della differenziata, che dovrebbero aumentare qualora i rifiuti fossero già selezionati per tipo, come appunto si conta di fare una volta che i due nuovi impianti saranno realizzati.

Ecco la delibera, reperita da Il Giornale di Casoria:

Impianto Stir a San Pietro a Patierno rischi per cittadini

Quali sono i rischi per i cittadini di Casoria con l’apertura dello Stir a San Pietro a Patierno? Interpellato sempre su ciò il Professor Iengo, mi ha risposto che dal rifiuto fuoriesce il percolato che se non emunto bene può finire nelle falde acquifere.

Poi c’è il precedente preoccupante dello Stir di Giugliano. Come riporta Wikipedia, da Giugliano non è mai risultato nessun prodotto di qualità tale da essere sversato ad Acerra. Ciò può essere causato in parte a negligenza degli operai, d’altra parte si teme che insieme ai normali rifiuti siano stati trattati anche non ben identificati residui industriali. Questo problema ha determinato in passato l’intervento della magistratura con la chiusura temporanea dell’impianto. La direzione tuttavia ha sempre smentito qualsiasi contaminazione da idrocarburi.

A causa della peculiarità del sistema regionale di gestione dei rifiuti, la sospensione del servizio di Giugliano è stata tale da mandare in tilt l’intero sistema causando nel 2010 due problemi di fondo. Il primo è che i rifiuti sono andati a finire, senza alcun pre-trattamento, direttamente nelle discariche, il secondo è di costringere la direzione a pianificare dei turni straordinari per recuperare il lavoro arretrato, cosa che ha influenzato direttamente i costi di gestione. Ulteriori risorse sono state spese per i lavori di ristrutturazione dopo che alcuni incendi di natura dolosa avevano danneggiato seriamente il fabbricato.

Già, gli incendi. Altro rischio da tener presente. Proprio di recente, due Stir non troppo lontani da Casoria sono finiti in fiamme. Con gravi ripercussioni per la salubrità dell’aria. Ossia, lo stir di Santa Maria Capua Vetere e quello di Marcianise. Dolosi o colposi, ce lo dirà la Magistratura. Ma i polmoni non aspettano le sentenze.

Ma ci sono altre due questioni da tener presente: la differenziata a Napoli e il rischio che corre, è proprio il caso di dire, la circolazione.

Riguardo il primo punto, si sa che Napoli non vanta certo una leadership in tema di differenziata. Anche se di evidenti progressi, rispetto all’emergenza rifiuti del 2007-2008, ne sono stati fatti. Infatti, ho dato un’occhiata a quanto dichiara l’ASIA (Azienda Servizi Igiene Ambientale, quella che si occupa dei rifiuti partenopei) e l’azienda dichiara che si è passati dal 14,5% del 2008 al 35,7% del 2018. Come mostra questo grafico:

percentuale raccolta differenziata napoli
@Asia

Premesso che sono dati da prendere con le molle, visto che sono snocciolati da un soggetto di parte, perché evidenzio questo dato? Perché è fondamentale. Infatti, presso l’impianto Stir ci arrivano camion pieni di rifiuti da Napoli. E la differenziata, scusate il gioco di parole, fa la differenza. Quanto più questi camion contengono raccolta differenziata (plastica, vetro, carta, umido, ecc.) meno rifiuti indifferenziati ci saranno. Quindi meno percolato e meno rifiuti che finiscono nel termovalorizzatore. Confidiamo dunque che quella percentuale salga e di molto. Magari arrivando al 60 e passa percento. Considerato ormai un must per i Comuni.

L’altro punto riguarda la circolazione. E qui torniamo ai camion. Via Casoria è contigua con via San Pietro che porta ad una arteria già congestionata di suo quale via Pio XII. A che ora questi camion porteranno i rifiuti nello Stir? Quali rischi ci saranno per il già congestionato traffico sulla circumvallazione e verso il centro di Casoria?

Ricapitolando, i rischi per i cittadini di Casoria sono 4:

1. Rischio percolato che potrebbe inquinare terreni e falde acquifere

2. Rischio differenziata fatta male (diffidenza su Napoli e precedente di Giugliano)

3. Rischio incendi (dolosi o colposi) con relativo sprigionamento di diossina nell’aria

4. Congestione circolazione stradale

Stir San Pietro a Patierno, cosa dichiarano le istituzioni locali

Pasquale Fuccio sindaco casoria

Come riporta Il Giornale di Casoria, questa è la dichiarazione in merito del Sindaco di Casoria Pasquale Fuccio (Pd):

Sia chiaro. Diciamo NO al Comune di Napoli, molti continuano a chiedermi dell’impianto ‘rifiuti’ previsto dal Comune di Napoli sul nostro territorio. Ho già allertato i nostri uffici, per i necessari pareri legali. Ci opporremo, se necessario, nelle sedi giudiziarie ed in quelle politiche. Nessuno può giocare sulla pelle dei cittadini di Casoria. La delibera del Comune di Napoli è sbagliata nella forma e nella sostanza”

A fargli eco l’assessore all’ambiente Antonio Ricciardi:

Questi primi giorni trascorsi dopo la notizia giunta lo scorso fine settimana sono serviti a comprendere, carte alla mano, cosa la Cittá di Napoli vorrebbe realizzare. Abbiamo ritenuto poco costruttivo un intervento a caldo senza prima conoscere il contenuto di tale decisione e la portata di essa, sia a livello di impatto urbano ma principalmente l’impatto che potrebbe avere sulla nostra salute. Ci dicono che si vuole realizzare una grossa isola ecologica, ma NON è così!!! Siamo i primi ad essere preoccupati e in sinergia con la VII Municipalità stiamo lavorando ed useremo tutti i mezzi consentiti dalla legge per opporci a questo progetto! Casoria non puó sostenere una simile “opera” e la salute dei casoriani e dei nostri figli viene prima di tutto!!! Per questo DICIAMO NO!!!”

Stir San Pietro a Patierno petizione

Su Charge.org ’Associazione “Casoria Alza La Voce” ha lanciato questa petizione e l’ha diretta a Luigi De Magistris, Sindaco di Napoli. La petizione è corredata di motivazioni e tanto di mappa del rischio qualora l’impianto venisse realizzato.

Per quanti volessero firmare e contribuire alla petizione, il link è il seguente:

https://www.change.org/p/contribuisci-anche-tu-a-dire-no-alla-realizzazione-dell-ecodistretto-alla-via-provinciale-casoria?recruiter=545085419&utm_campaign=signature_receipt&utm_medium=facebook&utm_source=share_petition&fbclid=IwAR2O6YZMSgZJt-iwc3q1aQTUzd

Casoria dunque si mobilita e spero di aver dato il mio contributo con questo post. Come fatto anni fa nel caso del rischio della realizzazione di una centrale a biomasse ad Arpino, periferia di Casoria già afflitta da molti problemi.

5,0 / 5
Grazie per aver votato!

6 Risposte a “Impianto Stir vicino Casoria: come funziona e quali rischi per cittadini”

  1. La discarica a san Pietro non la vogliamo.vogliamo le case comunali. E’ inutile che recitate ora abbiamo messo le firme ma se c’è bisogno facciamo una rivolta come in Francia, no alla discarica

  2. Ok lo stir è quello che si spiega nell’articolo, ma a San Pietro non verrà costruito uno STIR ma un eco-distretto che raccoglie e seleziona e mette in commercio sulle piattaforme il materiale da riciclare, quindi anche niente percolato….

  3. Lavori nella zona asi di Giugliano dove ce lo stir e vi dico che è una cosa disgustosa una puzza nauseante al di la del fatto che quando piove tutto il pergolato che scende dalle cataste di rifiuti finira sotto terra e nelle falde acquifere io da cittadino di Casoria( Cittadella ) invito a riflettere a tutti nn è da fare per nessun motivo dobbiamo impedirlo costi quel che costi è vero a Brescia e in altre città è funziona benissimo io sono campano e mi rendo conto che se fai cento km da qui tutto e diverso so che qua le cose nn funzionano e anche questo diventerà uguale quindi facciamo il possibile per nn rovinarci ancora di più …MEDITATE

  4. Lo stir a Giugliano è per la raccolta indifferenziata (e gli ingrombranti). E infatti tecnicamente quello a San Pietro non sarò uno STIR, ma tratterà solo carta e cartone. E pure per questo un incendio sarebbe ben diverso. Per la circolazione, lo svincolo verrà costruito sulal Circumvallazione Esterna

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.