ITALIA IN FIAMME, RECORD D’INCENDI

DANNI ENORMI PER FLORA E FAUNA. MA BUONA PARTE DEGLI INCENDI E’ DI ORIGINE DOLOSA
Anche quest’estate l’Italia è andata letteralmente in fumo, con centinaia di incendi al giorno specie al centro-sud.  Quest’anno poi è stato alquanto drammatico, tanto che la Coldiretti ha parlato di un incremento del 74% rispetto allo scorso anno. Ingenti i danni alla flora, con decine di migliaia di ettari di boschi ridotti in cenere, ma a risentirne sono state anche le specie animali. La più colpita sembra essere la Campania, in particolar modo nell’ultima settimana. Buona parte degli incendi è comunque di origine dolosa.

LA MANO DELLA CAMORRA – La giornata di ieri è stata particolarmente nera in Campania, dove sono divampati 32 roghi ma le fiamme hanno interessato anche la Calabria, dove sono stati registrati 27 incendi, la Basilicata con 18, la Toscana con 12 e il Lazio con 11. La province più colpite dalle fiamme sono Salerno con 21 roghi, Matera e Catanzaro con 11, Cosenza con 9, Potenza con 7 e Caserta con 6 incendi.
In Campania sono circa 1.490 gli ettari di vegetazione distrutti dalle fiamme dal primo agosto. E se non è stata risparmiata la Costiera Amalfitana, gravissima è la situazione sui monti Lattari e in particolare sul Faito, costantemente in fiamme da luglio: qui i roghi, che hanno distrutto ettari e ettari di vegetazione, si sono sviluppati in concomitanza delle operazioni di pulizia delle piantagioni di marijuana gestita dalla camorra.
Già, perché nell’area compresa tra i comuni di Castellammare di Stabia, Casola di Napoli, Gragnano e Lettere – dove l’anno scorso sono state sequestrate 20 tonnellate di marijuana e che non a caso è stata designata come il “quadrilatero italiano della cannabis” – gli incendi vengono appiccati secondo un folle ragionamento: se il guadagno da marijuana va in fumo, che si volatilizzino anche alberi e macchia mediterranea così da poter edificare (abusivamente, manco a dirlo) dove si è fatto spazio. Proprio quegli alberi e quella fitta vegetazione nascondono le piantagioni illegali: ettari di terreno demaniale, lungo le falde napoletane e sorrentine, sono coltivate a cannabis da insospettabili contadini e commercianti ortofrutticoli del posto. Sono persone esperte, che conoscono le piante e il terreno, che scelgono i punti del Faito e di altre zone dei Lattari più adatti per il business. E oggi sono piromani, pronti a distruggere quel territorio per ritorsione contro le forze dell’ordine.
Indagini per verificare questa ipotesi sono in corso e nessuno si sbilancia, ma ieri è tornato a farsi sentire il sindaco di Castellamare di Stabia, Luigi Bobbio, chiedendo «un nuovo, forte impegno» delle forze del Corpo forestale per fermare lo scempio.
PROTEZIONE CIVILE IN GINOCCHIO– La Protezione civile è arrivata al “collasso” dei mezzi per fronteggiarli. Ieri il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, ha lanciato l’allarme: «Con i fondi previsti nel 2013 non si potranno garantire i servizi dei canadair contro gli incendi». Per Gabrielli, comunque, quando si interviene con i Canadair è già tardi: il danno provocato dal rogo è ingente. Si deve prima intervenire con una «seria attività di prevenzione» sul territorio. Ma per risolvere il problema alla radice, ha aggiunto, si deve «lavorare più sulla cultura, sul coinvolgimento della gente, è molto più faticoso ma molto più concreto».
LA STRAGE DI ANIMALI – Una strage di 14 milioni di animali per gli incendi nei boschi. E’ quella denunciata da Coldiretti in un’analisi sui danni causati alla biodiversità del patrimonio forestale dai 6.200 roghi (+74%) divampati dall’inizio dell’anno su circa 35mila ettari di terreno. Le vittime sono “mammiferi, uccelli e rettili che popolavano i boschi andati in fumo, dove peraltro sono migliaia le varietà vegetali danneggiate, come i boschi di querce, faggio, castagno, cerro, ma anche i funghi e le erbe aromatiche”.
“Gli incendi – sottolinea l’organizzazione agricola – hanno causato danni incalcolabili dal punto di vista ambientale, dovuti alla perdita di biodiversità (distrutte piante e uccisi animali) e alla distruzione di ampie aree di bosco, che sono i polmoni verdi del paese e concorrono ad assorbire l’anidride carbonica responsabile dei cambiamenti climatici”. Ogni ettaro di macchia mediterranea “è popolato in media da 400 animali tra mammiferi, uccelli e rettili, ma anche da una grande varietà di vegetali che a seguito degli incendi sono andate perse”.
A distruggere il nostro immenso patrimonio naturale ci pensano dunque anche gli incendi, in maggioranza appiccati da criminali mossi da interessi edilizi. In Italia il grigio sta prendendo sempre più il posto del verde; metafora questa di un Paese che cede sempre più il passo all’incertezza ai danni della speranza.
(Fonti: Rainews24, Avvenire)  
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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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