La presa in giro di Enrico Letta: ecco perché aspetta settembre per dimettersi

L’EX PREMIER HA ANNUNCIATO DA FAZIO LE SUE VOLONTA’ PRENDENDOSI APPLAUSI A DESTRA E SINISTRA. MA C’E’ IL TRUCCO
Dopo più di un anno di Governo Renzi gli indicatori economici hanno rivalutato Enrico Letta. L’ex Premier, scelto per uscire dall’empasse venutasi a creare dopo le elezioni di due anni fa, sta vivendo una piccola rivincita dopo il ben servito datogli dall’ex Sindaco di Firenze. La stima nei suoi confronti sta aumentando in questi giorni dopo l’annuncio a Che tempo che fa? di volersi dimettere da parlamentare e vivere solo del suo lavoro. Lo farà a settembre. Perché non subito? Per i più maliziosi, e non solo, il motivo è economico.

IL SOSPETTO – Un’interpretazione suggerita da Dagospia, che in un “flash” spiega: “C’entra qualcosa che a settembre 2015 sono passati 2,5 anni dall’inizio legislatura e quindi per i deputati si incrementa il vitalizio come se la legislatura fosse stata intera?”. Un’insinuazione, certo, eppure il tempismo scelto da Letta fa sorgere qualche sospetto. Certo, l’ex premier, sempre da Fazio, ha spiegato: “Non prenderò l’assegno da parlamentare”. Eppure l’affermazione si riferisce al fatto che Letta non prenderà l’assegno ora, ma al compimento dei sessant’anni, come prevede il nuovo sistema pensionistico dei deputati. Ad ora non risulta che abbia rinunciato del tutto alla rendita.
I CALCOLI – Dopo i sospetti, i calcoli: il sistema previdenziale degli onorevoli prevede che si abbia diritto alla rendita dopo un’intera legislatura, e Letta ne ha già diritto, poiché parlamentare dal 2001 (dal 2001 al 2012, dunque, ha già maturato il diritto all’assegno retributivo. Per gli anni successivi gli verranno calcolati i contributi versati di anno in anno). In media, per ogni legislatura, lo stipendio cresce di circa 900 euro, ma gli scatti non sono semestrali: dunque l’ipotesi è che Letta non voglia superare i due anni e sei mesi di mandato per arrivare a una intera legislatura, ma piuttosto vorrebbe superare un semestre per un piccolo scatto. Poi, in teoria, Letta verrebbe “scagionato” dalla data delle dimissioni: il primo settembre (il quinto semestre della XVII legislatura scatta infatti il 16 settembre).
Ma la storia ci insegna che per rendere effettive le dimissioni passa parecchio tempo, e sicuramente più di due settimane. In soldoni, Letta potrebbe “dilungarsi” fino ad ottenere uno scatto pari a un quinto di 900 euro, ossia 180 euro al mese da percepire tra 12 anni (quando compirà i 60, oggi ne ha 48).
Come diceva un politico a lui molto caro: ‘A pensar male si fa peccato, ma spesso si azzecca’.

(Fonte: Libero
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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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