L’AQUILA A OLTRE DUE ANNI DAL TERREMOTO, LA TESTIMONIANZA DI UNA CITTADINA

IL QUADRO CHE EMERGE È QUELLO DI UNA COMUNITÀ DEVASTATA, SOTTO TUTTI I PUNTI DI VISTA. SONO IN AUMENTO DIVORZI E SUICIDI. IL TUTTO, MENTRE IL GOVERNO LATITA E I MEDIA RIPORTANO LE SOLITE BANALITÀ, SPESSO DISTORCENDO LA REALTÀ

ElenaMaria è una cittadina de L’Aquila, anch’ella blogger di Splinder: http://unamanciatadimore.splinder.com/. Ivi riporta toccanti ed emozionanti racconti e ricordi legati alla sua devastata comunità aquilana.

bauuqSono passati oltre due anni dalla tragedia che ha colpito L’Aquila e alcuni paesini limitrofi; in taluni casi in modo ancora più tremendo. Cosa ricordi di quella notte?
L’incertezza sul cosa fare dopo le forti scosse delle 22.30 e dell’una. Poi il caos. Non si può descrivere in poche frasi. C’era un mostro, fuori, che cercava di strappare la nostra casa dal terreno. La tirava, la scuoteva. E poi le urla, la polvere, i calcinacci. E poi le sirene, gli elicotteri. E il fumo in lontananza. Ma non era fumo, erano i crolli…E poi le notizie dei morti…

La Commissione grandi rischi a febbraio aveva detto tutt’altro. Cosa percepivate voi cittadini?
 Bella domanda. Ci fidavamo. venivamo costantemente rassicurati. Chi non uscì, dopo le prime scosse, non uscì perchè eravamo convinti che non ci fosse pericolo. Le nostre case di cemento armato.. Tu sai bene cosa successe nella casa dello studente. I ragazzi si accorsero, chiesero, segnalarono. Furono rassicurati. Ora lì c’è un enorme baratro.

Dove abitavate prima del disastro?
Abitavamo a  ridosso del centro storico, appena fuori le mura.La nostra casa è stat aclassificata con la lettera E. Sono, le case E, quelle che hanno subito danni gravi, strutturali. La loro ristrutturazione prevede tempi lunghi. I tecnici hanno appena presentato il progetto. Ma quello che rivogliono gli aquilani è il centro. Il nostro centro storico è in realtà una città storica. Vi abitavano, dentro le mura, più di venticinquemila persone, e poi scuole, facoltà universitarie, biblioteche, tutti gli uffici della pubblica amministrazione, e centinaia di esercizi commerciali. Ora è uno strazio.

Ora dove alloggiate?
Siamo in una casa in affitto in un paesino, avendo detto no-grazie- al progetto c.a.s.e. Paghiamo un affitto doppio rispetto ai prezzi ante sei aprile. Avevamo una casa di proprietà.
 lacasaelarosaCos’è L’Aquila oggi?
Sta diventando una moderna gigantesca Pompei.
Hanno riaperto un paio di strade, il resto sta cadendo. La periferia è la stessa cosa ma gli aquilani amano il centro, la Città Vera, come ti dicevo. Sono partite le ristrutturazioni per le case catalogate B, ovvero con danni lievi. Il resto sta marcendo, andando in rovina. Non ci sono leggi, si va avanti a colpi di ordinanze che si contraddicono e creano tanta confusione. Il progetto c.a.s.e. che i comitati avevano fortemente osteggiato, è stato la nostra rovina. Diciannove quartieri in culo alla luna costati più di tremila euro al mq. Cosa avremmo voluto? I container. Sì, hai capito bene, i container. Che non sono più le baracche di trent’anni fa (indossavamo giacche a vento foderate di ovatta, allora, e maglioni di lana ruvida. Calzavamo stivali di gomma, ora abbiamo pile, microfibra, goretex…) ma sono moduli abitativi ecosostenibilie e removibili di tutto rispetto. Avrebbero avuto, però, un difetto: sarebbero costati troppo poco, un quarto, un quinto degli alloggi dello scellerato progetto c.a.s.e. e appalti e sub appalti avrebbero potuto far guadagnare poco alle varie cosche politiche ed edilizie. I m.a.p. (modulo abitativo provvisorio) i m.u.s.p. (modulo uso scolastico provvisorio) i m.e.p.(modulo ecclesiastico provvisorio, ovvero chiese e conventi) sono container. Moderni, pratici, funzionali, impilabili (non mi viene il termine giusto) fino a tre piani. Ma il progetto era ambizioso: smembrare la cittadinanza, assoggettarla, disperderla, indebolirla. Ci sono, ahimè, riusciti.
Il centro è militarizzato. Ci sono le strade presidiate dai soldati.Ciò nonostante spariscono, dalle abitazioni, caldaie, serbatoi e perfino vasche da bagno. I ladri sono entrati in casa mia e l’hanno trovata vuota (abbiamo preso una casa in affitto e abbiamo portato via i mobili che siamo riusciti a recuperare, quelli spaccati sono lì ma non credo facciano gola a nessuno). In casa di mia madre (mia madre non c’è più la sua casa è da abbattere) hanno portato via lenzuola e coperte. A cosa servono i militari? A far sentire che l’emergenza continua. E quanti soldi spesi per le messe in sicurezza! Ma intanto il centro è chiuso, proibito.
E’ difficile vivere, lavorare, andare avanti in una città che non c’è. Soprattutto per i giovani che non hanno più luoghi dove incontrarsi se non un pugno di pub lungo una strada statale e i centri commeriali che prima erano quasi ignorati. Gli studenti fuori sede (L’Aquila era e rimane città universitaria) devono affrontare gravi difficoltà logistiche. Carenza di lloggi, di trasporti, di biblioteche.. E le attività chiuse che non ce la fanno a riaprire. La disoccupazione che sale…
(Ci sarebbe da parlare per ore. Mi rendo conto che quello che ti dico è la minima parte della nostra realtà).

Oltre che danni materiali, un terremoto genera anche danni sociali e psicologici a una comunità.Stanno aumentando le patologie neurologiche ma anche l’obesità (ci si può muovere solo in auto e si mangia fuori a pranzo perché ci vuol troppo tempo a tornare a casa), il diabete, le malattie cardiovascolari e, ahimè ma scontato, i tumori. Aumentano separazioni e divorzi. Aumentano i suicidi. Di questo non si parla per evitare un effetto emulazione. Si suicidano giovani ed anziani. Un fenomeno trasversale.
Invito chiunque ne abbia la possibilità a venire qui, anche per poche ora. Vedrete, ascolterete, respirerete. Cosa? La disperazione di chi rincorre una speranza che sfugge. Ogni giorno di più. La speranza di chi non si arrende.

Hai perso familiari e/o amici in quella tragedia?
No, familiari no. Ma amici sì. E amici dei miei figli…
Ci sono storie tremende, che non riesco a raccontare.
 postodCome pensi stiano trattando l’argomento i media?
E’ importante diffondere, documentare, testimoniare. Quello che il governo ha fatto è stato il contrario, censurare l’informazione affinché “passasse” solo quello che fa comodo al potere. Non so se hai visto Draquila della Guzzanti o i servizi di Presa Diretta di Riccardo Iacona sulla nostra situazione. E ancora Tolleranza Zoro di Diego Bianchi. Sinceri ed onesti.. In quanto al resto, Santoro compreso, un sacco di banalità funzionali allo share.

Come vedi il futuro?
Ho fatto parte del popolo delle carriole faccio parte dell’Assemblea cittadina, appoggio l’Asilo occupato e il comitato del 3e32.  Oggi sono piuttosto pessimista e mi sembra di essere come quei moribondi che vanno col treno bianco a Lourdes illudendosi di poter guarire. Ma resistere è doveroso. Resistere per esistere, altrimenti non avrebbe senso restare qui.

Cosa ti senti di dire ai tuoi figli?
I miei figli sono adulti, universitari. Guardano la realtà con un distacco ed una freddezza che io non ho. Non credo che resteranno qui e ne soffro ma non mi sento di dire nulla. Loro conoscono il mio impegno, è lui la mia voce.

A ElenaMaria un sentito ringraziamento e un sincero in bocca al lupo.

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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