La morte di Willy e la solita speculazione di sinistra

Tutti, o quasi, avrete senz’altro letto e sentito della morte brutale del giovane Willy, ragazzo di colore ucciso da 4 energumeni in quel di Colleferro. Reo solamente di aver difeso un amico fuori ad un locale.

Come riporta Cronache cittadine, l’esame autoptico ha rilevato che il ragazzo ha riportato politraumi distribuiti tra torace, addome e collo. I quali hanno causato un grave shock traumatico che ha portato all’arresto cardiaco. I colpi dei 4 sarebbero stati “assestati e non casuali”. Ad ucciderlo, in particolare, sarebbe stato un colpo al collo.

willy ferragni

Ovviamente, è partita subito la caccia al fascista e al razzismo della solita sinistra radical chic e non. Quella parlamentare e quella “influencer“. Il perbenismo interessato pronto a scattare ad ogni buona occasione.

Ed ecco che si è messa in moto la solita giostra: la colpa è di Salvini, Meloni, Casapound, Forza Nuova e di chi più ne ha più ne metta.

La Ferragni ha parlato di cultura fascista, quando in realtà, come fa notare Il Tempo, su Instagram uno di loro ha postato un video avente come sottofondo l’ultima Hit del marito Fedez. Una rivisitazione di Children, tormenone anni ’90 del compianto Robert Miles (premesso che le canzoni di Fedez non incitano assolutamente all’odio).

L’Italia è un Paese fascista!” Si grida. Quando in realtà non lo siamo stati neppure durante lo stesso Fascismo, visto che il colonialismo in Libia (dove il lavoro di Italo Balbo fu anzi molto apprezzato) ed Etiopia è stato ben altra cosa rispetto a quello di Gran Bretagna, Francia, Olanda o Belgio (qui ho riportato quello che combinava Leopoldo II in [sta_anchor id=”willy”]Congo[/sta_anchor]).

Morte Willy come è andata

Di cultura fascista, tra gli assassini del povero Willy, non c’è traccia. Amavano la palestra e le risse. Nonché la prevaricazione del più debole, come raccontano una decina di testimonianze di questi giorni E’ partito qualche “negro” ma non è questo che fa di loro dei certi razzisti.

Prima che la cultura radical chic la bannasse, il termine negro indicava una persona appartenente a una delle etnie originarie dell’Africa subsahariana e caratterizzate dalla pigmentazione scura della pelle.

Tuttavia, in alcune culture come quella tedesca o inglese, è finito per diventare dispregiativo. Riferendosi in particolare alle persone di colore trasportate come animali dall’Africa verso le Americhe dai negrieri da parte dei Conquistadores spagnoli.

La ciliegina sulla torta è arrivata in fine dal Premier Conte, che ha partecipato ai funerali di Willy. Era necessario? Perché trasformare dei tragici funerali in semi funerali di Stato? Perché trasformare un triste caso di cronaca in una passerella politica?

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2 Risposte a “La morte di Willy e la solita speculazione di sinistra”

  1. Lei è un sociologo e sa che a forza di inculcare nella mente delle persone che per il colore della pelle, o per la loro provenienza meritano poca considerazione, alla fine non si fa più distinzione di niente, neanche dell’età del ragazzo. E poi mi scusi, ma i soldati italiani in Etiopia oltre alle armi, usarono anche i gas sulla popolazione per farsi voler bene.
    Saluti

    1. Non conosco di persona i soggetti che hanno commesso quella barbarie. Ma mi attengo alle relazioni giudiziarie. E più testimonianze rivelano la loro attitudine a far botte con la gente. Poi che il colore della pelle abbia ulteriormente infervorato la loro violenza, non lo escludo. Ma trovo ridicolo che una certa parte politica non perda tempo a dare colpa a certi politici. Che io di certo non voto.
      Riguardo la conquista dell’Etiopia, la guerra non si fa con i fiori, purtroppo. Eravamo in pieno periodo coloniale e anche l’Italia non voleva essere da meno. A torto o a ragione, occorre comunque sempre contestualizzare il periodo storico. Io però più che altro mi riferivo al dopo. Il modo con cui certi paesi hanno trattato i popoli colonizzati non è stato proprio uguale al nostro (tra l’altro il nostro colonialismo è stato breve e minimo).

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